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10 Aprile 2025
7:00

Cosa si nasconde dietro le finestre nella Fontana di Trevi: un’antico serbatoio sotterraneo

Dietro le grate di Palazzo Poli alla Fontana di Trevi si trova la camera di manovra, con i serbatoi dell'Acquedotto Vergine che, un tempo, servivano per far defluire l'acqua in caso di piena.

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Cosa si nasconde dietro le finestre nella Fontana di Trevi: un’antico serbatoio sotterraneo
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Chiunque sia stato alla Fontana di Trevi si sarà certamente accorto che sulla base di Palazzo Poli sono presenti delle finestre dotate di grate metalliche. Ma cosa c'è dietro? Oltre a queste finestre si trova la camera di manovra, all'interno della quale si trovano i serbatoi dell'Acquedotto Vergine – l'unico dei principali acquedotti della Roma antica ad essere tutt'oggi funzionante.

All'interno della stanza infatti è presente un serbatoio a due vani, ciascuno dei quali con una capienza di 400 m3: era qui che in passato arrivava l'acqua dall'Acquedotto Vergine con una capacità di 500 litri al secondo. Da qui – come confermato anche da ACEA – l'acqua defluiva prima in un grosso vaso, poi in 4 anfore e infine alla vasche. Nel 1946 sono state installate le prime pompe elettriche a ricircolo mentre nel '76 queste sono state spostate nel secondo vano. Oggi il controllo delle quattro pompe è gestito totalmente da remoto e l'acqua è ogni giorno la stessa: viene controllata, depurata e rimessa in circolo. La manutenzione degli impianti avviene invece ogni 15 giorni.

Oltre alle vasche, all'interno della camera di manovra sono presenti anche due finestroni, visibili anche dalla strada: non si tratta di semplici ornamenti ma anticamente venivano utilizzate come varco per far defluire l'acqua in caso di piena.

Tra l'altro all'interno della camera è ancora presenta una sorta di "resoconto" che veniva utilizzato per tenere traccia delle famiglie che pagavano l'acqua in passato e regolare, di conseguenza, quali case la avrebbero ricevuta e quali no. Questo documento inciso sulla parete veniva periodicamente stuccato e ri-aggiornato a mano.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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