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13 Maggio 2023
15:30

Cos’è la memoria collettiva e perché abbiamo bisogno di “ricordare insieme”

Il ricordare è più di un semplice riepilogo e catalogo di fatti. I ricordi che i gruppi sociali si tramandano influenzano la nostra identità sia come singoli, sia come comunità e, nel loro complesso, vengono chiamati "memoria collettiva"

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Cos’è la memoria collettiva e perché abbiamo bisogno di “ricordare insieme”
memoria collettiva

La memoria collettiva è un insieme di esperienze e ricordi tramandati, condivisi, celebrati e ricostruiti da una comunità di persone. All’interno della memoria collettiva condivisa da un gruppo sociale, emergono avvenimenti che ne hanno caratterizzato il passato, dalle proprie origini al presente, e su cui si basa l’identità del gruppo stesso. Ma come si forma e come si innesca?

Cos'è la memoria collettiva: alcuni esempi

Avete mai sentito parlare delle comunità americane che provano dolore e sofferenza per i propri discendenti schiavi provenienti dall’Africa? Oppure del senso di vergogna, quasi personale, provato da tante generazioni di tedeschi per le atrocità del regime nazista, caduto molto prima che essi nascessero?

Quando ci sentiamo partecipi e proviamo un senso di condivisione per questo tipo di esperienze mai vissute siamo di fronte a un esempio di memoria collettiva.

ricordi condivisi società

La memoria collettiva è infatti una condivisione di ricordi su cui una comunità o un gruppo fondano la propria storia. Possiamo considerarla come un vero e proprio patrimonio: proprio come i miti del passato, questi ricordi sono tramandati e fondano l’identità nel quale il gruppo si riconosce e sente di avere una base comune. I gruppi di cui parliamo possono essere famiglie, gruppi etnici, nazioni e comunità di vario tipo.

Gli eventi storici che le comunità mnemoniche (“i cristiani”, “gli italiani”, “i sessantottini” ecc.)  ricordano oggi collettivamente, spesso non sono vissuti come momenti decisivi nel momento in cui si manifestano. Eppure, a posteriori, diventano “episodi marcatori”: segnano cioè un passaggio per quella comunità e vengono riconosciuti collettivamente come step di una significativa trasformazione della propria identità di gruppo.

commemorazione pubblica parata

Come si innesca la memoria collettiva

Una memoria collettiva per realizzarsi ha bisogno

  • di una narrazione, un linguaggio e una storia, senza la quale i ricordi scomparirebbero;
  • del coinvolgimento attivo delle persone che compongono il gruppo;
  • di eventi celebrativi e di “luoghi della memoria” (festività del calendario, statue, nomi di strade e piazze ecc)

Si pensi per esempio agli ebrei che preparano e mangiano il pane azzimo ogni anno durante la Pasqua ebraica, celebrando l'uscita del popolo israelita dall'Egitto.

Non è sempre un'attività spontanea

Il concetto di memoria collettiva venne introdotto per la prima volta dal sociologo Maurice Halbwachs, il quale ci spiega che la memoria collettiva non è semplicemente la “somma delle memorie individuali” e non la si può considerare un semplice tramando di fatti e ricordi.

Di generazione in generazione gli avvenimenti tramandati portano con sé un insieme di rappresentazioni del passato, spesso mitizzato. I gruppi non si limitano ad “archiviare” avvenimenti, ma attorno a essi costruiscono interpretazioni di senso.

Non dobbiamo considerare questa operazione come qualcosa di studiato a tavolino, ma come un’attività che i gruppi attivano per il semplice fatto di stare insieme e di essere “animali sociali”. Le memorie collettive, quindi, riflettono valori, speranze e visioni del mondo coerenti con il modo di percepire la propria comunità, in funzione del presente e delle proprie prospettive future.

ricorrenze storiche

Tuttavia, non sempre questa operazione avviene in modo spontaneo: proprio perché la memoria collettiva consolida e dà consistenza all’identità dei gruppi, può essere sostenuta e indirizzata verso precisi obiettivi. È il caso delle situazioni commemorative e dei rituali che si celebrano in precisi momenti dell’anno. Si organizzano parate pubbliche, si creano francobolli, nomi di strade. Se guardiamo bene, il calendario stesso racchiude le principali narrazioni che le comunità mnemoniche realizzano sul loro passato.

Quindi, più che una banale riproposizione dei fatti del passato, la memoria collettiva regola cosa va conservato, come farlo e cosa si può lasciare indietro, dimenticare.

Perché abbiamo bisogno di ricordare collettivamente?

Quali sono le ragioni per cui la memoria collettiva è funzionale?

  • Il bisogno di continuità tra il passato e il presente: senza passato non avremmo identità. Spesso le peggiori crisi sono vissute quando subiamo cambiamenti importanti e/o drammatici che ci separano dal nostro passato (per esempio quando emigriamo, perdiamo un familiare). È il motivo per cui abbiamo bisogno degli anniversari, delle festività. Abbiamo bisogno di essere in sincronia con ciò che era «allora» e ciò che viviamo «ora».
  • Legittimazione dello status quo: ci affidiamo agli antenati come a fonti di status e legittimità, riprendiamo eventi “fondativi” e figure “eroiche” del passato perché fungano da base e legittimazione dei poteri costituiti nel nostro presente.
  • Il bisogno identitario e di senso: quando raccontiamo e tramandiamo un fatto vissuto collettivamente, stiamo costruendo il senso di ciò che abbiamo vissuto.
  • Propaganda: costruire un’identità attorno a una storia ha sia una valenza pedagogica che “mobilitante”. Spesso i miti fondativi sollecitano le nuove generazioni. Nei casi più eclatanti assistiamo a una vera e propria “strumentalizzazione” di alcune caratteristiche dei gruppi (per esempio l’origine etnica) per fini politici e per colpire luoghi e simboli del “nemico” (in nome di identità fittizie, per esempio quella ariana).
  • Costruzione e rinforzo dei legami sociali: per dare continuità e coesione alla vita collettiva. Le cerimonie e le ritualità pubbliche aiutano a promuovere la partecipazione dei cittadini e a rinforzare i legami sociali

I ricordi personali e collettivi si influenzano a vicenda: da un lato interpretiamo gli eventi influenzati dai valori e dalle credenze della comunità di cui facciamo parta, dall’altro contribuiamo noi stessi alla loro costruzione, con la nostra esperienza diretta.

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