Se parliamo di eruzioni vulcaniche, una tra le prime cose che vengono in mente sono lunghe colate di lava che scorrono lungo i fianchi del vulcano. Per quanto possa essere suggestiva da ammirare, però, la lava non è l'unico prodotto di un'eruzione: durante questi eventi i vulcani danno vita ad una grande quantità di prodotti, siano questi fluidi, solidi o gassosi. Ma quali sono i principali? E quali sono le loro caratteristiche?
Cosa viene eruttato dai vulcani?
Durante le eruzioni vulcaniche possono essere emessi diversi materiali che, per semplicità, possiamo dividere in fluidi, gassosi e solidi.
Fluidi
Tra tutti i prodotti dell'attività vulcanica, sicuramente quello più iconico è la lava. Ma di cosa si tratta esattamente?
Quando il magma contenuto all'interno di un condotto vulcanico viene liberato, perde il gas contenuto al suo interno. Ciò che rimane (ovvero quel fluido costituito unicamente da roccia fusa) prende il nome di lava e può essere emesso sia tramite delle colate che in modo molto più esplosivo, a seconda della tipologia di eruzione. Quando la lava solidifica può dar vita a rocce magmatiche effusive.
Tutte le lave sono uguali? Certo che no! Ne esistono di diverse tipologie e, a far la differenza tra l'una e l'altra, è principalmente la loro composizione chimica. In particolare il contenuto di silice può variare di molto le proprietà della lava: quanta più silice ci sarà e quanto più la lava sarà viscosa (cioè "farà fatica" a scorrere); quanto più la lava sarà viscosa, e tanto più esplosiva sarà l'eruzione di quel vulcano! La lava delle Hawaii, ad esempio, è poco viscosa e quindi le eruzioni sono poco esplosive; la lava del Vesuvio è molto più viscosa e quindi in passato le eruzioni sono state piuttosto esplosive.
Quindi ricordate: magma e lava sono due cose diverse!
Gassosi
Come abbiamo accennato in precedenza, il gas (o meglio, il suo aumento di pressione nel condotto vulcanico) è uno tra i più importanti fattori d'innesco delle eruzioni vulcaniche. L'origine dei gas è da ricercare nel degassamento del magma e la loro composizione è molto variabile: cercando di semplificare possiamo dire che la maggior parte è composta da vapore acqueo e CO2, oltre che a quantità minori di zolfo, cloro, fluoro e metano.
Lo studio dei gas è di estrema importanza sotto molti punti di vista. Innanzitutto i vulcani possono emettere quantità variabili di gas prima dell'eruzione vera e propria, così da fornire un campanello d'allarme alle autorità competenti – come accaduto ad esempio durante l'eruzione del Cumbre Vieja del 2021, alle Canarie. Anche dopo l'eruzione (specialmente se violenta) è buona norma studiare la composizione dei gas presenti nella colonna eruttiva: questi infatti possono avere un impatto non trascurabile sia sull'ambiente che sulla salute della popolazione locale.
Solidi
Durante le eruzioni, la fuoriuscita di gas dall'edificio vulcanico può trascinare con sé anche particelle solide o piccoli brandelli di lava che, viste le dimensioni relativamente ridotte, riescono a solidificarsi prima di toccare il suolo. Tutti questi prodotti solidi prendono il nome di materiali piroclastici e vengono classificati in base alla loro dimensione:
- cenere → minore di 2 mm;
- lapilli → tra i 2 e i 64 mm;
- blocchi e bombe → maggiore di 64 mm.
Nel momento in cui questi materiali raggiungono il suolo possono dar vita a degli accumuli che, in gergo tecnico, vengono definiti accumuli piroclastici. Un accumulo di ceneri, ad esempio, può dar vita al tufo; un accumulo di piroclasti più grossolani invece può formare una cosiddetta breccia.