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21 Aprile 2023
7:30

Frane in Italia, ecco come avvengono e quali sono le principali tipologie

Le frane non avvengono sempre con le stesse modalità. La conformazione del territorio e il materiale coinvolto fanno la differenza: ecco spiegata la varietà di frane che troviamo nella nostra penisola.

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Frane in Italia, ecco come avvengono e quali sono le principali tipologie
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In Italia ogni anno si verificano centinaia di eventi franosi che causano vittime, feriti e danni a edifici e infrastrutture – come accaduto ad esempio a Ischia nel 2022. Ciò è dovuto, innanzitutto, al fatto che il 75% del territorio della nostra penisola è montuoso o collinare e spesso costituito da materiali argillosi con una bassa coesione o rocce molto fratturate. L’uomo ha poi contribuito a rendere sempre più instabili i pendii costruendo vie di comunicazione che tagliano i versanti, asportando materiale alla loro base e sovraccaricandoli con nuovi edifici. Questi fattori rendono fragile il territorio, ma il vero e proprio innesco delle frane è dovuto soprattutto a episodi di precipitazioni intense, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico.

In Italia ci sono oltre 620.000 frane (censite nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), con caratteristiche molto diverse a seconda del territorio in cui si trovano.

La definizione geologica di frana

Con il termine "frana" si intende il movimento di una massa di roccia, detrito o terra lungo un pendio, per effetto della forza di gravità. I movimenti franosi si verificano con una velocità che varia da alcuni millimetri all’anno a decine di metri al secondo e con un’ampia gamma di meccanismi. In base al tipo di movimento e al tipo di materiale coinvolto, la classificazione di Cruden e Varnes distingue diverse tipologie di frana: crolli, ribaltamenti, scorrimenti, colamenti e colate, espansioni laterali.

Le tipologie di frana più diffuse

Dove sono presenti versanti ripidi e rocce molto fratturate, come nelle zone alpine, si verificano frequentemente crolli e ribaltamenti. Dove invece sono presenti strati sedimentari con una componente argillosa, come nelle aree appenniniche, si assiste spesso a scorrimenti. Quando le precipitazioni sono particolarmente abbondanti, terra e detriti possono anche originare colamenti e colate, veri e propri flussi di materiale che scendono lungo il versante. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche dei diversi tipi di frana che possiamo osservare in Italia.

Crolli

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Frana per crollo. Credit: USGS

Dai versanti con pendenza prossima alla verticale e costituiti da roccia fratturata è possibile che si distacchino improvvisamente frammenti anche di grandi dimensioni. Dopo il crollo, questi materiali possono frammentarsi ancora, rimbalzare e rotolare anche molto lontano. Si tratta di frane pericolose, in quando molto rapide e poco prevedibili. I crolli si verificano facilmente dove un corso d’acqua o le onde del mare erodono la base del versante, privando le rocce del sostegno. In Italia sono frequenti nelle Alpi ad alta quota in estate, quando il ghiaccio che occupa le fratture delle rocce fonde.

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Crollo presso Campo di Trens, in provincia di Bolzano, nel 2019. Credit: IDROGEO.

Ribaltamenti

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Frana per ribaltamento. Credit: USGS

Una massa di roccia, detriti o terra può ruotare in avanti intorno a un punto situato al di sotto del suo baricentro, ribaltandosi. Questo movimento avviene in presenza di fratture e fessure sia orizzontali sia verticali, che si formano spesso nelle zone alpine: qui le variazioni di temperatura che fanno dilatare e contrarre ripetutamente la roccia e l’acqua che nelle fessure congela e scongela frantumano le rocce. Il ribaltamento, che può essere sia lento sia veloce, talvolta evolve in un crollo.

Scorrimenti (o scivolamenti)

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Frane per scorrimento rotazionale (A) e traslazionale (B). Credit: USGS

Negli strati sedimentari costituiti da marne, arenarie e argille possono avvenire distacchi lungo una superficie dalla forma arcuata, con la concavità verso l’alto. Dopo il distacco, la massa può scomporsi in più blocchi, che scivolano verso il basso ruotando in direzioni diverse e vanno a sovrapporsi sul terreno presente a valle. Questo tipo di frana è definito scorrimento (o scivolamento) rotazionale.
Nel caso in cui gli strati rocciosi scivolino gli uni sugli altri lungo piani inclinati si parla invece di scorrimento traslazionale. Questo tipo di frana è favorito dalla presenza di strati rocciosi con caratteristiche diverse (per esempio roccia coerente che poggia su materiale argilloso plastico), separati da piani orientati nella stessa direzione del versante, con inclinazione uguale o inferiore a quella del pendio. La massa che si distacca può rimanere relativamente intatta o disintegrarsi in blocchi.

Gli scivolamenti sono facilitati dall’infiltrazione di acqua tra gli strati e dall’azione erosiva dei corsi d’acqua al piede del versante. Sono tipici dell’Appennino e dei rilievi collinari delle Langhe, dove sono diffuse rocce sedimentarie con una componente argillosa.

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Scivolamento presso Bonvicino, in provincia di Cuneo, nel 1994. Credit: IDROGEO

Colamenti e colate

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Colata rapida di detriti (debris flow). Credit: USGS

Quando si verificano forti piogge, i terreni particolarmente argillosi si impregnano d’acqua e assumono un comportamento plastico. Si muovono verso valle spesso lungo i canaloni, sotto forma di colamenti lenti. La loro velocità è maggiore al centro rispetto ai bordi: queste differenze conferiscono al colamento una caratteristica forma a lobi. Queste frane sono particolarmente diffuse lungo l’Appennino e, anche se lente, possono causare gravi danni.

Nelle zone alpine e in quelle vulcaniche possono verificarsi colate rapide di detriti (debris flows) e di fango (mud flows). Nelle colate di detriti i materiali coinvolti sono grossolani (come i depositi alluvionali), mentre nelle colate di fango sono fini (come i prodotti dell’alterazione delle rocce o le ceneri vulcaniche).
A causarle possono essere forti piogge, ma anche la fusione di neve e ghiaccio. La colata, costituita da sedimenti, acqua e aria, si muove verso valle a velocità molto elevate, inglobando altri materiali e travolgendo tutto ciò che incontra. Spesso scende lungo un canalone, al termine del quale si apre a ventaglio, ricoprendo di fango e detriti eventuali insediamenti urbani.

Espansioni laterali

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Frana per espansione laterale. Credit: USGS

Dove masse rocciose rigide e fratturate poggiano su terreni a comportamento plastico, possono verificarsi espansioni laterali. Sotto la pressione delle rocce, lo strato inferiore comincia a muoversi molto lentamente verso valle. In questo modo trascina le rocce sovrastanti, che si frammentano in blocchi. Si tratta di movimenti che possono interessare grandi spessori di materiale e che in superficie si manifestano con solchi nel terreno.

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Espansione laterale a Nurallao, in Sardegna, nel 2005. Credit: IDROGEO
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