Cos’è l’Orsa Vaia, in Trentino, e come è stata realizzata l’ultima scultura gigante di Martalar

Avrete probabilmente sentito parlare del Drago Vaia, la più grande scultura in legno al mondo di un drago, distrutta con un incendio doloso il 23 agosto del 2023 e ricostruita nel luglio 2024, ma cosa sapete dell'Orsa Vaia? Meglio nota come Orsa di Molveno, si tratta di una grande scultura di legno, costruita (proprio come il Drago Vaia e altre sculture nella zona) con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia (in particolare larici) – quella che annientò molti boschi del Nord-Est italiano nel corso della notte del 29 ottobre 2018.

È stata realizzata dallo stesso artista del drago, lo scultore asiaghese Marco Martello, noto con il nome di Martalar, e sorge sull'Altopiano di Pradel a Molveno in Trentino Alto Adige, a una quota di 1550 metri nel Parco naturale Adamello Brenta. Commissionata dal Comune di Molveno e dalle Funivie Molveno-Pradel, l’opera (costata 60 mila euro) è composta da oltre 2000 radici di larice, che formano un'orsa gigante di 8 metri di lunghezza e quasi 6 di altezza, ed è stata inaugurata dopo due mesi di lavori nell'agosto 2024.

Ma perché un'orsa? L'artista ha detto che deve ricordare l'importanza della ricerca di un equilibrio nella convivenza tra l'uomo e l'orso. Questa zona, infatti, storicamente attraversata dai grandi mammiferi, è molto vicina a quella dove Andrea Papi rimase ucciso nell'aprile del 2023 dopo l'incontro con un orso. Da allora si sono intensificate le richieste di abbattimento (con tanto di referendum) dei locali, e le risposte di accusa da parte delle associazioni. È insomma un tema molto caldo e dibattuto.

All'alba dell'inaugurazione dell'opera, è così scoppiata un'ampia polemica sui social, a cui Martalar ha riposto: "Vorrei con quest'opera risanare le polemiche di due squadre che lottano fra di loro". Sempre in quest'ottica di risanamento, l'artista di Land Art ha voluto che l’opera non impattasse sul territorio, e ha quindi utilizzato del legno non trattato, destinato a deteriorarsi e infine a scomparire.

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