Nuova fase eruttiva dell’Etna, riprende l’attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est: i dati dell’INGV

L'Etna ha ripreso l‘attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est. A comunicarlo è l'Osservatorio Etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): dalle ore 21 del 18 giugno «l'ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato una tendenza all'incremento, pur se con andamento oscillante».

A partire dalle 2:00 di questa notte, poi, i valori del tremore vulcanico hanno raggiunto un livello alto. Il sistema di telecamere termiche dell'Etna ha infatti registrato un'attività stromboliana dai crateri sommitali, mentre è in corso l'emissione di ceneri.

Secondo il modello previsionale dell'INGV, l'eventuale nube eruttiva prodotta dall'attività del vulcano potrebbe disperdersi verso Nord-Est.

L'Osservatorio Etneo ha però fatto sapere che, a causa della presenza di una copertura nuvolosa, l'osservazione dei dettagli dell'attività è limitata: anche la localizzazione degli eventi infrasonici sta riscontrando dei problemi tecnici, ma è comunque possibile osservare un incremento del numero di eventi infrasonici caratterizzati da un'ampiezza modesta.

Al momento, comunque, non si registrano ricadute significative sulle zone abitate circostanti. Anche l'Aeroporto di Catania resta operativo, nonostante l'INGV abbia portato al livello rosso il VONA (Volcano Observatory Notice for Aviation).

Allerta VONA salita al livello rosso

A seguito della nuova fase eruttiva dell'Etna, l'INGV ha portato l'allerta VONA dal livello arancione al rosso, il più alto nella scala di allerta per l'aviazione civile.

Secondo il bollettino dell'Osservatorio, la nube di ceneri potrebbe muoversi in direzione Nord-Est, non comportando particolari interferenze con l'attività dell'Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini di Catania, che per il momento resta operativo ma sotto monitoraggio in caso di ulteriori sviluppi dell'eruzione.

L'ultimo bollettino settimanale dell'Etna

L'INGV ha pubblicato lo scorso 17 giugno il bollettino settimanale relativo all'Etna: i sistemi di monitoraggio avevano già registrato delle attività di degassamento «a regime variabile» dai crateri sommitali, con un'attività infrasonora su un livello medio-alto. Proprio per questo, negli scenari attesi, l'Osservatorio non aveva escluso la possibilità di una «rapida evoluzione dei fenomeni in corso verso un’attività più energetica con formazione di colonne eruttive, nubi di cenere e collassi di porzioni dei coni sommitali con formazione di flussi piroclastici».

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