
Ninja VS samurai per noi in Occidente è la sfida tra assassini abili nello spionaggio e senza scrupoli e guerrieri onorevoli e addestrati nelle arti marziali. Ma non è che abbiamo un’idea un po’ romanzata di questi guerrieri del Giappone? Vi faccio due esempi: i ninja non si vestivano sempre di nero, altrimenti sarebbero stati subito individuati, e i samurai, come casta militare privilegiata, a volte compivano veri e propri soprusi contro le persone di rango sociale più basso. Ecco, nel video che trovate qui sopra facciamo un po’ di chiarezza sulle due figure e andiamo oltre il comune stereotipo.
Anzitutto sintetizziamo in linee generali la storia di ninja e samurai, proiettandoci nel Giappone feudale alla fine del XII secolo. Seguiamo la nascita e lo sviluppo delle due tipologie di guerrieri nel corso degli anni, fino alla loro scomparsa successiva alla presa del potere della dinastia Tokugawa nel 1603 e, soprattutto, alla Restaurazione Meiji, tra 1866 e 1869. Durante il racconto chiariamo anche il ruolo che nel Giappone rivestivano figure come l'imperatore, i daimyō (in breve, dei signori feudali), lo shōgun (il daimyō che riusciva a soggiogare e governare tutti gli altri, spesso a scapito dello stesso imperatore) e i ronin (samurai mercenari, senza più un daimyō di riferimento).
Analizziamo poi tecniche di combattimento, armi e codice di comportamento di ninja (detti anticamente shinobi) e samurai. Citiamo quindi elementi come il bushidō (la "via del guerriero", codice d'onore dei samurai), la katana (la spada lunga tradizionale giapponese) e gli shuriken (dardi e coltelli da lancio di varie tipologie).
Infine vediamo come la cultura pop si è appropriata delle figure di ninja e samurai, citando opere di vario genere: il libro e la serie tv Shogun, i videogiochi Ninja Gaiden, Ghost of Tsushima e Rise of the Ronin; film come Kill Bill, L'ultimo samurai e I sette samurai; personaggi di fumetti, manga e anime come le Tartarughe Ninja, Naruto, Zoro di One Piece o Goemon di Lupin III.