
Las Vegas, la città del peccato, torna al centro della scena mondiale del motorsport con la terza edizione del Gran Premio di Formula 1 che si disputerà domenica 23 novembre, con partenza alle 05:00 italiane, sul nuovo Las Vegas Strip Circuit, il circuito che tocca i luoghi più iconici della città inaugurato nel 2023. Si tratta del terzultimo appuntamento del campionato, ultima chiamata per le ambizioni iridate di Max Verstappen, che vinse proprio qui lo scorso anno il suo 4° titolo mondiale e che è chiamato ad una rimonta quasi impossibile nei confronti dei due piloti McLaren Lando Norris (+49 punti in classifica) e Oscar Piastri (+24 punti).
Ma non è la prima volta che Las Vegas ospita la F1: si corse anche nel 1981 e 1982 il “Caesars Palace Grand Prix”, in una città molto diversa da quella odierna e con un circuito ricavato nello spazio che oggi di fatto è occupato dal parcheggio del famosissimo Caesars Palace Hotel. Un evento, quello in arrivo questo weekend, tanto amato da alcuni quanto criticato da altri, che però fa emergere chiaramente la direzione che sta intraprendendo negli ultimi anni il brand “Formula 1”.
Perché la F1 punta forte su Las Vegas (e più in generale sugli USA)
Esistono diverse motivazioni che spingono la Formula 1 verso un’espansione nel mercato statunitense e verso eventi sempre più “cool & glamour”. Innanzitutto, la F1 negli Stati Uniti è considerato ancora uno sport emergente e relativamente poco seguito, che ha margini di crescita enormi, molto più ampi rispetto all’Europa in cui la F1 rappresenta una disciplina storica e consolidata da decenni.
A oggi sono ben tre le tappe del calendario che si disputano negli USA: Miami, Austin e appunto Las Vegas, rispettivamente a maggio, ottobre e novembre. Las Vegas inoltre è il simbolo globale dello spettacolo, del divertimento, dell'“entertainment” allo stato puro. Avere un Gran Premio con le monoposto che sfrecciano a oltre 300 km/h sulla Strip, davanti agli hotel e ai casinò più famosi del mondo, e che ruoti attorno a luoghi immediatamente riconoscibili al grande pubblico come The Sphere, è un’occasione per avvicinare al mondo delle corse un pubblico più generico, legato al mondo della moda, del lusso, e (spesso) dalle grandi disponibilità economiche.

Una corsa in notturna che strizza l’occhio ai VIP, alle luci scintillanti, ai party esclusivi, e a una lunghissima serie di eventi collaterali a cui è vietato mancare. Una vetrina semplicemente irrinunciabile al brand Formula 1 che fa un vero e proprio “all in” per raccogliere una nuova audience ben selezionata, a prescindere dal fatto che sia appassionata di motorsport.
È sport o puro spettacolo: le critiche pesanti sulla F1 a Las Vegas
Le grandi critiche, arrivate già nella prima edizione del 2023 e che si ripropongono ogni anno, arrivano da due diverse tipologie di pubblico: da un lato i “puristi” della F1, dall’altro chi a Las Vegas vive o lavora.
Gli integralisti del motorsport criticano la gara perché, a livello sportivo, non è particolarmente avvincente ma sembra solo un modo per dare visibilità alla F1 in un luogo che non le si addice. Il circuito è cittadino, senza particolari difficoltà, con un lunghissimo rettilineo sulla Strip (la via degli hotel e dei casinò) e un layout che favorisce la velocità pura rispetto alla tecnica e i sorpassi. L’intera gara diventa un momento “instagrammabile” per gli spettatori che hanno pagato migliaia di dollari per assistere all’evento in una delle innumerevoli lounge a disposizione, con annessi concerti ed eventi che prevedono la partecipazione dei piloti che poco hanno a che fare con lo sport vero e proprio.
Chi invece vive quotidianamente la città di Las Vegas si ritrova immerso in settimane di disagi. Il circuito, come detto, attraversa la trafficatissima Strip, e i celebri hotel di lusso diventano parte del set: il rettilineo principale passa davanti a hotel iconici come Bellagio, Caesars Palace, The Venetian, e i prezzi delle camere che si affacciano sul circuito schizzano alle stelle. Mettere in sicurezza, asfaltare e illuminare per una gara notturna questa strada significa di fatto bloccare l’intera città. Anche per i milioni di turisti che visitano Las Vegas, i giorni che precedono il Gran Premio sono un vero inferno. Le fontane del Bellagio, famosissime per i loro giochi d'acqua a tempo di musica, sono spente, coperte da un’enorme tribuna temporanea. Molti luoghi sono inaccessibili, spostarsi diventa complicatissimo, i controlli di sicurezza sono così capillari da rallentare la quotidianità cittadina. Ci si chiede quindi se vale la pena stravolgere una città che ospita ogni anno oltre 40 milioni di turisti per farne il grande palcoscenico di un evento motoristico.
Questa è la strada che vuole intraprendere la F1, nonostante le critiche
Il GP di Las Vegas rappresenta a pieno la strategia che ha intrapreso la Formula 1 per promuovere il proprio brand nel prossimo futuro:
- La ricerca di un pubblico nuovo, giovane, in mercati in cui il brand F1 non è ancora così radicato, USA in primis.
- Portare gare in luoghi che creino “l’evento” più che “la gara”, rincorrendo dinamiche che strizzino l’occhio al mondo social e lifestyle.
- Aumentare gli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti inserendo grandi aree hospitality, eventi esclusivi riservati agli sponsor e ad un pubblico super-selezionato ed esperienze che vadano oltre la gara in sè.
Las Vegas è il luogo ideale per poter raggiungere questi obiettivi e incarna perfettamente il bivio in cui si trova la F1 oggi: da una parte lo sport, la tecnica, la competizione pura, dall’altra l’intrattenimento, l’esperienza totale, il brand globale.