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Un recente studio del Copernicus Climate Change Service (C3S) ha rilevato che giugno 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato nella storia: la temperatura media dell'aria in superficie ha raggiunto i 16,46 °C, ovvero 0,47 °C al di sopra della media di giugno tra il 1991-2020.
Tutto questo succede mentre l'Italia continua a bruciare: un rogo di grandi dimensioni è divampato in un campeggio a Castiglione della Pescaia (GR) costringendo i Vigili del Fuoco a evacuare i 600 turisti ospiti della struttura. Nel frattempo, lo spazio aereo sopra all'Aeroporto di Olbia è stato momentaneamente chiuso a causa di un incendio scoppiato lungo la strada statale. Le fiamme hanno poi colpito una pineta a Metaponto (MT) e a diverse zone di Otranto (LE), con 150 ettari di macchia mediterranea andati bruciati: in entrambi i casi, il forte vento che ha reso più difficile l'intervento dei soccorritori.
Ma, quindi, è il riscaldamento globale a causare tutti questi incendi? Non proprio. Il riscaldamento globale non può essere considerato la causa diretta dei violenti incendi scoppiati nelle ultime settimane anche se le temperature elevate, insieme alle piogge sempre meno frequenti (che rendono la terra più arida), sono due condizioni ambientali che favoriscono la nascita e la diffusione degli incendi, soprattutto nelle zone boschive.
Riscaldamento globale, caldo e incendi: i dati Copernicus
Il Copernicus Climate Change Service (C3S) ha confermato che giugno 2025 è stato il terzo giugno più caldo a livello globale, dopo i due record del 2023 e del 2024. L'Europa, in particolare, ha registrato una temperatura media di 20,49 °C, ben 2,81 °C sopra la media registrata nel giugno 1991-2020. Ma, quindi, il riscaldamento globale è la causa diretta degli incendi scoppiati nelle ultime settimane? Non proprio.
Sicuramente, le temperature medie sempre più elevate, unite alle piogge sempre meno frequenti (che rendono la terra più arida), sono due condizioni ambientali che favoriscono la nascita e la diffusione degli incendi, soprattutto nelle zone boschive.
Nello specifico, in aree boschive come il campeggio di Castiglione della Pescaia o la pineta di Metaponto, se non piove da settimane la vegetazione risulta più esposta ai raggi del Sole, con il calore che farà evaporare la maggior parte dell’acqua presente nelle piante rendendole un combustibile molto efficace per far propagare le fiamme.
In altre parole, le alte temperature rendono la terra e le zone boschive più aride: questi periodi di forte siccità rendono la terra più arida e fanno sì che gli incendi, anche se dolosi, riescano a propagarsi velocemente per centinaia di ettari.
Non a caso, sempre secondo i dati riportati da C3S, giugno 2025 è stato più secco rispetto alla media sia nell’Europa occidentale e meridionale, che nel Regno Unito e in alcune regioni della Scandinavia meridionale.

Anche la temperatura del Mediterraneo ha raggiunto un nuovo record: a giugno 2025, nel Mediterraneo occidentale, è stata registrata la più alta temperatura della superficie del mare (SST) giornaliera per l’intera regione a giugno (27 °C), corrispondente alla più alta anomalia giornaliera SST mai rivelata in qualsiasi mese (3,7°C sopra la media).
La situazione attuale degli incendi: gli ettari bruciati in Europa
Al momento, comunque, la situazione degli incendi in Italia è tornata sotto controllo: per domare le fiamme, però, i Vigili del Fuoco hanno dovuto utilizzare delle autobotti dell'Esercito e cinque Canadair. Lo spazio aereo di Olbia è stato riaperto e l'Aeroporto è tornato pienamente operativo, dopo che diversi voli in arrivo sono stati dirottati verso Cagliari, Alghero e Roma. Sul luogo sono intervenute diverse squadre del corpo forestale e dei Vigili del Fuoco, insieme a diversi elicotteri della flotta regionale e un Canadair.
Quest'anno, però, la stagione degli incendi si sta rivelando particolarmente violenta in tutta l'Europa: all'8 luglio sono già bruciati circa 18.789 ettari in tutta l'Unione Europea, più del doppio rispetto alla media del periodo 2006-2024 che si ferma a 9.345 ettari.

Oltre a essere particolarmente violenti, questi incendi stanno colpendo l'Europa in anticipo rispetto agli anni passati: come è possibile vedere anche dal grafico, generalmente la stagione dei roghi estivi raggiunge il suo picco tra la fine di giugno e le prime settimane di settembre. Nel 2025, però, nell'Unione Europea gli incendi sono arrivati in maniera aggressiva prima del previsto, con la curva degli ettari bruciati che si è impennata già alla fine di maggio.
Nelle scorse settimane, infatti, oltre agli incendi che sono scoppiati in Italia, da Roma fino alla Sardegna, anche la Francia è stata colpita dalle fiamme (che hanno raggiunto il centro di Marsiglia), mentre nelle isole greche di Creta e Chios sono divampati diversi roghi che hanno causato la perdita di oltre 8.000 ettari.