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8 Agosto 2025
11:08

Dormire dopo lo studio aiuta a ricordare meglio? Le conferme arrivano da un nuovo studio di Harvard

Durante il sonno non-REM, il cervello rafforza i ricordi grazie ai fusi del sonno, rapide scariche elettriche che aumentano nelle aree attivate dall’apprendimento. Uno studio su 25 adulti mostra che più fusi si generano, maggiore sarà il miglioramento della memoria sia motoria e dichiarativa.

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Dormire dopo lo studio aiuta a ricordare meglio? Le conferme arrivano da un nuovo studio di Harvard
sonno memoria e studio

Un nuovo studio conferma che dormire consolida il processo di apprendimento perché il cervello, durante il sonno non-REM, "ricalca" le tracce appena immagazzinate. Lo studio, pubblicato su Journal of Neuroscience, ci fa scoprire il ruolo dei fusi del sonno, delle rapide scariche elettriche cerebrali presenti nel sonno leggero: quando ci addormentiamo dopo aver imparato qualcosa di nuovo, come dimostrato nello studio, i fusi del sonno aumentano proprio nelle aree cerebrali che sono state attivate dall'apprendimento di quel determinato compito. Il lavoro va' ad aggiungersi all'insieme di ricerche che da anni suggeriscono che i sonnellini strategici e il buon sonno notturno siano molto importanti per il consolidamento di tutti i tipi di memoria, da quella legata a fatti ed eventi fino alla memoria motoria.

Cosa ha fatto e cosa mostra il nuovo studio

I ricercatori dell'Harvard Medical School hanno insegnato a 25 adulti a digitare una sequenza di tasti, che loro chiamano Motor Sequence Task. In seguito hanno registrato durante un pisolino diurno le tracce dell'elettroencefalogramma e quelle della magnetoencefalografia, una tecnica di neuroimaging che misura i campi magnetici prodotti dall'attività cerebrale: più attiva è un'area, più ci sarà attività elettrica e di conseguenza il campo magnetico in quel punto sarà elevato.

Dopo aver imparato la sequenza di tasti, durante il riposino i fusi del sonno aumentavano, soprattutto in corrispondenza delle aree motorie stimolate in precedenza dall'apprendimento stesso. E i soggetti in cui si registrava un maggiore incremento di attività elettrica, avevano poi un miglioramento sulla velocità di battitura al risveglio. Ciò significa che maggiore è l'attività dei fusi del sonno, meglio verrà ricordato il compito appreso.

Che cosa sono i fusi del sonno e perché incidono sulla memoria

I fusi del sonno sono raffiche di attività elettrica che si rilevano sull'elettroencefalogramma (con una caratteristica forma a "fuso") come una serie ravvicinata di onde tra gli 11 e i 16 Hz di frequenza, che durano dalla frazione di secondo a qualche secondo al massimo. I fusi si manifestano nelle fasi 2 del sonno, dette anche non-REM, circa 70-90 minuti dopo esserci addormentati. Questo vuol dire che i riposini più corti di trenta minuti, pur utilissimi per rinfrescare l'attenzione e riposare il cervello, non sono molto utili per consolidare l'apprendimento. Meglio un pisolino più lungo, di 60-90 minuti.

fusi del sonno memoria
Il tracciato elettroencefalografico del fusi del sonno (chiamati in inglese "Sleep Spindle").
Credit: Public domain, via Wikimedia Commons

Queste "scosse" sincronizzano neuroni lontani tra loro, favorendo la comunicazione con l'ippocampo, importante centro della memoria, e consolidando le connessioni tra le zone della corteccia cerebrale e il talamo. Le scariche ritmiche dei neuroni associate agli eventi di spindle sono quindi cruciali nel rafforzare le connessioni sinaptiche nel cervello e stimolare i centri della memoria.

Quali tipi di memoria beneficiano del sonno

La risposta breve è sì. I fusi del sonno, infatti, costituiscono un comportamento fisiologico talmente legato alla memoria che si può capire il tipo di informazione che una persona ha appreso prima di andare a dormire studiando l'attività e la localizzazione dei fusi nel suo cervello. Per esempio, un numero maggiore di fusi nella regione fronto-centrale sinistra è associato alla consolidazione della memoria verbale, mentre i fusi parietali sono legati alla consolidazione della memoria visuo-spaziale.

Quindi, nonostante sia necessario approfondire gli aspetti di questo affascinante ma complicato evento, i ricercatori ci dicono che i fusi del sonno svolgono un ruolo fondamentale su tutti i tipi di memoria, da quella memoria motoria (quella legata al movimento del corpo, come dimostrato dai ricercatori di Harvard) sia su quella dichiarativa (ricordare fatti ed eventi).

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