Las Vegas è una delle mete più note per chiunque sia interessato al gioco d'azzardo o a grandi spettacoli di intrattenimento. Situata nel bel mezzo del deserto del Mojave in Nevada, la "città del peccato" è ormai simbolo di una vita sfrenata – anche grazie ai numerosi film e romanzi ambientati in questo luogo. Ma, a differenza di quello che potrebbe sembrare, non è tutto rose e fiori: per anni molti casinò sono stati in mano alla malavita e ad oggi la città deve fronteggiare un problema idrico senza precedenti. Vediamo quindi le due anime di questa meta turistica, cercando di capire la sua origine, perché si trova in mezzo a un deserto e quali sono le principali sfide che deve affrontare.
Dove si trova e come è fatta la città di Las Vegas
Partiamo col chiarire un aspetto chiave, cioè che la Strip, cioè la famosa via con tutti i casinò, non si trova a Las Vegas: la città di Las Vegas in senso stretto è una normale metropoli (capoluogo della contea di Clark in Nevada) in cui vivono stabilmente quasi 3 milioni di persone. La Strip invece è un’area adiacente alla città ma che è controllata direttamente dalla contea, quindi non è sotto il controllo del sindaco e dunque non appartiene a nessuna città. Ovviamente è chiaro che chi va a Las Vegas città comunque lo fa per poi andare a vedere i casinò, sia quelli cittadini che quelli lungo la Strip. Considerate che complessivamente ci sono più di 156 mila stanze di hotel in grado di ospitare ogni anno oltre 40 milioni di turisti. La città è raggiungibile in auto, treno o aereo, e una volta lì i turisti che vogliono giocare d’azzardo hanno l’imbarazzo della scelta: stando agli ultimi dati disponibili, nel 2023 erano presenti 109.783 slot, 415 tavoli da poker e 4126 tra roulette, bingo e altri giochi.
Inutile dire che il giro di soldi è enorme: parliamo di un incasso intorno al miliardo di dollari al mese.
Perché Las Vegas è in mezzo al deserto?
La risposta a questa domanda in realtà è abbastanza semplice, nel senso che Las Vegas, in origine, era un’oasi in mezzo al deserto del Mojave. Infatti il nome “Las Vegas” dallo spagnolo e si può tradurre con “i prati”, proprio perché qui in passato c’era un’area verde! Per questo motivo nel corso del tempo la zona fu abitata da vari popoli, soprattutto come tappa intermedia per l’attraversamento del deserto tra le città di Salt Lake e Los Angeles.
Fino all’inizio del ‘900 si trattava comunque di una zona perlopiù disabitata e ci vivevano stabilmente circa 800 persone. La rivoluzione arrivò nel 1905, quando venne realizzata una rete ferroviaria per collegare proprio Salt Lake e Los Angeles che necessitava di un punto intermedio per ricaricare d’acqua il treno a vapore: quale punto migliore dell’oasi di Las Vegas? Per ricaricare l’acqua i treni ci mettevano circa un’ora e quindi non passò molto prima che iniziarono a sorgere nei pressi della stazione anche delle attività commerciali per intrattenere i passeggeri durante questa pausa.
Nel 1911 Las Vegas divenne ufficialmente città e, anche se all’epoca il gioco d’azzardo era illegale, iniziò di fatto a diffondersi sottobanco. La vera svolta arrivò però nel 1931, quando il presidente Franklin Delano Roosevelt fece costruire la diga di Hoover e, parallelamente, rese legale il gioco d’azzardo a Las Vegas. Questa fu una svolta per tre motivi:
- chi lavorava alla diga andava spesso a Las Vegas perché era l’unico centro abitato con dell’intrattenimento nella zona, e addirittura molti si trasferirono lì con le loro famiglie;
- la diga di Hoover avrebbe fornito la necessaria quantità di acqua ed energia alla città anche per gli anni a venire – anche se poi su questo punto ci torniamo più avanti;
- il gioco d’azzardo legalizzato spianò in città la strada per il business dei casinò, che a questo punto era pronto a decollare.
Perché si chiama “città del peccato”: la nascita della Sin City
Fin dal giorno zero i casinò a Las Vegas furono realizzati e gestiti perlopiù da persone con fedine penali… tutt’altro che pulite, come ad esempio Guy McAfee, ex-poliziotto di Los Angeles ricercato per giri di gioco d’azzardo e prostituzione. Oppure, altro esempio famoso, Bugsy Siegel, il mafioso che aprì nel 1947 il Flamingo, il primo maxi-casinò di Las Vegas che ha dato poi il via alla creazione di tanti altri giganti del gioco d’azzardo.
Attenzione: non tutti i mafiosi gestivano attività illegali. Infatti i casinò di per sé erano legali, quindi business legittimi, anche se poi molti non dichiaravano al fisco proprio tutto quello che guadagnavano e usavano i casinò per il riciclaggio di denaro. Ma questo è un altro discorso.
