
Il laterizio è il termine che indica un materiale da costruzione ottenuto tramite la cottura di un impasto di argille, eventualmente migliorato con l’aggiunta di sabbia. Si tratta di uno dei materiali più antichi e diffusi in edilizia, usato per produrre mattoni, tegole e coppi e apprezzato per le sue proprietà di leggerezza, efficienza energetica e durabilità. Il laterizio unisce tradizione e tecnologia, trovando applicazione sia nelle costruzioni storiche che in quelle moderne, nelle quali contribuisce a garantire controllati consumi energetici dell'involucro edilizio.
Cosa si intende per laterizio: il materiale e la sua produzione
Il laterizio (dal latino later, “mattone”) è un materiale artificiale nasce dalla cottura di un impasto di argilla, carbonato di calcio (che è spesso naturalmente già presente nell'argilla) e acqua. Dopo la fase di impasto, il materiale viene modellato nella forma desiderata e essiccato. Segue quindi la cottura in forno a temperature di circa 900-1.000 °C, che conferisce al prodotto la tipica colorazione rossa, più o meno intensa a seconda del contenuto di ossidi di ferro, e le sue proprietà meccaniche e fisiche: ne risulta una pasta porosa con rilevanti caratteristiche termoisolanti e fonoassorbenti. La sua struttura interna, caratterizzata da piccole cavità uniformemente distribuite, garantisce al laterizio anche un'ottima traspirabilità.
La classificazione e le differenze tra laterizi
La principale distinzione tra le diverse tipologie di laterizio riguarda la percentuale di foratura, ovvero la quantità di vuoti rispetto al volume totale. La direzione di queste forature influenza la resistenza, l'isolamento e la posa degli elementi. Si distinguono:
- Laterizi pieni, cioè quelli che hanno una percentuale di vuoti inferiore al 15%. Tra questi troviamo i cosiddetti mattoni pieni, dalla forma standard (25 cm x 12 cm x 5.5 cm). Sono principalmente impiegati come elementi strutturali portanti. Sono infatti adatti a realizzare maschi murari, archi, volte e strutture con funzione portante, sebbene per carichi modesti. Tuttavia, non mancano applicazioni che ne delineano un ruolo più architettonico.
- Laterizi semipieni e forati, sono invece tutti gli elementi con percentuale di vuoti superiore al 15%. I semipieni presentano forature fino al 45%; i forati veri e propri superano il 45%. Questi ultimi sono oggi i più diffusi nell’edilizia moderna, per tutta una serie di applicazioni comuni che vedremo negli esempi a seguire.
Le applicazioni dei laterizi forati
Oltre alla classificazione per percentuale di vuoti, è interessante osservare come ogni tipo di laterizio trovi applicazioni specifiche nel cantiere moderno, dalle pareti interne ai solai. Vediamone alcune:
Muri "non strutturali"
Oggi il laterizio (forato) è impiegato soprattutto nella realizzazione di componenti non portanti dell'involucro edilizio, come:
- Tamponature esterne, cioè quei muri che separano l’interno dall’esterno di un edificio;
- Tramezzature interne, cioè quei muri utilizzati per suddividere gli ambienti interni di un edificio.
In questi casi, l'elemento da utilizzare è scelto in funzione delle prestazioni energetiche e acustiche richieste dal progetto. Si utilizzano prodotti di diversi spessori o combinazioni di strati per raggiungere i valori di isolamento desiderati.
Muri portanti
Sebbene meno frequente rispetto al passato, il laterizio può essere ancora impiegato per realizzare murature portanti, soprattutto in edifici di modeste altezze.
I limiti derivano dalla bassa resistenza che offre il prodotto rispetto alle sollecitazioni agenti, sia per effetto dei pesi permanenti che in relazione alle azioni sismiche. Questi limiti rendono di fatto il materiale meno adatto rispetto all'utilizzo del calcestruzzo armato o l'acciaio.
Solai
Il laterizio viene impiegato anche nella realizzazione di solai, ossia delle strutture orizzontali che separano i piani di un edificio. Quando si parla infatti di solaio latero-cementizio, ci si riferisce ad un elemento strutturale in cui il laterizio funge da elemento di alleggerimento e casseratura a perdere, abbattendo costi e peso strutturale. Molto si gioca infatti nella differente densità dei due materiali. Per il calcestruzzo armato abbiamo 2500 kg/m³, mentre il laterizio circa 1800 kg/m³. Questa differenza di densità consente la realizzazione di solai più leggeri, quindi ottimizzati, con benefici dal punto di vista statico ed economico.
Coperture
Nel contesto delle coperture, i laterizi vengono utilizzati principalmente per la realizzazione di tegole, ma non mancano applicazioni per la realizzazione di comignoli e camini. Nel contesto delle tegole, l'accoppiata di coppi (elementi curvi in laterizio) e embrici (elementi piani in laterizio) offre la migliore soluzione di copertura e chiusura degli ultimi orizzontamenti di un edificio, garantendo assenza di infiltrazioni da pioggia e offrendo la giusta protezione dagli agenti atmosferici avversi.
La variante "porizzata"
Negli ultimi anni sta avendo sempre maggiore sviluppo e utilizzo il laterizio porizzato, caratterizzato da una massa alleggerita derivante dalla formazione di micro-sacche d’aria nel processo di cottura. Questo tipo di laterizio può pesare fino al 25% in meno rispetto a quello tradizionale (1400–1500 kg/m³ contro 1800–2000 kg/m³) e riduce la sua conducibilità termica del 40%, migliorando notevolmente le prestazioni energetiche dell’edificio in cui viene utilizzato. L’efficienza energetica aumenta, anche se a scapito di una minore resistenza meccanica, che ne limita l’uso strutturale ma lo rende ideale per tamponature ad alte prestazioni.