;Resize,width=638;)
Nella tradizione cristiana è qualcosa di risaputo: nel giorno che attualmente viene celebrato come Epifania, il 6 gennaio, i Re Magi avrebbero portato in dono a Gesù tre doni, cioè oro, incenso e mirra. Se i primi due ci sono più familiari, la terza sostanza invece è molto meno conosciuta. E quindi cos'è la mirra? A cosa serve, e perché era considerata un dono prezioso?
In sintesi, la mirra è una gommaresina aromatica, dal sapore amaro e dal colore variabile, dal giallognolo al bruno-rossastro, secreta da alcune piante del genere Commiphora e, in particolare, da due specie: Commiphora myrrha e Commiphora erythraea. Si tratta di piante diffuse soprattutto in Africa orientale, nel Vicino Oriente e in Medio Oriente (per esempio in Stati come l'Arabia Saudita, l'Etiopia e la Somalia) che appartengono alla stessa famiglia degli alberi dell'incenso (Burseraceae).

La mirra trasuda dalla corteccia degli alberi quando quest'ultima si rompe naturalmente o viene incisa di proposito, quindi progressivamente si indurisce a formare dei grumi irregolari che vengono raccolti e lavorati. Già anticamente la mirra era una sostanza commerciata come bene raro e prezioso (oggi invece ha poco valore) e i suoi usi primari rientravano negli ambiti della cosmesi e della profumeria, sia in ambito civile che religioso. La mirra era utilizzata per produrre profumi, oli, trucchi, medicinali (ha infatti lievi proprietà antisettiche, astringenti e carminative); veniva a volte aggiunta al vino e veniva utilizzata anche nelle pratiche di inumazione e imbalsamazione dei cadaveri.

Oltre che per il suo valore, la tradizione cristiana vuole che la mirra sia stata regalata a Gesù dai Re Magi in termini simbolici. I significati potrebbero essere molteplici e, tra i tanti, l'unzione di Cristo o la prefigurazione del sacrificio di Gesù per espiare i peccati dell'umanità.