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La lettera C, utilizzata per indicare l’unità principale del disco rigido nei computer Windows, è una convenzione che affonda le sue radici agli albori della storia dell’informatica. La risposta si trova infatti nella transizione dai floppy disk ai dischi rigidi e nell’evoluzione del software e dell’hardware negli anni ’80. Nei primissimi PC, infatti, le lettere A e B erano assegnate alle unità floppy, dispositivi di memoria portatili che permettevano di avviare il computer e gestire i dati. Quando i dischi rigidi, o hard disk, furono introdotti nei PC, questi furono identificati con la lettera successiva, ossia la C. Questa pratica, che inizialmente era una necessità tecnica, si è trasformata in uno standard usato ancora oggi.
Perché il disco locale viene contraddistinto con la C
Negli anni ’80, quando i personal computer cominciavano a diffondersi, la tecnologia dei dischi rigidi era ancora costosa e poco accessibile. I PC, come il celebre IBM PC, erano dotati di unità floppy da 5,25 pollici, capaci di contenere appena 360 kilobyte di dati, una quantità irrisoria rispetto agli standard attuali. I floppy disk erano utilizzati sia per avviare il sistema operativo che per archiviare programmi e file. La prima unità logica, contrassegnata con la lettera A, era destinata a questi dischetti. Se si possedeva una seconda unità floppy, questa veniva etichettata come B. Questo sistema consentiva una gestione più semplice dei dati: si poteva, ad esempio, avviare il sistema da A e utilizzare B per salvare i file o trasferire informazioni.

Con l’evoluzione tecnologica e la diminuzione dei loro costi di produzione, i dischi rigidi iniziarono a diffondersi a macchia d'olio nel mercato dei computer. Questi dispositivi di archiviazione, più capienti e veloci rispetto ai floppy, segnarono una vera e propria rivoluzione. Il sistema operativo MS-DOS, che era alla base della maggior parte dei PC dell’epoca (e che sostanzialmente era l'antenato del moderno Windows), però, era già progettato per riconoscere le unità floppy come A e B. Quando i dischi rigidi divennero comuni, furono pertanto assegnati alla lettera successiva disponibile: la C appunto. Questa scelta aveva anche una funzione pratica: mantenere le prime lettere riservate ai floppy garantiva che, in caso di problemi con l’hard disk, si potesse comunque avviare il computer utilizzando un dischetto di sistema.
La lettera C continua a essere usata ancora oggi
Nei decenni successivi, mentre i floppy venivano gradualmente abbandonati, l'utilizzo della C come lettera dell’unità principale rimase. Questo avvenne non solo per una questione di continuità con il passato, ma soprattutto perché l’industria dei computer si era ormai adattata a questa convenzione. Altri tipi di dispositivi di memoria, come i lettori CD e DVD, ereditarono quindi le lettere successive disponibili, come D ed E, e lo stesso dicasi per le unità USB e tutte le altre periferiche di archiviazione. Oggi, sebbene i floppy disk siano un ricordo lontano e persino l'uso di CD e altri supporti fisici sia sempre più blando (in favore dei servizi di cloud storage), l’unità principale continua a essere identificata con la lettera C e ora sapete anche il perché.