0 risultati
video suggerito
video suggerito
27 Luglio 2024
6:00

Il rover Perseverance potrebbe aver trovato in una roccia indizi di vita microbica su Marte

La scoperta del rover Perseverance della NASA su Marte e la scoperta di Cheyava Falls è un passo nella ricerca di possibili tracce di vita sul pianeta rosso.

1.090 condivisioni
Il rover Perseverance potrebbe aver trovato in una roccia indizi di vita microbica su Marte
Cheyava-Falls-su-Marte-750x375
Credit: NASA/JPL–Caltech/MSSS

Il rover Perseverance della NASA, ribattezzato "il geologo a sei ruote", potrebbe aver trovato sulla superficie di Marte una delle migliori indicazioni finora rinvenute di firme chimiche e strutture create da forme di vita microbiche che si pensa abbiano abitato il pianeta rosso miliardi di anni fa. Questa è la conclusione, per ora parziale, a cui sono giunti i ricercatori della NASA analizzando la roccia ribattezzata "Cheyava Falls" che giace sul fondo del cratere Jezero, una antica valle fluviale larga 400 metri, scavata dall'acqua liquida più di 3 miliardi di anni fa.
Le analisi sono state condotte principalmente con lo strumento SHERLOC (Scanning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) che ha mostrato la presenza di composti organici all'interno della roccia, i mattoni fondamentali della vita. Tutte le analisi che sono possibili sulla superficie del pianeta sono state condotte da Perseverance, di conseguenza per poter scartare origini diverse dalla vita sarà necessario raccogliere questi campioni e riportarli sulla Terra, un obiettivo che purtroppo è ancora lontano nel tempo, ma a cui la NASA e l'ESA stanno lavorando col programma di missioni Mars Sample Return (MSR).

La scoperta della roccia da parte di Perseverance

La roccia "Cheyava Falls", lunga circa un metro, è stata rinvenuta dal rover Perseverance della NASA il 21 luglio, mentre il piccolo robot geologo esplorava il cratere Jezero, sul bordo della antica valle fluviale Neretva Vallis, più o meno a cavallo dell'equatore di Marte.

Questa valle è stata scavata dall'acqua liquida che scorreva su Marte più di tre miliardi di anni, di conseguenza ciò la rende un luogo ideale dove cercare firme chimiche e strutture attribuibili ad antiche forme di vita microbiche.

Immagine
Panorama di 360 gradi di Marte ripreso dal rover Perseverance. La roccia “Cheyava Falls” è stata rinvenuta nella zona centro–destra dell’immagine, a circa 100 metri dal rover. Credits: NASA/JPL–Caltech/ASU/MSSS

Durante l'esplorazione fotografica della zona, il team di Perseverance ha notato una roccia a forma di punta di freccia piena di vene biancastre che ha subito destato la loro attenzione.

Dopo aver diretto il rover in quella zona, Perseverance ha iniziato a fotografare e analizzare questa roccia usando i suoi strumenti di bordo, tra cui lo strumento SHERLOC, uno spettrografo in grado di determinare la composizione chimica delle rocce, e lo strumento PIXL (Planetary Instrument for X-ray Lithochemistry), un imager a raggi X per l'analisi chimica delle rocce.

Come è fatta la roccia scoperta da Perseverance

"Cheyava Falls", dal nome di una cascata del Grand Canyon, possiede lungo tutta la roccia grandi vene bianche di solfato di calcio, intervallate da fasce di materiale rossastro che suggerisce la presenza di ematite, uno dei minerali che conferisce a Marte il suo caratteristico colore che lo ha portato ad essere ribattezzato "il pianeta rosso".

Immagine
Immagine della roccia “Cheyava Falls” rinvenuta su Marte dal rover Perseverance. Credits: NASA/JPL–Caltech/MSSS

All'interno delle vene biancastre sono stati trovati cristalli di olivina di dimensioni millimetriche, un minerale che si forma dal magma, mentre all'interno delle bande rossastre Perseverance ha trovato dozzine di macchie biancastre di forma irregolare, anch'esse millimetriche, ciascuna circondata da materiale nero, che rendono queste macchie simili a quelle di leopardo.

Analizzando le macchie con gli strumenti PIXL e SHERLOC, Perseverance ha determinato che l'anello nero delle macchie di leopardo contiene ferro, fosfato, ma soprattuto composti organici, i mattoni fondamentali della vita.

Le possibili conseguenze della scoperta

Le macchie mostrate dalla roccia "Cheyava Falls" sono state una grandissima sorpresa per gli scienziati. Sulla Terra, infatti, questo tipo di caratteristiche sono delle prove tangibili di reazioni chimiche associate alla vita microbica, poiché utilizzate da quest'ultime come fonte di energia. Senza contare che la presenza stessa di molecole organiche è un altro forte indicatore di vita, costituendone i mattoni essenziali.

L'altro grande fattore di novità in questa scoperta è che è la prima volta che vengono rilevati in un campione marziano in maniera contemporanea sia i composti che forniscono una fonte di energia per i microbi, sia la presenza di sostanze organiche associate ai microbi stessi.

Possibili spiegazioni non biologiche

Un origine biologica non è naturalmente l'unica spiegazione plausibile alle caratteristiche mostrate da "Cheyava Falls". Ad esempio, una delle ipotesi è che la roccia fu inizialmente depositata come fango mescolato a composti organici che alla fine si cementarono in roccia, salvo poi successivamente venire attraversata da fluidi ricchi in minerali che hanno creato le vene bianche di solfato di calcio.

Immagine
Rappresentazione schematica della scala CoLD, il processo di revisione a 7 fasi che la NASA usa per confermare o smentire l’origine biologica dei rilevamenti su Marte. Credits: NASA/Aaron Gronstal

Carl Sagan affermava che "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie". Per questo la NASA, prima di dare per certa l'origine biologica delle caratteristiche di "Cheyava Falls", sottoporrà le prove ad un processo in sette fasi, noto come scala CoLD (Confidence of Life Detection), atto a confermare o ad escludere in maniera categorica che siano proprio stati i microbi extra-terrestri su Marte ad essere responsabili delle caratteristiche mostrate dalla roccia marziana.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views