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19 Giugno 2024
19:30

Perché non possiamo bere l’acqua di mare? Rischiamo disidratazione e infezioni

L’elevata salinità dell’acqua di mare altera l’equilibrio idrosalino delle cellule e il funzionamento dei reni portando a grave disidratazione. Inoltre, la presenza di batteri e virus patogeni rappresenta un rischio per la salute umana.

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Perché non possiamo bere l’acqua di mare? Rischiamo disidratazione e infezioni
Perche non possiamo bere l'acqua di mare

Ingerire un po’ d’acqua di mare dopo un tuffo o mentre nuotiamo non causa danni, ma Lost e Cast Away ci hanno insegnato che in caso di naufragio bere acqua di mare non è una buona idea, anzi ridurrebbe drasticamente le speranze di sopravvivenza. L'elevata salinità dell’acqua di mare provoca disidratazione, nausea, vomito e può condurre alla morte. Un ulteriore rischio è la presenza di agenti patogeni batterici, virali, come il Norovirus o tossine prodotte dalle alghe e degli inquinanti derivanti da scarichi industriali o delle barche.

L’equilibrio idrosalino fondamentale per il nostro organismo

È bene fare una piccola premessa. Per il nostro organismo è fondamentale mantenere in equilibrio acqua ed elettroliti (equilibrio idrosalino) presenti all’esterno e all’interno delle cellule. Questo è possibile grazie a un processo chiamato osmosi, che permette il passaggio di solvente (in genere acqua) tra due soluzioni a concentrazioni differenti separate da una membrana semipermeabile, come quella che riveste le nostre cellule.

L’acqua passa da una soluzione più diluita (ad esempio, le cellule) ad una più concentrata (il plasma e l’ambiente extracellulare). Viceversa, se le cellule contengono troppo sale, l’acqua passerà dal plasma alle cellule fino a raggiungere la stessa concentrazione da entrambe le parti.

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Diagramma della pressione osmotica sui globuli rossi. Image by: LadyofHats, Public domain, via Wikimedia Commons

Cosa succede se beviamo acqua di mare: perché fa male

Sembrerà banale, ma bere acqua di mare fa male perché è salata. Contiene cloruro di sodio (NaCl), il comune sale da cucina che in piccole concentrazioni è fondamentale per il nostro organismo, ma nel mare ha una concentrazione tossica per il nostro corpo. La salinità media del mare è infatti del 3,5 %: significa 35 grammi di sale per ogni litro d’acqua. Quella del nostro organismo si aggira invece intorno allo 0,9% (quasi quattro volte di meno!) e comprende oltre a sodio e cloro, anche potassio, calcio e altri minerali.

L’alta concentrazione di NaCl nell’acqua di mare alzerebbe eccessivamente la concentrazione di sale nel sangue. Per ripristinare l’equilibrio idrosalino l’acqua uscirebbe dalle cellule fino a disidratarle quasi completamente, mentre i reni cercherebbero di espellere il sale in eccesso attraverso le urine. Ma per farlo hanno bisogno di acqua potabile, e in ogni caso le urine hanno una salinità massima (circa 1,5%) più bassa di quella del mare, quindi paradossalmente per eliminare il sale contenuto nell’acqua di mare avremmo bisogno di più acqua di quella che abbiamo bevuto.

Se non reintroduciamo in breve tempo acqua potabile, la disidratazione peggiora e porta a blocco renale e disfunzione di vari organi, con debolezza muscolare, confusione mentale, nausea, vomito e nei casi più gravi, coma e morte.

Bere acqua borraccia

Attenzione ai patogeni

Anche desalinizzando l'acqua di mare, berla rimane comunque rischioso. Un ulteriore pericolo, infatti, è la potenziale presenza di agenti patogeni che tramite bocca, naso e occhi possono entrare nel nostro organismo. A questi si aggiungono gli inquinanti rilasciati da scarichi industriali o imbarcazioni: nella maggior parte delle zone portuali, infatti, è vietato fare il bagno.

Il contatto con questi patogeni può portare a gastroenteriti, dermatiti, malattia febbrile respiratoria acuta, salmonellosi, meningoencefalite e giardiasi.

Si tratta di batteri fecali umani rilasciati in mare da scarichi fognari non depurati e i più comuni sono Enterobatteri, Streptococchi ed Escherichia coli. Sono più rare le infezioni da Pseudomonas e Vibrio vulnificus (poco presente in Italia), due batteri che resistono per lunghi periodi nei sedimenti sabbiosi e che vengono riportati a galla quando si smuove il fondale (ad esempio durante una forte tempesta). Il Vibrio, conosciuto anche come “batterio mangia carne” è particolarmente pericoloso e provoca ulcere e lesioni talmente gravi da portare all’amputazione degli arti o alla morte.

Batterio Vibrio Vulnificus
Vibrio Vulnificus

Anche alcune alghe, come l’Ostreopsis ovata, durante la fioritura producono tossine che causano dermatiti, febbre, vomito, nausea, tosse e congiuntiviti. Sono tossine talmente potenti da causare questi sintomi anche se solo inalate mentre passeggiamo dal lungomare, trasportate da goccioline di mare al vento.

Monitoraggio delle acque

Le Linee guida dell’OMS e la Dir. Europea 2006/7/CE prevedono l’analisi delle acque per valutare la presenza di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, mentre per gli altri patogeni (virus, cianobatteri e alghe tossiche) si raccomanda un costante monitoraggio e l’attuazione di misure di contenimento in caso di concentrazioni preoccupanti per la salute umana.

Di recente diversi stati europei (tra cui l’Italia) hanno concluso il progetto VIROBATHE per la ricerca di tecniche condivise nella ricerca di virus nelle acque balneari sia dolci che salate, richiamando l’attenzione sulla necessità di definire limiti di concentrazione condivisi a livello europeo anche per Adenovirus e Norovirus.

Per una nuotata senza troppe preoccupazioni, è sempre utile tenere d’occhio il Portale Acque istituito dal Ministero della Salute.

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