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14 Ottobre 2025
17:00

Cos’è l’Insurrection Act, la legge che Trump minaccia di usare per portare l’esercito in strada

Trump minaccia di invocare l’antica legge del 1807, ma i rischi e le conseguenze legali e politiche sono molteplici.

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Cos’è l’Insurrection Act, la legge che Trump minaccia di usare per portare l’esercito in strada
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Foto di Chris Henry su Unsplash

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta ripetutamente minacciando di invocare l’Insurrection Act (l’atto d’insurrezione del 1807), una legge emergenziale che autorizza la Casa Bianca a dispiegare forze militari sul suolo statunitense. Questo provvedimento permetterebbe al presidente di prendere il controllo sulla mobilitazione della Guardia Nazionale, una forza di riserva dell'esercito statunitense che può essere mobilitata sia dai governatori degli Stati per emergenze interne, sia dal presidente in casi di crisi nazionale. Si tratta di una misura firmata da Thomas Jefferson e invocata l’ultima volta nel 1992, durante le rivolte di Los Angeles, per sedare le violenze seguite al caso Rodney King.

Nonostante le corti e i governatori Democratici abbiano cercato di ostacolare i suoi tentativi finora, Trump ha lasciato intendere che potrebbe ricorrere ai poteri straordinari concessi al presidente dall’Insurrection Act “se necessario”. L’uso di questa norma è qualcosa che il tycoon aveva ripetutamente suggerito di poter fare durante il suo primo mandato, anche se in realtà non l'ha mai invocata. Ma perché insiste a volerla usare, nonostante le conseguenze politiche e costituzionali che comporta?

Come funziona l’insurrection Act e cosa prevede

L’Insurrection Act è una legge federale statunitense che conferisce al presidente il potere di dispiegare le forze armate o federalizzare le truppe della Guardia Nazionale all’interno del territorio degli Stati Uniti per reprimere rivolte interne. Così facendo, si sottrae dunque il comando ai governatori e pone la Guardia Nazionale direttamente sotto il controllo presidenziale. Il provvedimento fu firmato ufficialmente nel 1807 da Thomas Jefferson, ma la sua forma attuale deriva da una serie di statuti approvati tra il 1792 e il 1871, che definiscono il ruolo delle forze armate statunitensi nell’applicazione della legge all’interno del Paese.

In generale, le forze militari federali non sono autorizzate a svolgere compiti di polizia civile contro cittadini statunitensi, se non in situazioni di emergenza. Invece, questa legge consente alle truppe di partecipare ad attività di applicazione della norma sul territorio nazionale, come effettuare arresti o perquisizioni, funzioni dalle quali normalmente sono escluse.

In sostanza, il provvedimento concederebbe una maggiore libertà d’azione all’esercito nello svolgere compiti di ordine pubblico, rappresentando quindi una misura diversa da quelle già adottate dalla Casa Bianca. Infatti, quando Trump ha dispiegato la Guardia Nazionale e i reparti militari a Los Angeles durante le proteste contro le sue politiche migratorie, il loro ruolo era stato ufficialmente limitato alla protezione di edifici e attività federali.

Quando può essere usato l’atto d’insurrezione

Secondo lo statuto, il presidente può invocare la legge se richiesto da un governatore o da un’assemblea legislativa statale, ma non solo. È prevista infatti una serie di criteri ampi e vaghi per adottare l'Insurrection Act, che conferiscono al presidente un notevole margine di discrezionalità.

Lo statuto recita: “Ogniqualvolta il presidente ritenga che ostacoli illegali, associazioni o adunanze, o una ribellione contro l’autorità degli Stati Uniti, rendano impraticabile l’applicazione delle leggi federali in uno Stato attraverso i normali procedimenti giudiziari, egli può richiamare al servizio federale la milizia di uno o più Stati, e utilizzare le forze armate nella misura che ritiene necessaria per far rispettare tali leggi o per reprimere la ribellione”.

