0 risultati
video suggerito
video suggerito
22 Febbraio 2025
7:00

Come viene scelta la musica da mandare in onda nelle radio

La scelta dei brani che i DJ radiofonici mandano in onda viene effettuata da alcuni professionisti che lavorano nelle radio, in primis direttori artistici e programmatori musicali, che tengono conto di fattori chiave, come il target di riferimento e l'impatto sugli introiti pubblicitari.

20 condivisioni
Come viene scelta la musica da mandare in onda nelle radio
musica radio

Chi decide la musica che ascoltiamo nelle radio? La risposta a questa domanda è tanto articolata quanto il processo che porta le emittenti, locali e nazionali, a stilare le proprie “scalette”. La parte difficile è, chiaramente, quella di scegliere con attenzione i brani da trasmettere per attrarre il pubblico e massimizzare gli ascolti, che sono cruciali per la vendita di spazi pubblicitari. La selezione musicale, purtroppo, non dipende più solo dal gusto individuale dei DJ o degli speaker, ma si affida a professionisti che curano la programmazione in modo sistematico.

I fattori che influenzano la scelta delle canzoni da trasmettere in radio

Il processo di selezione musicale è influenzato da diversi fattori: il format della radio, il target di ascoltatori e l'immagine sonora che l'emittente vuole proiettare. Alcune radio, come quelle che si concentrano su un pubblico giovane, puntano su brani di tendenza, mentre altre, rivolte a un pubblico più maturo, tendono a privilegiare successi del passato. Anche l'orario di trasmissione gioca un ruolo importante: di notte, ad esempio, è più comune ascoltare musica rilassante, mentre durante il giorno la programmazione è più dinamica e varia. Le scelte vengono fatte anche sulla base delle classifiche musicali, come quelle fornite da piattaforme come EarOne, che tracciano le canzoni più suonate sulle diverse emittenti.

In alcune radio, la selezione musicale avviene attraverso metodi come l'Auditorium Test, un processo che coinvolge ascoltatori reali che esprimono il loro gradimento nei confronti di brani specifici. Questo tipo di test è costoso e lungo, ma permette di raccogliere feedback diretti sul gradimento della musica. Stando ad alcuni siti specializzati, il cuore della programmazione musicale moderna, comunque, risiede nella tecnologia: le radio utilizzano software ad hoc che consentono di pianificare ogni dettaglio della trasmissione, creando veri e propri “clock” musicali. Questi “orologi” determinano la rotazione dei brani, suddividendoli in “alte”, “medie” e “basse” rotazioni a seconda della frequenza con cui vengono trasmessi. I brani più popolari sono quelli che finiscono nelle “alte rotazioni”, mentre quelli meno conosciuti hanno una visibilità ridotta, passando a rotazione inferiore.

Nel commentare come le radio scelgono i brani da mandare in onda Al Smith, un programmatore musicale che negli ultimi 10 anni ha contribuito a scegliere le melodie per alcune delle più grandi stazioni radiofoniche giovanili del Regno Unito, alla BBC ha riferito che il gioco è sostanzialmente «capire cosa piacerebbe al pubblico di riferimento».

La «democratizzazione della musica»

Sebbene le radio possano scegliere di promuovere nuovi brani, la tendenza è quella di suonare musica che rispecchi i gusti consolidati del pubblico, spesso in sintonia con le classifiche di successo. Le case discografiche, che in passato avevano un potere maggiore nel determinare quali canzoni arrivassero in radio, oggi hanno meno influenza. Le etichette indipendenti e le case discografiche più piccole non sono più in grado di finanziare le radio per promuovere i propri artisti, sebbene possano comunque tentare di influenzare la programmazione attraverso campagne promozionali o l'offerta di esclusive.

Le radio sono costrette ad adattarsi ai cambiamenti dei gusti musicali, spesso per evitare di perdere ascolti e, di conseguenza, per scongiurare un'eventuale flessione degli introiti pubblicitari. E poi c'è la questione social: piattaforme come TikTok hanno dato maggiore potere ai fan, che ora possono in un certo qual modo influenzare la scelta musicale più di quanto accadesse in passato. La viralità di una canzone su TikTok, come nel caso del brano If We Ever Broke Up di Mae Stephens, ha dimostrato che anche artisti non sotto contratto con etichette discografiche possono finire nelle playlist delle radio se il loro brano diventa virale.

Al Smith, già menzionato in precedenza, a questo proposito ha riferito infatti che «le stazioni radio promuoveranno artisti non sotto contratto discografico se ci sono altri fattori che determinano il successo di quella canzone» e uno di questi è la summenzionata viralità che un brano ha sulle piattaforme Web. Smith definisce questo fenomeno la «democratizzazione della musica»

Ma non tutte le scelte musicali sono accettate senza critiche, e le stazioni radio devono fare i conti con la difficoltà di soddisfare le aspettative di tutti i loro ascoltatori.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views