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26 Agosto 2025
14:18

Cosa sono e come funzionano gli espropri

L’esproprio è l’atto con cui lo Stato - o altro ente pubblico - acquisisce beni privati per far fronte a esigenze di pubblica utilità, attraverso una procedura unilaterale prevista dalla legge che riconosce al proprietario originario un indennizzo.

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Cosa sono e come funzionano gli espropri
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L'esproprio è un procedimento giuridico utilizzato dallo Stato italiano, o da altri enti pubblici, per la realizzazione di opere pubbliche o, più in generale, far fronte a esigenze di pubblica utilità. Rappresenta il modo in cui lo Stato diventa proprietario di qualcosa non suo e può riguardare indistintamente qualsiasi bene immobile presente sul territorio ed è regolamentato da specifici articoli della Costituzione.

Il corrispettivo che lo Stato mette a disposizione per sanare il debito contratto viene chiamato indennizzo, e può essere oggetto di trattazione tra l'ente espropriante e l'espropriato. Vediamo insieme quali sono i limiti dell'esproprio e quali sono le procedure tecniche e legali.

Cos'è l'esproprio

Espropriare un terreno o un immobile si può racchiudere, in maniera esemplificativa, come la procedura giuridica per cui lo Stato diventa proprietario di un bene che non è, allo stato di partenza, di sua proprietà. Possiamo pensare all'esproprio come a una trattativa di vendita, in cui però né il prezzo né la volontà di vendita sono decisi dal venditore, bensì dall'acquirente, che è appunto lo Stato. In tale accezione, l'esproprio è dunque un procedimento autoritativo. Il bene che bisogna cedere sarà oggetto di valutazione economica, per cui lo Stato farà una specifica proposta economica di acquisizione, chiamata indennizzo.

Il concetto di esproprio si può trovare integralmente all'interno della Costituzione italiana, in particolare all'articolo 42, che delinea il concetto di proprietà e stabilisce sotto quali limiti essa si può esercitare. Nei fatti, lo stesso articolo definisce che, per motivi di interesse generale, lo Stato può diventare di diritto proprietario di un bene non suo. Esiste anche un ulteriore riferimento normativo che disciplina questo campo, ovvero il DPR 327/2001, anche noto come Testo Unico Espropri.

L’espropriazione, tra l'altro, può avvenire solo in relazione ad aree che siano sottoposte al cosiddetto “vincolo preordinato all'esproprio”, che ha una durata di 5 anni.

Come si decide l'indennizzo

L'indennizzo non è altro che il compenso economico relativo alla procedura di esproprio. Non sempre, però, l'indennizzo equivale all'effettivo valore di mercato del bene espropriato. In generale, la somma viene stimata con procedure differenti a seconda che si tratti di un suolo edificabile, non edificabile oppure di un vero e proprio immobile già realizzato. In quest'ultimo caso, si può anche far riferimento ai valori commerciali dell'immobile e ai prezzi di mercato, nonché alla redditività del bene.

Sebbene la valutazione venga fatta da un tecnico che lavora per conto dello Stato – come ad esempio un CTU (cioè un Consulente Tecnico di Ufficio), il proprietario del bene può accettare la somma economica oppure procedere verso una sua controvalutazione e, in casi estremi, andare verso un ricorso per avere un risarcimento maggiore o evitare completamente la procedura di esproprio, qualora per questa non ne sussistano le basi tecniche.

Quali sono i beni non espropriabili

Non tutto ciò che abbiamo intorno può essere espropriato dallo stato. La Costituzione, infatti, definisce in maniera chiara l'esistenza di alcuni beni non espropriabili, ovvero:

  • Quelli appartenenti al Demanio pubblico, in quanto già appartenenti allo Stato e già con una destinazione d'uso di interesse generale.
  • Quelli gravati da uso civico, cioè proprietà vincolate a un uso tradizionale che mira a soddisfare bisogni essenziali della collettività.
  • Quelli già appartenenti ad altri enti pubblici, a meno che la destinazione d'uso futura non sia in un certo senso di maggiore rilevanza rispetto a quella per cui il bene veniva utilizzato in precedenza.
  • Quelli di proprietà della Santa Sede o, in generale, tutti i luoghi di culto.

Come funziona l'esproprio nel mondo

La procedura di esproprio ha un iter similare in tutto il mondo, anche fuori dall'Italia. Nei paesi dell'Unione Europea l'esproprio è regolato in maniera più specifica a livello nazionale, sebbene questo stesso debba continuare a rispettare tutti i principi stabiliti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU). Ciononostante, nel mondo non funziona sempre come in Europa: ci sono Paesi dove l'approccio di esproprio è più autoritario e centralizzato: il concetto di proprietà ha tratti applicativi differenti da quelli a cui siamo abituati nei Paesi europei. In tale contesto, possono anche capitare casi di esproprio per cui non si ha formalmente un indennizzo nei confronti dell'espropriato.

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