Ad ogni modo, il successo di Las Vegas non fu legato solamente ai casinò, ma anche all’intrattenimento che questi offrivano ai loro ospiti sia dal punto di vista sportivo, come numerosi incontri di boxe, sia dal punto di vista dell’intrattenimento. Una delle formule in assoluto più popolari fu quella del residency, cioè dove a rotazione alcuni artisti abitavano e si esibivano in esclusiva a Las Vegas. Icona di questo movimento fu senza dubbio Elvis, ma nel corso degli anni ne sono diventati simbolo anche gli U2, Frank Sinatra, Celine Dion, Elton John, Usher e tanti tanti.
Il controllo delle grandi compagnie
Passano gli anni e progressivamente il potere dei malavitosi inizia a diminuire in favore di vere e proprie compagnie che, uno dopo l’altro, acquisiscono la maggior parte dei casinò. Ripercorrere l’esatta cronologia degli eventi non è utile in questa sede perché ci sono state decine e decine di compagnie, di acquisizioni, di fusioni, di fallimenti e di cambi nome. Quindi per praticità meglio fare una panoramica di com’è la situazione oggi. Al momento a Las Vegas sono due le compagnie che fanno da padrone. La prima è la MGM Resorts che possiede 9 tra i principali casinò nella parte più meridionale della Strip, cioè:
- Aria;
- Bellagio;
- Cosmopolitan;
- Excalibur;
- Luxor;
- Mandalay Bay;
- MGM Grand;
- Park MGM;
- New York New York.
Mentre la rivale, la Caesar's Entertainment, ne possiede 8 nella stessa strada, ma nella porzione più a nord cioè:
- Caesars Palace;
- The Cromwell;
- Flamingo;
- Harrah's;
- Horseshoe;
- Linq / O'Sheas;
- Paris;
- Planet Hollywood.
Due compagnie, in sostanza, controllano metà strip ciascuna in modo piuttosto netto, e questo spiega anche come mai alcuni casino – ovviamente se della stessa compagnia – sono collegati direttamente tra di loro, permettendo ai clienti di andare da uno all’altro senza nemmeno dover uscire.
Da dove prende l'energia Las Vegas
Per alimentare Las Vegas serve una quantità di energia gigantesca: pensate che se guardiamo la Terra dallo spazio, la Strip è il punto più luminoso di tutto il pianeta. E la cosa non dovrebbe stupirci: la Sphere nei momenti di massimo consumo richiede la stessa quantità di energia che sarebbe sufficiente per alimentare 21 mila abitazioni del Nevada.
Vari portali web sostengono che Las Vegas sia la prima città ad essere alimentata totalmente da rinnovabili e che quindi i casinò avrebbero impatto zero. Beh, non è esattamente così: quello che è 100% alimentato da rinnovabili è il settore pubblico della città, quindi uffici, lampioni eccetera, ma non le case, le aziende e tanto meno i casinò. Anche perché tra l’altro, come dicevamo prima, la Strip non rientra nemmeno sotto il controllo della città di Las Vegas, e quindi a prescindere non può essere conteggiata in questi dati.
Ad oggi il Governo non ha reso pubblici dati in merito al mix energetico che alimenta la Strip, ma possiamo prendere come riferimento i dati del Nevada per avere un’idea, visto che i tre quarti dei consumatori di elettricità dello stato si trovano proprio a Las Vegas. Nel 2023 il 61% dell'elettricità proveniva dal combustibili fossili, soprattutto gas naturale, mentre il 39% da rinnovabili. Di questo 39%, l’idroelettrico della diga di Hoover è una frazione minuscola perché la maggior parte dell’energia prodotta viene utilizzata dagli stati confinanti. La maggior parte delle rinnovabili quindi sono legate all’energia solare. Alcuni casinò infatti, piccola nota positiva, stanno cercando di essere sempre più sostenibili, installando grandi quantità di pannelli solari, come l’MGM Grand che ha realizzato un parco solare da 280 mila pannelli chiamato Boulder Solar I.
Da dove prende l’acqua Las Vegas
Chiarito il discorso energia, l’ultimo aspetto di cui vi vorrei parlare è quello dell’acqua, visto che la maggior parte dell’acqua che si utilizza qui viene prelevata dal lago Mead, che è il bacino artificiale realizzato grazie alla diga di Hoover di cui parlavamo prima e che è alimentato dal fiume Colorado. Il punto è che negli ultimi anni il livello medio del fiume Mead è in costante diminuzione, e quindi è per questo che si parla di crisi idrica a Las Vegas. Poi certo, stanno mettendo in atto soluzioni per riciclare l’acqua e diminuire i consumi, ma la situazione comunque è molto delicata.