Troviamo la musica ovunque: fa da sottofondo ai nostri pomeriggi di studio, l’ascoltiamo quando andiamo a correre, ci rilassiamo ascoltando un vinile sul letto, ci scateniamo andando a un concerto e ci ritroviamo a canticchiare i motivetti delle pubblicità. Possiamo senza dubbio affermare che ascoltare la musica costituisce un’attività di cui non possiamo proprio fare a meno. Secondo i dati dell’IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) in Italia ascoltiamo, in media, 19,1 ore settimanali di musica. Ma perché per gli esseri umani è tanto importante?
La differenza tra musica "funzionale" e "autonoma"
Andando a ritroso nelle diverse epoche storiche, ritroviamo la musica come un ingrediente fondamentale in tantissime attività che scandiscono il tempo umano delle comunità: la troviamo nelle funzioni religiose, nelle pratiche legate alla guerra o alla caccia, alle feste cortigiane.
La musica che ascoltiamo non è tutta uguale. Una distinzione operata spesso in musicologia è quella tra:
- La musica “funzionale”: in cui rientrano pratiche musicali che non sono il motivo intorno al quale si organizza un evento (è il caso, per esempio, della musica nuziale o funebre)
- La musica “autonoma”: intesa come attività fine a sé stessa (per esempio ascoltare un brano nei propri auricolari o a un concerto)
La distinzione tra musica funzionale e autonoma, tuttavia, non deve essere vista come una differenziazione rigida: i confini tra i due ambiti sono talvolta difficili da segnare.
La funzioni della musica
È impossibile trovare una specifica causa del perché facciamo e ascoltiamo musica. Possiamo elencare molteplici motivi.
Tutti noi abbiamo in mente che la musica ci viene in aiuto, ad esempio, quando abbiamo bisogno di rilassarci o di ridurre lo stress. Questo è possibile perché, quando ascoltiamo la musica, produciamo endorfina, una sostanza chimica comunemente conosciuta per stimolare il buon umore. Non solo, la musica (il suono, il ritmo, le armonie, i testi) ci permette di esprimerci emotivamente, raffigurando, dando un volto e un suono a quello che proviamo. La musica è poi una forma di intrattenimento ma anche un'espressione artistica.
Inoltre, il nostro “bisogno” di ascoltare e produrre musica è anche un bisogno sociale. Le pratiche musicali, infatti, rispondono:
- Al nostro bisogno di comunicare: la musica accompagna, produce e trasmette narrazioni, significati. L’essere umano ha bisogno di costruire significati e ciò può avvenire solamente insieme ad altri esseri umani. Anche la musica permette di eseguire questa operazione ed è a tutti gli effetti un’opera relazionale.
- All’esigenza di costruire l’identità del gruppo: si pensi alle musiche giovanili, delle periferie o delle sub culture urbane in generale (l’hip hop, il punk, il raggae e tanti altri). Tramandare e riprodurre un certo tipo di musica sviluppa appartenenze sociali. Il musicologo e sociologo Marcello Keller afferma che
l’attività del far musica, i nostri gusti nel produrla, nell’ascoltarla, le nostre scelte di partecipare con altri ai riti a cui essa dà sostanza, costituiscono un ulteriore modo di chiarire a noi stessi e a chi ci osserva chi siamo (o perlomeno chi pensiamo di essere o desideriamo essere), con chi ci identifichiamo e con chi invece non desideriamo confonderci.
Un punto di vista e un’analogia sorprendente in questa direzione, è quella di chi accomuna la “tifoseria musicale” a quella sportiva (“noi metallari versus voi trapper”).
- All’esigenza di mantenere i legami identitari, come nel caso delle migrazioni.
- A una funzione mistica/religiosa: si pensi alla musica che da sempre accompagna le liturgie e i cerimoniali (un esempio molto interessante è quello della “musica purificatrice” nella cultura indiana).
- Al nostro bisogno di trasmettere e rendere chiari i nostri codici culturali: la musica si basa su convenzioni che si adattano e si modificano a seconda del periodo storico o anche semplicemente del luogo in cui la si produce o la si ascolta. Questi fattori sono molto importanti tanto da determinare molte volte il modo in cui il messaggio che la musica vuole esprimere verrà percepito.
- Al bisogno di differenziare e giustificare i diversi status sociali: spesso tramite la musica si danno vita a “riti sociali” che distinguono classi e ceti sociali.
- Al bisogno di aggregazione sociale e ludicità: la musica rappresenta da sempre un momento di socializzazione e di interazione (si pensi ai karaoke e ai concerti).
- Alle esigenze di controllo sociale: la musica, infatti, viene impiegata anche per realizzare attività di propaganda (pensiamo a marce, parate, inni nazionali)
- Alle logiche di persuasione: pensiamo alla pubblicità e vendita, dove la musica può venirci in aiuto per allenare la memoria nei confronti di alcuni prodotti da acquistare (è il caso dei jingle musicali che cantiamo senza nemmeno pensarci).