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Il 9 luglio il vulcano Kilauea, alle Hawaii, ha dato vita ad un nuovo episodio eruttivo lungo 9 ore e caratterizzato da flussi e fontane di lava con un'altezza massima di 365 metri. L'eruzione ha preso vita dal Cratere Halemaʻumaʻu e attualmente, nonostante sia terminata, si registra ancora un basso di livello di degassamento, di sollevamento del suolo e di tremore sismico. Questo suggerisce che a stretto giro l'attività eruttiva potrebbe riprendere e proprio per questo il vulcano è in stato di osservazione: come riportato dalla stessa USGS, questo livello di allerta si applica quando il vulcano mostra un'intensa o crescente attività con un aumento del potenziale di eruzione, con tempistica incerta, oppure quando l'eruzione è in corso ma presenta rischi limitati. Per lo stesso motivo anche l'allerta relativa all'aviazione è a livello arancione. Di seguito un video delle ultime fontane di lava pubblicato su X dall'United States Geological Survey:
L'attività eruttiva appena conclusa si è concentrata unicamente nel cratere più settentrionale: quello a sud non è stato reattivo e, anzi, pare sia sepolto dal materiale eruttato dal cratere nord. La lava prodotta, come accade solitamente per questa tipologia di vulcano a scudo, è caratterizzata da una bassa viscosità che le permette di fluire in maniera non turbolenta lungo i fianchi del vulcano. Per quanto riguarda le emissioni gassose, queste sono composte principalmente da vapore acqueo (H2O), anidride carbonica (CO2) e anidride solforosa (SO2). Proprio quest'ultimo è quello potenzialmente più pericoloso per la salute umana. Infatti una sua reazione con i gas presenti in atmosfera può formare smog vulcanico e questo, a sua volta, può causar problemi respiratori se presente in alte concentrazioni. Proprio per questo le aree del parco nazionale a rischio a rischio sono state prontamente chiuse dalle autorità.
Oltre a questo rischio, le autorità segnalano anche quello relativo alla ricaduta di detriti e dei cosiddetti capelli di Pele. Secondo la tradizione locale, Pele sarebbe la dea associata al fuoco e questi "capelli" non sarebbero altro che sottilissimi filamenti di vetro basaltico che, trasportati dal vento, potrebbero causare irritazioni se in contatto con occhi o pelle.
