Famosa in tutto il mondo per i suoi effetti devastanti, oggi l'eroina è una delle droghe più pericolose in circolazione. Ma cosa accade esattamente al corpo e al cervello quando viene assunta? E perché è tanto dannosa per il nostro organismo?
Che cos’è l’eroina?
L’eroina è una sostanza semisintetica ottenuta per reazione della morfina con l'anidride acetica. La morfina, a sua volta, si ottiene dall’oppio: una sostanza bianca e lattiginosa che si trova nei baccelli di alcune specie di papavero.
Il nome scientifico dell’eroina è diacetilmorfina, ‘Eroina’ è solamente il nome commerciale. Infatti, anche se può sembrare assurdo, fino agli anni ‘20, l’eroina poteva tranquillamente essere acquistata in farmacia come un normalissimo analgesico. Fu ritirata dal commercio e proibita solamente qualche anno più tardi, quando ci si accorse che oltre a far passare tosse e mal di testa, aveva anche diversi altri effetti tutt’altro che positivi.
Si presenta in diverse forme, per lo più in polvere: le più comuni sono l’eroina bianca e l’eroina base, anche detta ‘brown sugar’, e può essere assunta attraverso diverse modalità.
Gli effetti dell’eroina sul cervello
Una volta assunta la sostanza, l’effetto è pressoché immediato. In pochi secondi il corpo viene pervaso da un fortissimo senso di piacere. Viaggiando nel sangue, infatti, raggiunge facilmente il cervello ed è proprio qui che, perdendo i suoi gruppi acetili, si trasforma in morfina e nei suoi derivati, andando quindi ad agire sui recettori oppioidi, ossia dei recettori che regolano il dolore.
Il nostro corpo produce già autonomamente alcuni antidolorifici: i cosiddetti oppioidi endogeni. Questi, quando proviamo dolore, si vanno a connettere ai recettori oppioidi interrompendo di fatto l’impulso del dolore e agendo quindi come antidolorifici. Tra i principali ci sono ad esempio le endorfine, prodotte dal nostro corpo per darci un po’ di tregua quando il dolore è eccessivo, ad esempio dopo una grave contusione o durante un grande uno sforzo fisico.
Gli oppioidi esogeni (quelli che invece non produciamo noi), come l’eroina, agiscono esattamente allo stesso modo: si vanno a connettere agli stessi recettori oppioidi dandoci gli stessi effetti.
Il problema però è che non agiscono solamente sui recettori del dolore, ma anche su quelli che regolano la produzione della dopamina: il neurotrasmettitore della ricompensa.
In questo modo il cervello si riempie di dopamina a dismisura, causando nell’individuo una forte euforia e la conseguente dipendenza dalla sostanza. Infatti, più un gesto che compiamo causa il rilascio di dopamina e più saremo spinti a ripeterlo in continuazione.
Gli effetti fisici dell’eroina
Uno degli effetti dell’eroina più riconoscibili dall’esterno è la miosi, ossia il restringimento delle pupille, che possono arrivare a raggiungere un diametro inferiore ai 2mm.
Questo effetto la differenzia da altre sostanze come la marijuana o la cocaina che, al contrario, causano un allargamento delle pupille che prende il nome di midriasi.
Inoltre l’eroina è responsabile di una serie di altri effetti a breve termine tra cui: bocca secca, senso di calore, nausea, forte prurito e sonnolenza. Dopo i primi secondi di intenso piacere, il consumatore di eroina passerà diversi minuti in preda all’euforia, per poi ritrovarsi per diverse ore rilassato e tranquillo: in uno stato di pace dovuto alle proprietà ansiolitiche della sostanza.
Il problema però, è che tutte queste sensazioni piacevoli presentano un conto salatissimo da pagare a causa della forte dipendenza che questa sostanza è in grado di creare in chi la assume. Ciò spinge il consumatore a volere dosi sempre più massicce con lo scopo di riprovare quelle stesse sensazioni delle prime volte.
Questo però impossibile! Il nostro cervello, infatti, si abitua ben presto alla sostanza, iniziando ad avere sempre più difficoltà nel produrre dopamina. Fino ad arrivare a uno stato in cui di fatto, per il consumatore, non ci sarà più nulla al mondo in grado di procurargli piacere, gettandolo in uno stato di profonda tristezza e sviluppando una forte dipendenza.
L’eroina ha anche diversi altri effetti a lungo termine a dir poco devastanti: insonnia, collasso di vene e vasi sanguigni, ascessi purulenti che si formano sulla pelle e diverse malattie a fegato, cuore e reni. Inoltre, il consumo per via endovenosa aumenta notevolmente il rischio di contrarre l’HIV a causa degli aghi infetti. A tutte queste problematiche si vanno a sommare anche gravi disturbi psicologici, tra cui ansia, disforia e depressione.
Perché l'eroina è una sostanza così fatale
Non va dimenticato poi, che l’eroina è una delle droghe più pericolose in circolazione per via della facilità con cui causa overdosi anche fatali. In media una dose letale di eroina è di 100 mg circa, mentre una dose normale oscilla tra i 20 e i 30 mg. Capite bene che parliamo di quantità minime e che quindi sbagliare ed esagerare, specialmente nelle condizioni psicofisiche in cui si trova un eroinomane, non è poi così difficile.
Un’overdose da eroina può facilmente causare depressioni respiratorie e ipossia: una condizione di carenza di ossigeno dei tessuti dell’organismo che può portare a un vero e proprio blocco respiratorio con la conseguente morte per asfissia.
La forte dipendenza causata dall’eroina, inoltre, può spingere il consumatore a fare qualsiasi cosa pur di procurarsi una dose. Persino l’individuo più ligio alle regole potrebbe quindi trovarsi a compiere gesti criminali, mettendosi nei guai pur di reperire il denaro necessario.
Ciò accade perché l’astinenza da eroina è forse una delle condizioni più orribili in cui ci si possa trovare. Quello che l’eroinomane cerca di evitare a tutti i costi, infatti, è proprio la crisi di astinenza. Una condizione terribile di dolore e disperazione che si prova in seguito all’assenza prolungata della sostanza. Questa condizione è caratterizzata da sudori freddi, febbre, dolore agli arti, attacchi di vomito, crampi, tremori, senso di abbandono e sensazione di morte imminente. Insomma tutte sensazioni che non valgono assolutamente il piacere della prima dose.