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L'arricchimento dell’uranio è un processo fondamentale tanto per la produzione di energia nucleare quanto per applicazioni militari, come le bombe atomiche. Ma cosa significa esattamente "arricchito"? E per quale motivo questo step produttivo è così fondamentale? L'uranio arricchito, ottenuto principalmente per centrifugazione gassosa, è una miscela di isotopi dell'uranio con una maggior percentuale dell'isotopo uranio-235, l'unico dei tre utile per sostenere le reazioni alla base dei reattori nucleari. Il tema dell'arricchimento dell'uranio è di attualità geopolitica, come dimostrato dai recenti avvenimenti riguardanti il programma nucleare dell'Iran, monitorato da anni dalla comunità internazionale in quanto la tecnologia per arricchire l'uranio a fini civili (produzione di energia) è la stessa che può essere usata per produrlo a fini militari.
Cos'è l'uranio arricchito e a cosa serve
L'uranio naturale è composto principalmente da tre isotopi: uranio-238 (circa il 99,27%), uranio-235 (circa lo 0,72%) e uranio-234 (meno dello 0,01%). Solo l’uranio-235 è fissile, ovvero è la tipologia di uranio utile per sostenere una reazione a catena. Questo tipo di reazione è quella alla base del funzionamento dei reattori nucleari a fissione, ma anche delle bombe atomiche.
Durante il processo di arricchimento si cerca di isolare l’isotopo uranio-235 dagli altri isotopi, aumentandone la percentuale. In base alla percentuale di uranio-235 che si ottiene con l’arricchimento, si ottengono diverse tipologie di uranio:
- Uranio a basso arricchimento (LEU – Low Enriched Uranium), composto per meno del 20% di uranio-235. Questo tipo di uranio tipicamente contiene una percentuale compresa tra il 3% e il 5% di tale isotopo e normalmente è utilizzato per i reattori a fissione commerciali ad acqua leggera;
- Uranio a basso arricchimento con elevata concentrazione (HALEU – High-Assay Low-Enriched Uranium), contenente una percentuale di uranio-235 compresa tra il 5% e il 20%. In tale tipologia di uranio, il grado di arricchimento maggiore rispetto al LEU è necessario al funzionamento degli Small Modular Reactors (SMR), ovvero i reattori a fissione di potenza e dimensioni ridotte, attualmente i fase di sviluppo o costruzione per produrre energia in maniera più sicura e modulare.
- Uranio ad alto arricchimento (HEU – High Enriched Uranium), composto per oltre il 20% di uranio-235. Questo tipo di uranio è utilizzato principalmente per la fabbricazione di armi nucleari. L’HEU può essere usato anche per altre applicazioni di nicchia, in particolare per alimentare reattori a fissione utilizzati a bordo delle navi e in campo medico.
Teoricamente, per un’arma nucleare è necessario uranio contenente almeno il 20% di uranio-235, ma nella pratica la percentuale di uranio-235 utilizzata per la produzione di bombe nucleari è almeno dell’85%. Questo è legato al fatto che più l'uranio arricchito e minore è la massa richiesta per dar vita alle reazioni di fissione: trattandosi si armi da lanciare, infatti, a massa è estremamente importante e si predilige un arricchimento maggiore per massimizzare la leggerezza.
Come si ottiene l'uranio arricchito
Il processo di arricchimento dell’uranio è molto complesso a causa delle proprietà chimiche degli isotopi di uranio. L’isotopo uranio-235 ha una massa minore dell’uranio-238 di poco più dell’1%: per questo la suddivisione tra queste due “varianti” dello stesso elemento risulta così difficile da effettuare. Esistono due metodi fondamentali per arricchire l’uranio:
- Centrifugazione gassosa, ovvero il metodo più efficiente e attualmente più utilizzato. Questo metodo sfrutta la forza centripeta creata da cilindri che ruotano velocemente su se stessi per separare le molecole di uranio-235 da quelle di uranio-238. Grazie alla rotazione, le molecole più pesanti di uranio-238 rimangono all’esterno del cilindro, mentre quelle più leggere di uranio-235 si concentrano all’interno.
- Diffusione gassosa, ovvero il primo metodo utilizzato, ma ormai obsoleto. Questo sistema sfrutta le proprietà di alcune membrane per separare gli isotopi. Queste membrane infatti permettevano il passaggio dell’uranio-235, bloccando una parte dell’uranio-238.
Sono attualmente in fase di sperimentazione alcune tecniche che utilizzano laser per permettere che avvengano delle reazioni chimiche di ionizzazione solamente nelle molecole di uranio-235. Questi metodi si stanno dimostrando ancora più efficienti delle centrifughe, ma sollevano preoccupazioni per la proliferazione nucleare.
Cosa si fa con lo scarto dell’arricchimento: l’uranio impoverito
Lo scarto del processo di arricchimento dell’uranio è l’uranio impoverito, contenente una percentuale di isotopo uranio-235 molto più bassa rispetto all’uranio naturale. L’uranio impoverito è molto denso, ovvero ha un peso molto alto a parità di volume rispetto ad altri elementi, quasi due volte di più rispetto al piombo. Inoltre, non emette radiazioni, anzi è capace di assorbirle. Per questo, è utilizzato in molti settori come strato di schermatura nel settore medico o come contrappeso nel settore aerospaziale, aeronautico o petrolifero.