
Donald Trump può davvero aggirare il divieto di essere eletto per il terzo mandato e candidarsi alle elezioni del 2028? Durante un'intervista del 30 marzo all'emittente televisiva NBC, l'attuale Presidente degli Stati Uniti non ha escluso questa possibilità. Già lo scorso gennaio Trump aveva aperto all'ipotesi, e nei giorni scorsi ha ribadito che «molte persone vogliono che lo faccia», pur chiarendo che «c’è ancora molta strada da fare, sapete, è ancora presto nell’amministrazione». A fermare le sue ambizioni ci sarebbe il 22esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che recita "nessuna persona potrà essere eletta più di due volte". Nonostante ciò, non è del tutto impossibile che questo accada tramite possibilità legali di aggirare questo divieto.
La Costituzione USA sul terzo mandato: il 22° emendamento
Sull'argomento, il 22esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti parla molto chiaro, secondo:
Nessuna persona potrà essere eletta alla carica di Presidente più di due volte, e nessuna persona che abbia ricoperto la carica di Presidente (o abbia agito come Presidente) per più di due anni di un mandato in cui un'altra persona è stata eletta Presidente, potrà essere eletta alla carica di Presidente più di una volta.
Questa misura è stata aggiunta alla Costituzione statunitense nel 1947 ed è entrata in vigore nel 1951 proprio per evitare quello che era accaduto con il Presidente Franklin Delano Roosevelt, eletto per ben quattro volte di seguito e morto pochi mesi dopo l'inizio del suo quarto mandato (12 aprile 1945).
Trump e le possibilità legali di aggirare il divieto del terzo mandato
I sostenitori del terzo mandato di Trump si stanno muovendo quindi per stralciare il 22esimo emendamento. Secondo la legge statunitense, modificare la Costituzione richiederebbe l’approvazione dei due terzi dei membri del Senato e della Camera dei rappresentanti, oltre al consenso di tre quarti dei governi statali del Paese.
I numeri, però, sono contro i trumpiani: a seguito delle elezioni di novembre 2024, il Partito repubblicano controlla entrambi i rami del Congresso, ma con maggioranze molto fragili (53 senatori su 100 e 220 congressmen su 435). Cifre che potrebbero cambiare a loro sfavore dopo le elezioni di metà mandato del 2026, con la rielezione di tutti i membri del Congresso e di 33 senatori.
Inoltre, al momento il Partito Democratico governa 18 dei 50 Parlamenti statali, quindi potrebbe essere più difficile per il Partito Repubblicano riuscire a ottenere il sostegno necessario per modificare la Costituzione (38 stati su 50 dovrebbero sostenere la modifica, per realizzarla).
Le ipotesi più "creative"
Un'idea molto particolare che circola tra i fedelissimi di Trump si basa sul fatto che il 22esimo emendamento vieta in modo esplicito solo la rielezione di un candidato, ma non la successione. Secondo questa teoria Trump potrebbe candidarsi come vicepresidente di un altro candidato – per esempio il suo attuale vicepresidente, J.D. Vance – alle prossime elezioni. In caso di vittoria, il candidato potrebbe giurare come Presidente e poi dimettersi, permettendo a Trump di subentrare attraverso la successione. Alcuni esperti fanno però notare che secondo il 12esimo emendamento della Costituzione "nessuna persona costituzionalmente non idonea alla carica di presidente può essere idonea a quella di vicepresidente degli Stati Uniti". In pratica, Trump nel 2028 non potrebbe candidarsi tanto per la Presidenza che per la Vicepresidenza.
Nel dubbio, nel gennaio 2025 il deputato repubblicano del Tennessee Andy Ogles ha presentato una risoluzione per un emendamento costituzionale che consentirebbe a un Presidente di servire fino a tre mandati – purché non siano consecutivi. Casualmente proprio la situazione in cui si troverebbe Donald Trump al termine del suo secondo mandato nel 2028.
