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Sarà capitato a tutti di passare una notte in bianco e sentirsi rallentati, irritabili, con la mente annebbiata e anche la più semplice attività sembra una montagna insormontabile. Dormire male o poco non ci fa invecchiare direttamente, ma influisce negativamente su tutto l'organismo dalla memoria, al sistema immunitario, dal metabolismo ai processi di riparazione dei tessuti. Tranquilli, non vi troverete anzitempo con bastone e dentiera per una notte in bianco, ma l’insieme dei danni della carenza di sonno cronica porta, oltre alle classiche occhiaie e borse, a una peggiore qualità di vita, influendo indirettamente anche sulle aspettative di vita. Definita dalla rivista Lancet come “un problema di salute pubblica trascurato”, la carenza di sonno è inoltre correlata a un maggiore rischio di fare incidenti, sia stradali che sul lavoro.
Dormire poco potrebbe influire negativamente su memoria e apprendimento
Il sonno non è un semplice stato passivo in cui ci mettiamo in stand-by, ma quando dormiamo in realtà il nostro organismo e il nostro cervello sono in piena attività. Infatti, durante il sonno, in particolare quello REM e a onde lente, vengono consolidati i ricordi, permettendoci di rinsaldare e immagazzinare nel cervello (soprattutto nell’ippocampo) quello che abbiamo vissuto e imparato durante il giorno. Dormendo poco o male, può aumentare il rischio di non ricordare le informazioni ed è per questo che un sonno adeguato è fondamentale nei processi di apprendimento.
Inoltre, durante il sonno avverrebbe una sorta di “depurazione” di sostanze nocive dal cervello, come la β-amiloide, una proteina il cui accumulo cerebrale è correlato allo sviluppo di malattia di Alzheimer. In particolare, già dopo una notte di sonno frammentato si nota un accumulo di questa proteina nell’ippocampo e nel talamo, zone deputate all’immagazzinamento e all’elaborazione dei ricordi e quindi della memoria.
Il sonno e gli ormoni: dalla fame alla rigenerazione dei tessuti
Dormire poco e in maniera frammentata è associato anche all’aumento del rischio di obesità e diabete, perché vengono influenzati negativamente la sensibilità all’insulina e i livelli di cortisolo, che a sua volta può interferire con la regolazione del glucosio. La carenza e i disturbi del sonno possono disturbare il delicato equilibrio anche di altri ormoni. Quando dormiamo poco, possono aumentare i livelli di grelina, l’ormone della fame, e diminuire quelli di leptina, l’ormone della sazietà, facendo sbilanciare queste due sensazioni (fame e sazietà) e aumentando il rischio di patologie metaboliche.
Durante il sonno, il nostro organismo è impegnato a riparare e rigenerare tessuti danneggiati o da sostituire ed è proprio mentre dormiamo che viene rilasciato l’ormone della crescita (Growth hormone, GH). Sonno scarso e frammentato, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, può infatti influire negativamente non solo su memoria e apprendimento, ma anche sui processi di crescita.
I possibili effetti sul sistema immunitario e il "sonno di bellezza"
La carenza di sonno può influire anche sul nostro sistema immunitario: aumentando le concentrazioni di molecole pro-infiammatorie, che, quando sono in eccesso, sono potenzialmente dannose per il nostro organismo; e diminuendo invece l’attività di linfociti e cellule Natural Killer, ossia la nostra prima linea di difesa che coordina sia la risposta immunitaria innata e immediata che quella a lungo termine. Questo si tradurrebbe in una minore capacità del sistema immunitario di rispondere alle minacce esterne, come virus e patogeni, esponendoci a un maggiore rischio di contrarre infezioni.
Inoltre, come qualsiasi nottambulo avrà provato sulla propria pelle, una notte insonne ha effetti anche sulla nostra pelle. D’altronde, si è sempre sentito parlare del cosiddetto “sonno di bellezza”. La carenza di sonno danneggia la funzionalità della barriera epidermica e porta a una maggiore perdita di acqua per via transdermica (ecco perché la pelle sembra più secca quando dormiamo male). Il tutto si traduce con pelle spenta, rughe più visibili, colorito irregolare e, ovviamente, borse e occhiaie.
L’impatto socio-economico della carenza di sonno
Non è solo il nostro organismo a essere danneggiato dalla carenza di sonno. Come riportato da Lancet, dormire una media di 6 ore a notte, anziché le classiche 7-9 ore, può portare a un rischio di mortalità superiore del 13%, anche a causa dell’aumento di incidenti stradali e sul lavoro e di errori medici.
Inoltre, sempre in base a questa analisi, si stima che solo nel 2025 le conseguenze della carenza di sonno in termini di assenteismo sul lavoro e perdita di produttività potrebbero portare a una perdita stimata di 718 miliardi di dollari nei cinque Paesi presi in considerazione nell’indagine (USA, Regno Unito, Giappone, Germania e Canada).