La maggior parte delle auto elettriche presenti sul mercato utilizza batterie agli ioni di litio, che offrono alte prestazioni. Per realizzarle serve un’enorme quantità di materie prime: una batteria di questo tipo in media contiene ben 185 kg di minerali e metalli! Si utilizzano tipi diversi di materiali a seconda del componente della batteria e quindi della funzione che devono svolgere. Molti di questi sono materie prime critiche: si tratta di litio, cobalto, manganese, nichel, alluminio, rame e fosfato. Vediamo quali sono i componenti delle batterie agli ioni di litio e quali materie prime utilizzano.
I componenti di una batteria agli ioni di litio
Le batterie agli ioni di litio alternano cicli di carica (in cui ricevono energia da una fonte esterna) e di scarica (quando cedono energia per alimentare un dispositivo come il motore di un’auto elettrica). Funzionano grazie a un flusso di elettroni e di ioni (atomi carichi positivamente che hanno ceduto un elettrone) di litio che avviene tra due elettrodi. In una batteria si individuano diversi componenti, ognuno con la propria funzione e costituito da specifici materiali.
Elettrodi
Sono gli elementi che immagazzinano l’energia e costituiscono il cuore della batteria. L’elettrodo negativo (anodo) è costituito da grafite, mentre l’elettrodo positivo (catodo) da alluminio, nichel, litio, manganese, cobalto, ferro (presenti in percentuali diverse a seconda del tipo di batteria).
Separatore
È un livello sottile che separa i due elettrodi tra loro, costituito da un polimero poroso che permette il flusso di ioni evitando il contatto tra anodo e catodo, che porterebbe a un cortocircuito.
Elettrolita
È una sostanza liquida o un gel in cui sono immersi gli elettrodi, che consente il flusso di ioni tra di essi. È costituito da un sale di litio disciolto in un solvente.
Collettori di corrente
Sono fogli metallici di alluminio o rame, che raccolgono la corrente elettrica prodotta dagli elettrodi.
Involucro esterno
È in plastica o in acciaio e alluminio e ha il compito di proteggere la batteria dagli impatti, di renderla impermeabile all’acque e di impedire la fuoriuscita di sostanze tossiche.
La composizione minerale della batteria
Una batteria agli ioni di litio con una capacità di 60 kWh contiene ben 185 kg di minerali e metalli. Per la maggior parte si tratta di grafite (il 28,1%), che costituisce l’anodo. Segue l’alluminio (18,9%), che trova impiego nel catodo, nei collettori di corrente e nell’involucro esterno. Troviamo poi il 15,7% di nichel, impiegato nel catodo, il 10,8% di rame, di cui sono fatti i collettori di corrente, e un altro 10,8% di acciaio, utilizzato per l’involucro esterno. Oltre al nichel, il catodo contiene quantità minori di manganese, cobalto, litio e ferro.
Queste percentuali variano a seconda del tipo di batterie, che vengono classificate In base alla composizione del catodo: in quelle NMC il catodo è costituito da litio, nichel, manganese e cobalto; in quelle NCA da litio, nichel, cobalto e ossido di alluminio; in quelle LFP da litio, ferro e fosfato. Il catodo è l’elemento della batteria per il quale serve la maggiore quantità di minerali e metalli, e quindi il più costoso. È anche il più importante, perché la sua composizione è determinante per le prestazioni della batteria.
Vediamo le caratteristiche delle principali materie prime che costituiscono le batterie NMC, le più comuni nel settore delle auto elettriche.
Grafite (C)
È un minerale costituito da carbonio, presente nelle rocce metamorfiche, che si forma in seguito al processo di carbonizzazione della sostanza organica. In natura è piuttosto abbondante, ma la maggior parte delle batterie agli ioni di litio utilizza grafite sintetica, prodotta dalla lavorazione degli idrocarburi. La grafite è molto leggera e ha un’ottima conducibilità elettrica, che la rende ideale per realizzare l’anodo. Inoltre, il suo costo è relativamente basso.
Litio (Li)
È un metallo piuttosto abbondante in natura e si trova in acque salate sotterranee e minerali come carbonati, idrossidi e silicati, per esempio lo spodumene o la petalite. Dalla sua lavorazione si ottengono il carbonato di litio e l’idrossido di litio, che vengono utilizzati per produrre i catodi delle batterie. Il litio è stato scelto a questo scopo per la sua leggerezza e per la facilità con cui cede un elettrone trasformandosi in ione positivo.
Cobalto (Co)
È un metallo molto diffuso in natura (in minerali tra cui la cobaltite e la heterogenite) ma in concentrazioni molto basse: per questo il cobalto viene ottenuto come sottoprodotto dell’estrazione e della raffinazione di metalli come rame e nichel. Nelle batterie può essere utilizzato ossido di cobalto o solfato di cobalto. Nel catodo, il cobalto agisce come stabilizzatore, rendendo la batteria più sicura.
Manganese (Mn)
È uno dei metalli più abbondanti nella crosta terrestre, presente in minerali come la pirolusite e la manganite. Nelle batterie si usa sotto forma di diossido di manganese non di origine naturale, ma di sintesi. Nelle batterie il manganese aumenta la stabilità e la capacità di immagazzinare energia.
Nichel (Ni)
Si ricava per la maggior parte dalle lateriti, rocce sedimentarie i cui minerali principali sono limonite e garnierite. In parte si ricava anche da solfuri di origine magmatica. La presenza del nichel nel catodo consente di immagazzinare più energia in uno spazio più piccolo e di ridurre i tempi di ricarica.
Per approfondire, ecco un video ad hoc sull'estrazione del litio: