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1 Ottobre 2025
11:32

Cosa significa lo shutdown degli Stati Uniti e cosa succede ora: è la 20esima volta che accade in 50 anni

Il governo USA è ufficialmente in shutdown: tutte le attività governative non essenziali sono state bloccate, con conseguenze per quasi 900.000 lavoratori. È una procedura automatica che scatta quando il Congresso non approva la legge di bilancio entro il 1° ottobre (inizio dell'anno fiscale), già avvenuta 20 volte dal 1975.

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Cosa significa lo shutdown degli Stati Uniti e cosa succede ora: è la 20esima volta che accade in 50 anni
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La sede del Congresso degli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti sono ufficialmente entrati in government shutdown, con il blocco di tutte le attività governative non essenziali: si tratta di una procedura che si attiva automaticamente quando il Congresso USA (l'equivalente del nostro Parlamento) non trova un accordo per approvare la legge di bilancio entro il 1° ottobre, giorno di inizio del nuovo anno fiscale. Proprio per questo, tutte le attività amministrative non essenziali si fermano, non essendo più finanziate, fino all'approvazione definitiva del bilancio federale. Questa procedura non è una novità per gli Stati Uniti: dal 1975 a oggi sono già stati registrati 20 shutdown. L'ultimo, avvenuto nel 2019 sempre sotto l'amministrazione Trump, è stato il più lungo della storia, durato ben 34 giorni.

Nella pratica, lo shutdown implica la paralisi di gran parte della macchina statale, dalla chiusura dei parchi pubblici e dei musei fino al rinvio dei processi civili, alla riduzione degli impiegati della NASA e alla chiusura delle scuole materne finanziate a livello federale.

Il problema dello shutdown è l'aumento dell'instabilità della prima economia mondiale: questa situazione di vulnerabilità, con circa 750.000 lavoratori che non percepiranno il proprio stipendio, avrà ricadute anche sui mercati finanziari, con gli economisti che temono un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato.

Cosa significa che gli USA sono entrati in shutdown

Come accennato, la procedura di shutdown implica la chiusura delle attività governative non essenziali a causa di uno stallo politico al Congresso, dovuto all'approvazione della legge di bilancio. Negli USA, infatti, l'anno fiscale inizia il 1° ottobre e termina il 30 settembre dell'anno successivo: per questo il Congresso USA (che ha sede a Washington D.C. ed è composto da Camera dei Rappresentanti e Senato) deve necessariamente approvare il bilancio federale dell'anno a venire entro il 30 settembre: in caso contrario, scatta in automatico la procedura di shutdown, letteralmente “spegnimento” delle attività non essenziali.

In questo caso, lo stallo è dovuto a un mancato accordo tra Repubblicani e Democratici sui fondi destinati all'assistenza sanitaria: in Senato i Repubblicani contano solo 53 seggi, ma hanno bisogno di almeno 60 voti per l'approvazione della legge.

In concreto, questo significa il congelamento del 27% della spesa pubblica statale: senza un’approvazione dei fondi che servono a finanziare i servizi governativi, questi ultimi smettono di funzionare regolarmente. Nello specifico, tutti i dipendenti impegnati in servizi federali essenziali (come il dipartimento della Difesa, della Salute, del Commercio e persino della NASA) continueranno a lavoratore senza però percepire uno stipendio. Lo stesso avverrà anche per i lavoratori del settore dei trasporti e del traffico aereo. Tutti gli altri non considerati essenziali saranno temporaneamente licenziati, o meglio, saranno in “congedo non retribuito” (furlough).

Le conseguenze dello shutdown negli USA: quando finirà lo stallo

Secondo le stime riportate dalla BBC, circa 430.000 lavoratori federali saranno in congedo forzato (non retribuito), mentre altri 480.000 dovranno comunque lavorare senza però percepire il proprio stipendio. Questo, chiaramente, avrà delle ricadute importanti sull'economia americana, soprattutto se lo shutdown dovesse prolungarsi per settimane.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, è probabile che lo stallo prosegua per diverso tempo: i Repubblicani (il partito di Donald Trump), infatti, non hanno i numeri sufficienti in Congresso per approvare da soli la legge di bilancio e i Democratici (il partito di opposizione, quello di Joe Biden e Barack Obama) hanno confermato che non approveranno il disegno di legge fino a quando i Repubblicani non negozieranno per ridurre i tagli ai programmi sanitari.

Per risolvere la situazione e ridurre la spesa pubblica federale, il Presidente Trump ha minacciato licenziamenti di massa, dopo quelli già effettuati negli ultimi mesi attraverso il Dipartimento dell'efficienza del governo (DOGE).

Su X, il profilo ufficiale delle Ambasciate USA nel mondo ha confermato che i “i servizi programmati di passaporti e transito dei visti negli Stati Uniti e presso le Ambasciate e i Consolati statunitensi all’estero continueranno durante la sospensione degli stanziamenti, laddove la situazione lo consenta”.

I precedenti shutdown della storia statunitense

Gli shutdown, comunque, non sono una novità per gli Stati Uniti: ciononostante, nel corso degli ultimi decenni i casi sono aumentati esponenzialmente, con 20 shutdown verificatisi dal 1975 a oggi. L'ultimo, il più lungo della storia, è avvenuto nel 2019 sempre sotto l'amministrazione Trump e ha paralizzato il Paese per ben 34 giorni a causa dell'opposizione dei democratici all'approvazione in bilancio dei fondi per la costruzione del muro al confine con il Messico.

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La linea temporale degli shutdown avvenuti negli USA. Nel grafico manca quello del 2025. Credit: ISPI

Quello precedente risale invece al 2013, durante la seconda amministrazione Obama e fu dovuto all'opposizione dei repubblicani alla riforma sanitaria dell'Obamacare: anche i Presidenti Bill Clinton, George Bush padre, Ronald Reagan e Gerald Ford sperimentarono durante il loro mandato uno shutdown.

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