0 risultati
video suggerito
video suggerito
14 Agosto 2025
16:58

Spenti gli incendi sul Vesuvio, com’è la situazione ora: l’intervista all’esperto

Il Parco Nazionale del Vesuvio ha confermato la fine dell'emergenza incendi dopo più di 5 giorni di roghi e oltre 800 ettari bruciati: per capire la situazione attuale abbiamo intervistato Silviano Somma, dottore forestale dell'Associazione Primaurora, impegnata in prima linea nella gestione dell'emergenza.

320 condivisioni
Spenti gli incendi sul Vesuvio, com’è la situazione ora: l’intervista all’esperto
Intervista a Silvano Somma
Dottore forestale
incendi-vesuvio-spenti-fine-emergenza
Conclusa l’emergenza incendi sul Vesuvio. Credit: Protezione Civile Regione Campania

L'emergenza incendi sul Vesuvio si è conclusa e i roghi sono stati spenti: a confermarlo, in un post pubblicato su Facebook, è stato direttamente il Parco Nazionale del Vesuvio, che ha dichiarato la fine dell'emergenza a seguito dell’assenza di alterazioni termiche e, quindi, di focolai attivi. Dopo più di 5 giorni di roghi e l'intervento di Vigili del Fuoco, Protezione Civile e volontari, le fiamme sono state quindi domate: i dati ufficiali non sono ancora stati pubblicati, ma le fiamme avrebbero bruciato tra gli 800 e i 1.000 ettari di territorio, distruggendo alcune delle aree già fortemente compromesse dagli incendi del 2017.

Ma qual è la situazione attuale? Ce lo ha raccontato Silvano Somma, dottore forestale dell'Associazione Primaurora, attiva in prima linea nella tutela e salvaguardia del Vesuvio e nella gestione di questo incendio.

Qual è la situazione sul Vesuvio dopo più di 5 giorni di incendi e quali sono stati i danni maggiori?

Il Parco Nazionale del Vesuvio ha dichiarato la fine dell'emergenza incendi: nel corso della mattinata, tuttavia, è stata registrata la ripartenza di alcuni focolai, estinti grazie a degli interventi puntuali. Al momento sul campo sono ancora attivi i volontari della regione Campania, insieme ad alcuni distaccamenti dei Vigili del Fuoco.

Anche se i dati ufficiali non sono ancora stati rilasciati, le fiamme hanno distrutto tra gli 800 e i 1.000 ettari: l'incendio ha percorso in parte la riserva Tirone, ripercorrendo alcune zone del vecchio incendio del 2017 e andando a distruggere delle aree che erano già state riforestate. Fortunatamente, l'incendio non è sceso troppo a valle, quindi le aree riforestate lungo la Strada Matrone non sono state coinvolte dalle fiamme.

Il problema è che un incendio che si ripropone sulle aree già incendiate porta con sé un alto rischio di desertificazione e di perdita consistente di biodiversità, ma anche il pericolo di invasione di specie alloctone. I roghi hanno coinvolto anche le aree del “Piazzale della legalità”, già fortemente colpite nel 2017, dove era in corso una riforestazione naturale: molto probabilmente, questo bosco non avrà la stessa capacità di riprendersi una seconda volta. In particolare, sono andate distrutte diverse aree in ripresa post incendio, con vegetazione mista e soprattutto mediterranea, a favore di specie invasive come la robinia: ora si potranno realizzare piccoli interventi di riforestazione, che non abbiano un impatto eccessivo, ma vadano a integrarsi con la ripresa spontanea del bosco. Pertanto, è più corretto parlare di rinaturalizzazione che di riforestazione.

In generale, comunque, si è trattato di un incendio che si è diffuso ad alta severità e intensità, causando la completa distruzione della vegetazione. Anche per questo, la risposta dello Stato è stata massiccia e tempestiva: sul luogo sono stati schierati 6 Canadair, quattro elicotteri, e più di 100 persone via terra. L'intervento dell'Esercito con i mezzi pesanti, poi, ha permesso di creare delle linee tagliafuoco che hanno spezzato la continuità di combustibile.

Quali sono le priorità per cercare di ristabilire la situazione precedente? 

Adesso le priorità sono due: il monitoraggio e la bonifica. Le caratteristiche stesse del territorio, sia dal punto di vista della sua conformazione che dal punto di vista della vegetazione, lo rendono particolarmente predisposto alla ripartenza dei focolai, quindi il monitoraggio costante è una parte essenziale per poter intervenire in maniera puntuale. Ovviamente, quello che potrebbe aiutare a bonificare l'area in modo massiccio è proprio la pioggia, che potrebbe arginare in modo netto il problema.

Solo dopo lo spegnimento e la bonifica totale dei roghi (con l'assenza di nuovi focolai), si può iniziare a pensare agli altri elementi, fra cui la gestione della pioggia stessa: questo territorio è caratterizzato da versanti ad alta pendenza e, proprio a causa dell’incendio, non c’è più copertura e protezione della vegetazione, c’è il rischio di dissesto idrogeologico.

Chiaramente la riforestazione può aiutare anche da questo punto di vista: quanto più io stabilizzo il versante e più riesco a riforestare, quanto più vado a riforestare e più stabilizzo il versante.

A questo punto, quanto è importante la prevenzione degli incendi?

A prescindere dal fatto che si sia trattato di un incendio doloso o colposo, un tema sul quale dovranno indagare le Forze dell'ordine, la prevenzione resta fondamentale per creare le condizioni per poter gestire gli incendi che si sviluppano in modo organizzato. Questo significa spezzare la continuità del combustibile con fasce parafuoco prima che gli incendi si verifichino, ma anche avere squadre pronte all'azione, visto che un incendio individuato subito è più gestibile.

Insomma la prevenzione è proprio questo: pianificare i boschi per renderli più sicuri in caso di incendio e rendere le operazioni più sostenibili, evitando che gli incendi vadano oltre la cosiddetta "soglia di estinzione", che si crea quando i roghi raggiungono un'intensità tale che ogni intervento non ha più alcuna efficacia e l'unica alternativa è quella di lasciare che il fuoco si esaurisca da solo. È proprio quello che successe nel 2017 sul Vesuvio e che, anche grazie all'intervento tempestivo, non si è replicato questa volta.

Ma in queste attività di prevenzione è fondamentale anche la partecipazione e il coinvolgimento attivo dei cittadini: questa mattina, ad esempio, l’elicottero che sorvolava l’area ha registrato 3 nuovi punti di fuoco distanti dall'incendio, rilevando delle persone che stavano accendendo residui di potatura in piena emergenza incendi. Questo significa che il rischio di incendi colposi è dietro l'angolo e gran parte della popolazione ha una scarsa conoscenza del tema. Gli incendi, ovviamente, non possono essere fermati né azzerati, ma possono essere ridotti sensibilizzando la popolazione: anche per questo, l'Associazione Primaurora ha avviato il progetto "Noi e gli incendi" nelle scuole, con l'obiettivo di sensibilizzare anche i più piccoli e far comprendere loro che nelle dinamiche degli incendi anche i cittadini sono protagonisti.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views