0 risultati
video suggerito
video suggerito
14 Luglio 2025
17:30

Le “domus de janas” in Sardegna sono il 61° patrimonio UNESCO italiano: cosa sono e dove si trovano

Le "domus de janas" o "case delle fate", tombe ipogee sarde risalenti al Neolitico, sono state dichiarate patrimonio dell'umanità UNESCO. Usate dai prenuragici e riutilizzate nei secoli, sono un affascinante mistero legato alle antiche usanze funebri.

2 condivisioni
Le “domus de janas” in Sardegna sono il 61° patrimonio UNESCO italiano: cosa sono e dove si trovano
domus de janas
Domus de janas in Sardegna.

Le domus de janas, in lingua sarda le "case delle fate", sono diventate patrimonio dell'umanità UNESCO. Queste costruzioni della Sardegna sono tombe ipogee scavate nella roccia risalenti al Neolitico, quindi molto più antiche dei ben noti nuraghi. Con questa delibera del 12 luglio, il Comitato del Patrimonio Mondiale, nel corso della sessione di Parigi, riconferma l'Italia il primo paese al mondo per numero di siti iscritti al patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

domus janas montessu
Domus de janas nella necropoli di Montessu, a Villaperuccio. Credit: Concu Giulio, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Le domus de janas sono più di 2000 su tutta l'isola, diffuse in ogni regione della Sardegna (anche se in numero minore in Gallura, la parte nordoccidentale), e vennero realizzate dalle popolazioni prenuragiche durante il Neolitico, a partire dal V millennio a.C., fino alle soglie dell'età del bronzo, attorno al 2200-2000 a.C. Si tratta di grotte artificiali scavate con strumenti di pietra, prima della lavorazione dei metalli, sui fianchi delle alture, isolate, o in vere e proprie necropoli con decine di tombe. Le domus de janas si caratterizzano per la loro architettura, molto complessa e varia. Le più semplici sono composte da un solo ambiente, mentre altre dispongono di nicchie per la deposizione dei defunti. Quelle più spettacolari presentano una successione di diverse camere e le pareti interne scolpite a ricordare le fattezze delle capanne nelle quali vivevano le comunità che le avevano realizzate, con tetti spioventi e travi di legno replicati nella pietra, con pareti dipinte oppure simboli come teste di toro o spirali scolpiti nella roccia.

Putifigari necropoli
Interno di una domus nella necropoli di Monte Siseri a Putifigari. Le pareti interne sono state scolpite a ricordare una capanna di legno, con tanto di travi e tetto spiovente. Credit: Gianni Careddu, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons.

Non sappiamo molto delle usanze funebri delle genti prenuragiche, anche perché questi ipogei vennero reimpiegati più volte nel corso dei millenni, portando alla dispersione dei resti umani e dei materiali archeologici più antichi. Le domus de janas furono reimpiegate con usi diversi già a partire dall'età del bronzo (2200-1000 a. C.), durante la fase nuragica della storia della Sardegna, per poi attraversare il periodo fenicio, punico, romano e medievale (alcune divennero delle chiese in epoca bizantina). Non era insolito fino a qualche decennio fa che fossero impiegate come ricovero per il bestiame o come magazzino. La loro grande antichità e i numerosi riusi alle quali le domus de janas sono state sottoposte nei millenni hanno reso molto difficile ricostruire il loro uso originario. Il loro nome in sardo, "case delle fate", testimonia il fascino e il mistero che dovevano esercitare questi anfratti artificiali in chi li vedeva nelle epoche successive: una credenza popolare le vedeva infatti come residenza delle janas, creature leggendarie con alcuni tratti a metà strada tra le fate e le streghe. Secondo la leggenda, infatti, queste antiche tombe sarebbero state le dimore delle janas, creature ibride tra le fate e le streghe.

Immagine
Interno di una domus del sito di S’elighe entosu, a Usini. Credit: Tanarighes, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

La candidatura UNESCO, formalizzata tra il 2021 e il 2023, vede le domus de janas come sito seriale, ovvero composto da più beni. Ad oggi le domus de janas più note e meglio conservate della Sardegna si trovano nella necropoli di Anghelu Ruju, vicino ad Alghero, nella necropoli di Montessu, a Villaperuccio, e nella necropoli di Sant'Andrea Priu, a Bonorva.

Fonti
Funerary Tradition in the Prehistory of Sardinia – The domus de janas
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views