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Frana di Ischia: la spiegazione dell’innesco e le possibili soluzioni per prevedere questi fenomeni

La frana che ha colpito Ischia, purtroppo, ha causato diverse vittime e dispersi. In questo video vedremo cosa ha innescato l'accaduto e il ruolo della prevenzione e del monitoraggio.

28 Novembre 2022
12:58
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Frana di Ischia: la spiegazione dell’innesco e le possibili soluzioni per prevedere questi fenomeni
ischia frana novembre 2022

L'isola di Ischia è stata colpita da una frana sabato 26 novembre 2022. L'evento ha causato sia vittime che dispersi e sempre più spesso in queste ore ci si chiede se si sarebbe potuto evitare un evento del genere e cosa è stato fatto nel campo della prevenzione. In questo video non solo ricostruiremo l'accaduto, ma andremo anche a vedere qual è la situazione italiana nel campo della prevenzione dai rischi idrogeologici, come quello che ha colpito il comune di Casamicciola.

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La geologia di Ischia

Per prima cosa è necessario fare una brevissima panoramica sulla geologia di Ischia. Si tratta di un'isola vulcanica, composta sia da rocce dure (che si trovano più in profondità e fanno da "base") che da rocce più friabili (situate in superficie e spesso sciolte, paragonabili – per capirci – a sabbia o terriccio). Questo strato più superficiale è composto sostanzialmente da ceneri e lapilli di eruzioni passate e, in caso di violente piogge, è possibile che questo terreno non sia in grado di drenare l'acqua, dando vita ad una frana.

Il rischio idrogeologico in Italia

Quando si tratta di frane in Italia, di novità non ce ne sono: il 70% delle frane identificate in Europa si trovano sul territorio italiano. L’Italia è geologicamente predisposta a fenomeni franosi, soprattutto nelle zone più interne dove ci sono i rilievi. È un territorio sismicamente e tettonicamente molto attivo ed è geologicamente giovane, quindi ricco di rilievi (non ancora erosi dal tempo) che, ricoperti spesso da sedimento non consolidato o sciolto, sono a frequenti fenomeni franosi.

In realtà nel corso degli anni i geologi hanno fatto e fanno il loro compito molto bene, come dimostrato dalle carte del dissesto idrogeologico delle autorità di bacino. Si tratta di carte che ci permettono di conoscere quali sono le aree ad alta pericolosità che, nel corso dei decenni, sono state identificate, classificate e messe su carta. Pensate che ad oggi sono state perimetrate circa 800 mila frane, sia in atto che potenziali. Quindi, vi chiederete, se sappiamo tutte queste cose perché non vengono presi provvedimenti adeguati?

Il ruolo della politica

Il punto, oggi, non è di carattere tecnico-scientifico ma politico. Per evitare di avere nuovamente fenomeni di questa portata sarebbe necessario destinare molte più risorse per combattere il rischio idrogeologico in Italia. Le soluzioni esistono ma, come ci ha raccontato anche l'ex presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Francesco Peduto, è estremamente complesso riuscire a fare approvare delle nuove proposte. Queste le sue parole:

Quando ero presidente del consiglio dei geologi, presentai insieme al mio staff una proposta di misure non strutturali [cioè di misure preventive, n.d.r.]; riuscimmo a parlare anche con l’allora ministro degli interni e il ministro dell’Ambiente; la proposta piacque parecchio, ma purtroppo dopo poco tempo il governo cambiò per cui ci ritrovammo punto e da capo.

L'abusivismo edilizio

A questo si aggiunge una seconda questione di grande rilevanza: l'abusivismo edilizio. Senza dilungarci, possiamo dire che se i geologi identificano delle zone a rischio e suggeriscono di non costruire in certe zone…in quelle zone non si dovrebbe costruire. E non si dovrebbe costruire non per dispetto a qualcuno ma perché quelle aree sono pericolose. Considerate che il rischio aumenta all’aumentare dell’esposizione e della vulnerabilità. Se la frana avviene in una zona disabitata, il rischio di perdite di vita è ZERO. Se ci sono delle case, è elevato.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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