La vera pelle viene prodotta a partire dal manto degli animali, mentre la pelle sintetica – detta anche finta pelle o similpelle – è composta da materiali artificiali. Questi due materiali seguono processi di produzione del tutto diversi. Per la pelle naturale ci sono una lunga serie di trattamenti di concia per rendere il materiale resistente agli attacchi batterici, alle alte temperature e all’umidità. Nel caso della pelle sintetica invece si parte da un supporto di carta o tessuto su cui vengono depositati diversi strati di plastica. Vediamo insieme nel dettaglio la differenza nella produzione di questi due materiali.
La lavorazione della vera pelle: rimozione del pelo, concia e asciugatura
La pelle è un sottoprodotto dell’industria della carne e quindi il processo di produzione parte dal recupero della parte dell’animale che non può essere mangiata. Fin da subito è necessario proteggere la pelle dall’attacco di batteri e da decomposizione. Per questo il materiale viene lavato e conservato generalmente con l’aiuto del freddo e del sale, oppure di alcuni battericidi.
Il primo processo è quello di rimozione del pelo, in cui si usano delle sostanze che riescono ad agire sulla cheratina (componente principale del pelo), senza incidere sul collagene (la proteina della pelle). In questo modo il pelo può essere degradato ("bruciato"). Se però anche il pelo ha valore commerciale allora viene recuperato, utilizzando una specie di crema depilatoria.
Segue la calcinazione delle pelli, ossia un processo che le prepara il materiale alla concia, aprendo la struttura delle fibre di collagene e dissolvendo altre sostanze di scarto. Il processo è una specie di lavaggio insieme a calce (il materiale delle costruzioni) e acqua; per questo step a volte le pelli sono immerse in apposite fosse, altre volte girano in una specie di centrifuga.
Una volta estratte, le pelli sono scarnate: vengono asportati i tessuti carnosi in eccesso e altri scarti come il grasso naturale. A questo punto tipicamente segue la spaccatura: una lama taglia la pelle lungo il suo spessore, in modo tale da ridurne le dimensioni. Questo è utile per quelle applicazioni in cui serve solo un sottilissimo strato di materiale.
E poi ancora pulizie: prima una decalcinazione, per eliminare la calce di prima, e poi una sgrossatura con agenti chimici e acqua calda. Tutto questo prepara le pelle al processo di concia.
Lo scopo della concia è modificare la struttura chimica del collagene in modo che la pelle non incorra nel naturale processo di putrefazione. Serve anche a stabilizzare la pelle a temperature calde o in condizioni di umido. Nonostante esistano alternative vegetali, la tipica concia è quella al cromo. Il cromo penetra nella struttura della pelle e raggiunge il collagene, con cui reagisce. Il tempo che passa dalla fine della decalcinazione al termine della concia è di circa 15 ore.
Seguono i processi di tintura della pelle, che può essere anche ammorbidita e impermeabilizzata.
Alla fine della concia viene eliminata l’acqua in eccesso dalle pelli e poi queste vengono asciugate. L’asciugatura è controllata e può avvenire in tanti modi, da quella a sospensione in cui le pelli vengono stese come il bucato, a quella in orizzontale, su telaio e addirittura sotto vuoto. E poi le pelli riposano per qualche giorno.
L’asciugatura causa un restringimento della struttura della pelle, per cui seguono alcune operazioni per riportarla allo stato migliore. Infine abbiamo il finissaggio, ossia una serie di rifiniture per migliorare l’aspetto del materiale nel caso di pelli che servono per abbigliamento, arredamento o calzature di solito è dove il risultato finale è importante in termini di qualità.
La produzione della pelle sintetica
La similpelle è prodotta in maniera sintetica, in laboratorio. In altre parole si tratta di strati di plastica che vengono depositati su un supporto di carta o tessuto. Esistono diverse sottocategorie di pelle sintetica, a seconda dei polimeri che si utilizzano per produrla. Lo strato polimerico può essere un vinile, un PVC, un silicone, ma il caso più comune è quello della pelle in poliuretano (PU).
Il poliuretano è un perfetto candidato per l'ecopelle a causa della somiglianza tra le molecole del polimero e le catene di collagene, la proteina della pelle naturale. Questo contribuisce a ricreare la sensazione della vera pelle anche su quella sintetica.
In casi più particolari la finta pelle può essere realizzata anche con materiali organici che vengono prodotti da scarti di alberi o frutta, cellulose e polimeri biodegradabili. Solo in questo casosi parla di pelle vegana.
La produzione parte da un supporto su cui verranno stratificati i layer in polimero. Questa base può essere in carta o in un tessuto. Il supporto viene ricoperto dal materiale polimerico in stato viscoso che viene appositamente studiato e prodotto in laboratorio in modo da contenere dei ritardanti di fiamma, da essere resistente o da avere una protezione contro i raggi UV. Al polimero vengono anche aggiunti dei pigmenti che danno il colore alla pelle. Tutto questo strato viene passato tra due rulli e, sfruttando l'azione del calore, viene compresso sulla superficie del supporto. L’obiettivo è produrre una specie di pellicola.
Il processo di copertura e passaggio nei rulli viene effettuato più volte, fin quando si raggiunge lo spessore e la consistenza desiderati. A volte si forma uno strato di polimero sottile e aderente, altre volte uno strato più spesso e schiumoso. Il tutto viene poi passato in forno dove lo stato di polimero diventa effettivamente solido.
Ma è l'ultimo step a dare al materiale la sensazione della vera pelle. Il processo si chiama goffratura. Avete presente quella trama particolare e rugosa della vera pelle? Anche l'ecopelle viene resa esattamente allo stesso modo con una specie di timbro che va a stampare la superficie del materiale e a inciderne la trama.
Il modo in cui viene prodotta l’ecopelle ci permette anche di distinguerla da quella vera. Se abbiamo modo di vedere entrambe le facce di un pezzo di ecopelle, nella maggior parte dei casi sul retro vedremo un lato in tessuto, a differenza della vera pelle. Poi se un oggetto in ecopelle si rompe probabilmente si vedranno dei fili bianchi che fuoriescono dal punto di rottura, come se il materiale si stesse sfilacciando.