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3 Febbraio 2023
7:30

Gli scavi italiani delle piramidi di Cahuachi in Perù, una meraviglia poco conosciuta a Nazca

Quante persone hanno sentito parlare di piramidi in Perù e quanti sanno che è anche merito di ricercatori e archeologi italiani se oggi possiamo parlare della Grande Piramide dei Nazca?

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Gli scavi italiani delle piramidi di Cahuachi in Perù, una meraviglia poco conosciuta a Nazca
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Dal 1982 in poi, un'equipe di archeologi italiani ha fatto emergere dal deserto più di 34 costruzioni monumentali, tra cui delle  piramidi, a Cahuachi, vicino alla costa meridionale del Perù. Si tratta del più grande centro cerimoniale in mattoni crudi al mondo, costruito in 5 fasi tra il 450 a.C e il 450 d.C. Quanti di voi lo sapevano? Probabilmente pochi e, invece, a circa 30 km dalla città di Nazca e dalle più famose linee di Nazca, anticamente esisteva un importantissimo sito di pellegrinaggio ora studiato dal cosiddetto "Progetto Nasca", diretto dall'archeologo italiano Giuseppe Orefici.

Il progetto si propone di localizzare la zona di espansione della cultura Nazca (nome che indica anche il popolo che abitava anticamente vin quest'area), mettendo in relazione i principali siti abitativi con il grande centro cerimoniale di Cahuachi e le linee di Nazca. A partire dal 1990 il sito è stato oggetto di scavi quinquennali. Scopriamo il sito di Cahuachi e i suoi principali monumenti, come la Grande Piramide (o Gran Pirámide).

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La città cerimoniale di Cahuachi

Il sito archeologico di Cahuachi è localizzato sulla riva sinistra del Rio Nazca, dalle cui acque era fortemente dipendente. Il centro religioso fu infatti edificato alla base della valle dove la falda freatica sgorgava naturalmente in superficie. Non a caso la presenza dell’acqua, fondamentale per le pratiche agricole e rituali, fu determinante per la costruzione di Cahuachi: considerata simbolo di potere, l’acqua a Cahuachi era gestita dalla casta sacerdotale. Per le sue particolari caratteristiche edilizie, infatti, Cahuachi fu interpretato come un centro cerimoniale dall’archeologo e antropologo americano William Duncan Strong già nel 1957 (i primi studi nell'area cominciarono nel 1922).

A partire dagli anni Novanta le indagini del Progetto Nasca, attivo ancora oggi, hanno consentito di suddividere il centro cerimoniale in due nuclei principali, delimitati da cinte murarie in mattoni crudi che avevano una funzione non tanto difensiva, ma di separazione delle pratiche rituali che si svolgevano al loro interno. Sono stati portati alla luce piramidi e grandi templi, mentre in nessun settore sono state rinvenute abitazioni. Cahuachi aveva una funzione prettamente religiosa, rituale e direzionale e quindi probabilmente è il nucleo dal quale la cultura Nazca si irradiò per quasi nove secoli, dal 450 a.C. al 400 d.C., dominando gran parte dell’attuale Perù.

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Nel corso della sua storia evolutiva Cahuachi attraversò cinque diverse fasi costruttive, cambiando tecniche e materiali da costruzione senza però vedere alterata la funzione dei principali settori e monumenti della città. Nei nove secoli di vita del centro religioso furono edificati 34 gruppi di templi su una superficie complessiva di 24 km2. Solo il Rio Nazca separa le rovine di Cahuachi dalla Pampa di San José in cui si trovano le famose linee: questo ha portato molti studiosi a ritenere che esistesse un collegamento ideologico e rituale tra i geoglifi e il centro cerimoniale.

Attualmente gli studiosi che si sono occupati di Cahuachi concordano nel ritenerlo il principale luogo sacro della Valle del Rio Grande, meta di pellegrinaggi che coinvolgevano tutta la popolazione locale. Alcuni hanno voluto addirittura definire Cahuachi il “Vaticano Preispanico” considerata la maestosità delle sue costruzioni e la loro rilevanza per le popolazioni locali.

Le principali costruzioni di Cahuachi

Gli edifici rinvenuti a Cahuachi erano tutte strutture templari terrazzate, costruite all’interno di grandi recinti cerimoniali, con scale che consentivano l’accesso alle varie terrazze. La tecnica costruttiva impiegata prevedeva l’uso dei cosiddetti adobes, mattoni crudi che venivano poi intonacati con argilla e colorati.

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In diversi momenti dell’anno il centro di Cahuachi si apriva al pubblico e diveniva meta di grandiosi pellegrinaggi, come suggeriscono le tantissime offerte votive che sono state rinvenute all’interno degli edifici sacri: tessuti pregiati, strumenti musicali come tamburi e antare (simili a flauti di Pan), animali sacrificati (soprattutto porcellini d’India), preziosi vasi in ceramica.

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Tra i 34 gruppi di edifici templari ve ne sono alcuni che spiccano per monumentalità e peculiarità dei rinvenimenti. La Grande Piramide rappresenta sicuramente l’edificio più emblematico dell’intero complesso. Questo impressionante monumento misura 100 m di lato e raggiunge i 22 m di altezza, articolato su sette livelli o scaloni principali, ognuno dei quali era delimitato da colonnati di huarango intonacato (specie di albero tipica del sud America) che sostenevano tetti fatti di canne intrecciate legate insieme da corde di pelo di lama e cotone, riccamente decorati con fregi e bassorilievi colorati.

L’entrata principale alla piramide era costituita da una monumentale scalinata orientale, orientata verso la duna cosiddetta del Cerro Bianco, considerata sacra. Il complesso denominato Templo del Escalonado è l’unico esempio di architettura monumentale Nazca perfettamente conservato, con preziosi bassorilievi a decorarne le pareti perimetrali. Poco distante è la Pirámide Naranja, uno dei complessi più emblematici in cui furono ritrovate offerte straordinarie tra cui la tomba di una bambina di alto rango con un corredo funerario che comprendeva un ornamento nasale (nariguera) d’oro argentato, numerose collane di pietre semipreziose, offerte ceramiche, animali e alcuni cesti bicromi intrecciati.

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L’abbandono del centro religioso di Cahuachi

Tra il 400 e il 450 d.C. due grandi alluvioni, seguite da un catastrofico terremoto, decretarono probabilmente la fine della vita di Cahuachi come centro religioso. Per quanto danneggiate le strutture sacre furono tuttavia preservate dagli abitanti, che si prodigarono nello sforzo di sigillare i templi coprendoli con enormi quantità di materiale da costruzione, così da preservare per sempre lo spazio sacro. Il sito venne successivamente usato come necropoli.

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