0 risultati
video suggerito
video suggerito
23 Luglio 2024
15:37

Perché la corrente di ritorno del mare è pericolosa: cos’è, come riconoscerla e comportarsi

Le correnti di ritorno, o “rip currents”, provocano decine di annegamenti ogni anno in Italia perché possono trasportare improvvisamente un bagnante al largo, dove il fondale è profondo. Riconoscerle e difendersi però è semplice.

101 condivisioni
Perché la corrente di ritorno del mare è pericolosa: cos’è, come riconoscerla e comportarsi
Immagine
Credit: Geologist15, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons

Le correnti di ritorno (o rip currents, talvolta chiamate impropriamente correnti di risacca) sono un tipo di corrente marina che si forma quando le onde sono particolarmente intense e si spostano dalle spiagge o le coste verso il largo. Si riconoscono notando una porzione di mare blu in mezzo ai frangenti bianchi delle onde, con una superficie più piatta e calma rispetto all'acqua circostante. Sono pericolose per i bagnanti, soprattutto in estate quando le spiagge sono più affollate, per via del loro aspetto apparentemente tranquillo e perché sono abbastanza rapide da trasportare una persona lontano dalla costa in zone dove il fondale è più profondo. Nella sola Italia si sono registrati circa 300 morti per annegamento dovute alle correnti di ritorno nel periodo 2016-2021. Saperle riconoscere e come comportarsi è dunque importante per la sicurezza nostra e dei nostri cari soprattutto durante le vacanze estive in località balneari.

Cos'è una corrente di ritorno

Come suggerisce il nome stesso, le correnti di ritorno sono flussi di acqua abbastanza rapidi (fino a 2,5 m/s, cioè 9 km/h) che fanno “tornare” al largo l'acqua trasportata a riva da onde sufficientemente energetiche. Sono piuttosto strette, con larghezze tipiche di qualche metro, e lunghe qualche decina di metri. Si manifestano generalmente con un “collo” di acqua apparentemente calma in superficie che può interrompere o “scavare” i frangenti delle onde (cioè la schiuma bianca sulla loro sommità, per intenderci) per poi disperdersi nella cosiddetta “testa” delle correnti oltre la linea dei frangenti.

Immagine
Credit: Alistair Hare, CC BY–SA 2.0, via Wikimedia Commons

Come si formano le correnti di ritorno del mare

Queste pericolose correnti si possono formare in presenza fondali non troppo piatti né troppo ripidi, dove la “secca” (cioè la zona in cui il fondale si alza improvvisamente) ha un'interruzione. Quando il mare è piuttosto mosso e le onde sono abbastanza energetiche, i frangenti si formano in corrispondenza della secca e le onde possono “collassare” in avanti, verso la riva. A questo punto si crea un accumulo d'acqua sulla linea di costa e, per ripristinare l'equilibrio, quest'acqua dovrà tornare al largo. Questo non è un problema fintanto che la secca ha un'interruzione: in quei punti, infatti, la maggiore profondità del fondale crea le condizioni perfette per un rapido incanalamento dell'acqua. L'acqua in eccesso converge così dalle zone circostanti attraverso correnti parallele alla costa (le correnti affluenti) ed ecco che si forma la corrente di ritorno.

schema formazione corrente di ritorno
Schema di formazione di una corrente di ritorno. Credit: Backcomp.gif: National Weather Service, Wilmington, NCderivative work: Xander89, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Le correnti affluenti possono formarsi spontaneamente anche in corrispondenza di promontori circondati da baie di forma circolare: in questi casi è proprio la geometria della costa a creare la convergenza di correnti affluenti necessaria per la formazione di correnti di ritorno.

correnti di ritorno in Nuova Scozia
Schema di formazione di correnti di ritorno in un promontorio della Nuova Scozia, in Canada. Credit: WikiPedant, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons

Il fatto che si hanno correnti di ritorno dove la secca si interrompe contribuisce a renderle pericolose, perché in quei punti il fondale è più profondo e quindi aumenta il rischio di annegamento.

Come riconoscere le correnti di ritorno

Premesso che tipicamente le zone interessate sistematicamente da correnti di ritorno sono segnalate tramite cartelli, quanto detto prima ci aiuta a capire quali indizi osservare per riconoscere una corrente di ritorno ed evitare così di finirci dentro. La cosa più importante a cui prestare attenzione è proprio la presenza di una zona di mare apparentemente calmo circondato da frangenti tormentati. Questa “calma apparente” può ingannare i bagnanti, che la preferiranno rispetto alle acque più mosse circostanti. Se vi trovate di fronte a una situazione come quella mostrata nella foto qui sotto, con una porzione di mare blu circondato dalla schiuma bianca, evitatela.

rip current
Credit: U.S. Army Corps of Engineers Field Research Facility at Duck, NC., via Wikimedia Commons

Le correnti di ritorno si riconoscono anche dal fatto che in superficie l'acqua non segue le forme del moto ondoso circostante e talvolta anche dal fatto che la loro acqua può essere più torbida rispetto a quella circostante, poiché raccoglie sedimenti trasportati dalle correnti affluenti.

Cosa fare per uscirne se ci si finisce dentro

Spesso e volentieri essere travolti da una corrente di ritorno è un evento inaspettato che provoca panico. È fondamentale quindi mantenere la lucidità per comportarsi nel modo migliore. L'istinto infatti è quello di nuotare verso riva, ma questo significherebbe solo mettersi controcorrente. Se dovessimo trovarci all'interno di una corrente di ritorno la cosa migliore da fare è, controintuitivamente, è farsi trasportare dalla corrente: una volta superata la linea dei frangenti la corrente cessa e a quel punto si può nuotare lateralmente – cioè parallelamente alla costa – fino a raggiungere la secca. Lì si è al sicuro e si può farsi raggiungere per ricevere aiuto o raggiungere lentamente la riva tenendosi a distanza dalla corrente.

Immagine
Questo cartello a San Diego, in California, spiega come comportarsi in caso di correnti di ritorno. Credit: Invertzoo, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons
Avatar utente
Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views