Un’altra sezione stabilisce che il presidente deve “adottare le misure che ritiene necessarie per reprimere, in uno Stato, qualsiasi insurrezione, violenza interna, associazione illegale o cospirazione” se questa “ostacola l’esecuzione delle leggi”. Queste disposizioni non definiscono chiaramente i termini, lasciando in sostanza al presidente la facoltà di stabilire che cosa costituisca un’insurrezione o una ribellione, e quando queste possano considerarsi sedate. Nello specifico, Trump ha lasciato intendere di avere una soglia piuttosto bassa per ciò che considera “insurrezione”, ma ha anche affermato di non ritenere che, al momento, i criteri per applicare il provvedimento siano stati soddisfatti.

I precedenti storici: l’ultima volta nel 1992 a Los Angeles

La legge è stata invocata decine di volte nel corso della storia americana. Il primo uso significativo risale al 1831, quando il capo della Casa Bianca Andrew Jackson invocò l’Insurrection Act per reprimere la rivolta degli schiavi guidata da Nat Turner in Virginia. Più di un secolo dopo, nel 1957, il presidente Dwight Eisenhower inviò la 101ª Divisione aviotrasportata a Little Rock, Arkansas, per proteggere gli studenti afroamericani che cercavano di entrare alla Central High School, dopo che il governatore dello Stato, Orval Faubus, aveva mobilitato la Guardia Nazionale per impedirne l’ingresso.

Da allora, e in particolare dopo il movimento per i diritti civili degli anni Sessanta, l’uso dell’Insurrection Act è diventato estremamente raro, secondo un rapporto del Congressional Research Service. L’ultima applicazione effettiva avvenne nel 1992, quando il presidente George H. W. Bush fece ricorso alla norma per rispondere alle rivolte di Los Angeles, scoppiate dopo l’assoluzione di quattro agenti bianchi filmati mentre picchiavano l’automobilista afroamericano Rodney King. In quell’occasione, il governatore della California, Pete Wilson, aveva formalmente richiesto l’intervento dell’esercito per sedare la violenza.

La questione tornò alla ribalta durante la prima presidenza Trump: nel 2020, il presidente chiese ai governatori di diversi Stati di inviare le proprie truppe della Guardia Nazionale a Washington D.C. per contenere le proteste esplose dopo l’uccisione di George Floyd. Molti governatori accettarono, ma in quello stesso periodo Trump minacciò di invocare l’Insurrection Act per fronteggiare le manifestazioni, anche se non arrivò mai a farlo.

Durante l’ultima campagna elettorale, Trump ha però lasciato intendere che le cose potrebbero andare diversamente in futuro. Nel 2023, durante un comizio in Iowa, ha affermato di essere stato “ostacolato” dall’usare i militari per reprimere la violenza nelle città durante il suo primo mandato, aggiungendo che, se la questione si fosse ripresentata, “non avrebbe aspettato”.

L’uso dell’Insurrection Act, tuttavia, comporterebbe una serie di conseguenze importanti a livello politico e costituzionale. Negli Stati Uniti esiste una lunga tradizione di separazione tra potere militare e civile: i Padri fondatori, avendo vissuto gli abusi dell’esercito britannico in epoca coloniale, temevano che concedere al presidente un controllo illimitato sulle truppe potesse minare le libertà civili e il processo democratico. Per questo motivo, la Costituzione affida in generale ai governatori il potere di mantenere l’ordine all’interno dei confini dei propri Stati.

Questi principi sono sanciti dal Posse Comitatus Act, un provvedimento del 1878 che vieta all’esercito di partecipare ad attività di polizia civile. L’Insurrection Act costituisce un’eccezione legale a tale divieto: da decenni, tuttavia, i gruppi per i diritti civili mettono in guardia contro i rischi di questa norma, sostenendo che conferisca al capo della Casa Bianca un potere eccessivamente ampio, con la possibilità di utilizzare i militari come forza di polizia interna.

Fonti:
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