
Quando il corpo umano è esposto a temperature elevate, soprattutto quelle superiori alla temperatura corporea normale di circa 36-37°C, può iniziare a manifestare problemi alle funzioni vitali. La tolleranza a queste condizioni varia significativamente da individuo a individuo, influenzata dal tempo di esposizione, dalla condizione fisica e dall'età.
Ad esempio, durante una sauna, le persone possono sopportare temperature ben superiori ai 37°C, ma solo per periodi brevi. Prolungando l'esposizione, i sintomi di stress da calore possono comparire più rapidamente, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come i bambini piccoli. Secondo il Ministero della Salute, i primi segnali di stress da calore includono la sudorazione intensa, un meccanismo di termoregolazione del corpo per dissipare calore e raffreddarsi. Tuttavia, una sudorazione eccessiva può portare alla disidratazione. Poiché il corpo umano è composto per circa il 60% di acqua, una significativa perdita di liquidi può compromettere gravemente le funzioni degli organi interni. I sintomi della disidratazione includono:
- confusione,
- malessere generale,
- debolezza,
- nausea,
- vomito,
- mal di testa,
- tachicardia,
- ipotensione,
- disorientamento,
- irritabilità.
Se l'esposizione a temperature elevate continua e il corpo perde ulteriori liquidi, il rischio di colpo di calore aumenta. Il colpo di calore è una condizione critica che può causare perdita di coscienza. In questa fase, la temperatura corporea può rapidamente salire a 40-41°C, provocando danni significativi agli organi interni. Se la temperatura corporea supera i 42°C, il rischio di morte per ipertermia diventa imminente. A tali temperature, le proteine vitali iniziano a denaturarsi, perdendo la loro struttura molecolare, il che può innescare una cascata infiammatoria potenzialmente letale.
L'Università di Roehampton ha prodotto uno studio molto interessante sugli effetti del caldo sul fisico umano. In questo studio, sono stati utilizzati dei partecipanti volontari sani, cui venivano monitorati costantemente i parametri vitali per un'ora consecutiva, durante l'esposizione a diverse temperature esterne.

Ovviamente, lo studio ha confermato ciò che è abbastanza ovvio: il fisico umano si affatica pericolosamente superata la soglia dei 40 °C, quando il caldo è eccessivo Arrivato a questa temperatura, lo stato metabolico del corpo viene alterato nel 35% dei casi rispetto a una condizione di temperatura inferiore: questo mutamento si manifesta con tremori, aumento della respirazione corporea e del ritmo del cuore. Salendo ancora con la temperatura, si raggiunge una soglia dannosa per qualunque essere umano, evidenziata da stato confusionale, nausea, giramenti di testa: segnali che chi ha subito un'insolazione ha sicuramente presente.
Ovviamente non tutti subiamo alla stessa maniera l'effetto del caldo: lo stato metabolico basale di ciascuno influisce molto sulla soglia critica. Ma è chiaro che superare certe temperature non sia assolutamente consigliato a nessuno, neanche al più allenato dei maratoneti.
Ma allora, con 40 °C possiamo morire? Tranquilli, ancora mancano un po' di gradi (ma non troppi) per causare serie compromissioni al nostro organismo. Infatti, si è dimostrato che la temperatura oltre la quale tutte le cellule giungono a necrosi è 49-50 °C, poiché l'eccessivo calore è in grado di rompere le membrane cellulari e denaturare le proteine e gli acidi nucleici in esse contenuti. Questo naturalmente per tempi di esposizione sufficientemente lunghi.
Ripetiamolo: tutto dipende dal tempo di esposizione. Esporsi a temperature di 45 °C per qualche minuto non dovrebbe causare troppi problemi – è la condizione a cui ci sottoponiamo quando andiamo in una sauna. Man mano che il tempo scorre però il calore potrebbe far manifestare i primi sintomi sopra riportati.