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A molti sarà capitato di aprire un telecomando, una torcia o un giocattolo alimentato a pile e trovare una sostanza polverosa, bianca o grigiastra, accompagnata spesso da un odore pungente. La tentazione di pulire tutto con le mani è forte; ma è meglio non farlo, perché quella sostanza è il segnale visibile di un processo chimico pericoloso. Dietro a quell’apparente “muffa tecnica” si nascondono composti che possono essere nocivi per la salute umana e per l’ambiente e, sebbene i rischi varino a seconda del tipo di batteria, è fondamentale sapere come comportarsi per evitare problemi e smaltirle in sicurezza. Il Regolamento (UE) 2023/1542 introduce obblighi più stringenti per raccolta e riciclo delle batterie, limita le sostanze pericolose e mira a promuovere batterie più sostenibili e facili da riciclare per proteggere ambiente e salute.
Cos'è il liquido che fuoriesce delle batterie ossidate
Quando il tempo deteriora una batteria, questa può rilasciare elettroliti, cioè sostanze chimiche che servono a condurre la corrente elettrica al suo interno. Tali sostanze non sono le stesse in tutte le batterie, ma tutte rappresentano sostanze potenzialmente nocive.
- Batterie al litio: sono le più diffuse, quelle che alimentano i nostri cellulari, laptop e altri dispositivi elettronici. Se si rompono, o anche solo surriscaldano, possono liberare sostanze pericolose. Tra queste ci sono un gas invisibile che può irritare le vie respiratorie, chiamato acido fluoridrico, e l’idrossido di litio, un composto che può causare ustioni a pelle e occhi.
- Batterie al piombo-acido: usate soprattutto nei veicoli e nei sistemi di emergenza. Queste batterie contengono piombo, un metallo che può essere tossico per il sistema nervoso, e acido solforico, capace di provocare gravi ustioni se entra in contatto con la pelle o se viene inalato.
- Batterie alcaline: le classiche batterie che usiamo per telecomandi, orologi o giocattoli. Se dovessero rompersi potrebbero rilasciare rilasciare idrossido di potassio, una sostanza corrosiva che può irritare la pelle o gli occhi.
- Batterie a bottone: sono quelle piccole batterie tonde e piatte che si trovano in bilance, orologi e giochi. Il pericolo maggiore di queste batterie è legato all'ingestione da parte dei bambini: la reazione chimica che ne consegue potrebbe produrre una sostanza corrosiva (idrossido di sodio) che può danneggiare i tessuti interni.
Rischi per la salute umana: il margine di esposizione
Il liquido che fuoriesce dalle batterie rovinate, come spiegato nel paragrafo precedente, non è solo fastidioso da vedere o da sentire all’olfatto, ma può essere pericoloso per la salute. Per esempio, in caso di esplosione di una batteria al litio in ambienti chiusi, come può avvenire in incidenti domestici o industriali, può liberarsi nell’aria acido fluoridrico (HF). Uno studio ha stimato che, al chiuso, il livello di esposizione a questo gas può essere talmente alto da generare un MOE (Margin of Exposure – Margine di Esposizione) pari a 0,034. Il MOE è un indicatore usato dai tossicologi per valutare quanto siamo “lontani” da una dose pericolosa. Si calcola mettendo a confronto la dose più alta che non causa effetti dannosi (nota come NOAEL) con la quantità di sostanza alla quale siamo effettivamente esposti. Più il MOE è alto, più siamo al sicuro. Le autorità sanitarie considerano sicuro un MOE uguale o superiore a 100. Un valore di MOE di 0,034 è quindi molto basso, e indica un rischio acuto molto elevato, con la possibilità di danni immediati alla salute anche in caso di esposizioni brevi.
Un altro esempio riguarda il litioesafluorofosfato (LiPF₆) utilizzato come elettrolita nelle batterie al litio. In laboratorio, questo composto è stato studiato su un piccolo pesce tropicale chiamato pesce zebra (un modello biologico diffuso per comprendere gli effetti tossici anche sull’essere umano). I risultati hanno mostrato che l’esposizione al LiPF₆ provoca malformazioni dello sviluppo, riduzione dei movimenti spontanei e un aumento della morte cellulare negli embrioni di questi pesci. Questi segnali indicano che, se rilasciato nell’ambiente, il litioesafluorofosfato rappresenta un rischio per la salute anche umana, soprattutto in caso di esposizione prolungata o accidentale.
Infine, l'esposizione prolungata ai fumi di acido solforico, come quelli che possono derivare da batterie al piombo-acido, è stata associata a un aumento del rischio di sviluppare carcinoma della laringe. I rischi, quindi, possono essere anche cronici e gravi. Un altro studio ha evidenziato livelli elevati di piombo nel sangue, associati a sintomi come insonnia, affaticamento, dolori addominali e costipazione, e sono stati condotti su lavoratori di fabbriche sempre di batterie al piombo-acido.
Un problema anche ambientale: il caso di Dakar
Le sostanze rilasciate dalle batterie ossidate non si limitano a fare danni a chi le tocca. Se disperse nell’ambiente, contaminano suolo e acqua con metalli pesanti come piombo e litio, che possono accumularsi nella catena alimentare.
Un caso emblematico e drammatico è stato documentato a Dakar, in Senegal, dove l'esposizione incontrollata a batterie esauste in un quartiere residenziale ha causato intossicazione collettiva da piombo in decine di bambini, con conseguenze neurologiche irreversibili. In particolare tra il 2007 e il 2008, nel quartiere di Thiaroye-sur-Mer, si è verificata una grave intossicazione di massa da piombo a causa del riciclo informale di batterie al piombo esauste, cioè il trattamento non regolamentato e privo di protezioni adeguate, svolto da privati cittadini in ambienti domestici o cortili, senza alcuna misura di sicurezza. Le famiglie, inconsapevoli dei rischi, frantumavano le batterie per recuperare il piombo da rivendere. Questa pratica ha contaminato il suolo e l'aria con polveri di piombo, portando alla morte di 18 bambini e all'avvelenamento di circa 950 persone. Le vittime presentavano sintomi neurologici gravi, tra cui encefalopatia (alterazione funzionale del cervello), dovuti all'inalazione e all'ingestione di polveri contaminate.
Cosa fare (e non fare) se troviamo una batteria ossidata
Per affrontare i rischi legati alle batterie esauste, l’Unione Europea ha approvato un nuovo regolamento molto importante: si tratta del Regolamento (UE) 2023/1542. Questo testo stabilisce regole precise e vincolanti per ogni fase della vita di una batteria, dalla produzione fino allo smaltimento.
Tra le novità principali ci sono obblighi di raccolta e riciclo più stringenti, limiti severi all’uso di sostanze pericolose e una richiesta di maggiore trasparenza su tutta la catena di approvvigionamento. Inoltre, il regolamento spinge i produttori a progettare batterie più sostenibili, più facili da smontare e riciclare, con l’obiettivo di favorire un’economia circolare anche in questo settore. In pratica, queste misure servono a proteggere sia l’ambiente che la salute delle persone, riducendo il rischio che batterie mal gestite finiscano per inquinare o danneggiare chi ci entra in contatto.
Ci sono alcune precauzioni da prendere per limitare i danni delle batterie che troviamo in casa:
- Non toccare mai le batterie a mani nude,
- Non grattare o soffiare via i residui presenti sulla batterie ossidate
- Usare guanti e mascherina per maneggiare una batteria che è già ossidata
- Smaltire le batterie in contenitori per rifiuti pericolosi (disponibili in centri ecologici, isole ecologiche o grandi supermercati)
- Tenere le batterie fuori dalla portata di bambini e animali.