
Nel suo viaggio verso la Striscia di Gaza, la Global Sumud Flotilla ha ufficialmente oltrepassato la cosiddetta “Orange Line” che fa da confine alla “zona ad alto rischio” di attacchi da parte di Israele: al momento si trova a 78 miglia nautiche da Gaza. L'emittente israeliana Kan News ha reso pubblico il piano dell'esercito israeliano per fermare le oltre 50 imbarcazioni della Flottila: gli attivisti saranno intercettati, radunati su grandi navi militari e condotti dalla Marina israeliana verso il porto di Ashdod, dove saranno interrogati per poi essere deportati verso i propri Paesi di origine. A prendere il controllo delle navi, alcune delle quali potrebbero anche essere affondate, sarà l'unità speciale della Marina Shayetet-13: secondo quanto riportato da fonti israeliana, tuttavia, gli incursioni avrebbero ricevuto l'ordine di non esercitare la forza letale.
Alle 20.25 locali (19.25 ora italiana) è arrivato l'alt da Israele per le barche della Flotilla: secondo quanto riportato dagli stessi attivisti, l'abbordaggio è iniziato con l'affiancamento di 20 imbarcazioni israeliane.
Cos'è la zona ad alto rischio attorno a Gaza in cui si trova la Flotilla: la mappa
Nel corso della notte, le oltre 50 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla hanno oltrepassato la cosiddetta “zona ad alto rischio”, identificata a 150 miglia nautiche (circa 288 km) dalla costa israeliana. Questa zona ad alto rischio, oltre la quale la Marina Militare italiana, spagnola e turca hanno abbandonato la Flotilla, è stata definita Orange Line (“linea arancione”) e rappresenta la distanza massima tra Gaza e le precedenti spedizioni intercettate dalla Marina Militare Israeliana. Tra queste anche la nave Madleen, che lo scorso giugno ha tentato di forzare il blocco navale per poi essere intercettata e attaccata da Israele a circa 110 miglia nautiche dalla costa.

Va ricordato che, sulla base della Convenzione di Montego Bay del 1982 (la Convenzione ONU sul Diritto del Mare), le acque territoriali di un Paese si estendono fino a 12 miglia nautiche. Nella pratica, significa che Israele può esercitare la propria sovranità e il proprio controllo esclusivo solo sui primi 22 km di mare a partire dalle proprie coste (anche se le navi straniere possono esercitare il cosiddetto passaggio inoffensivo, cioè attraversare le acque territoriali senza arrecare danni alla sicurezza o all’ordine pubblico dello Stato in questione).
Oltre queste 12 miglia nautiche, quindi, Israele non ha alcun potere legittimo per regolare l'accesso e la navigazione di altre imbarcazioni.
Il piano di Israele per fermare la Global Sumud Flotilla
Dopo aver consultato fonti militari, la radio-tv pubblica israeliana Kan News ha pubblicato il piano di Israele per fermare la Global Sumud Flotilla: innanzitutto, è stato specificato che Israele non intende consentire alle navi di rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza nel 2007 (dopo che il controllo della Striscia passò nelle mani di Hamas) per evitare di creare un precedente storico.
Trattandosi poi di una spedizione composta da più di 50 imbarcazioni, il piano israeliano è quello di prenderne il controllo delle navi utilizzando le unità dello Shayetet 13: i centinaia di attivisti, provenienti da più di 40 Paesi, saranno poi radunati su grandi navi militari e condotti dalla Marina israeliana verso il porto di Ashdod, dove saranno interrogati e deportati. Il fatto che alla Flotilla partecipino circa 50 imbarcazioni non consentirà il loro traino: di conseguenza, Israele ha già previsto che alcune di queste potrebbero essere “affondate in mare”.
Cos'è l'unità militare israeliana Shayetet-13
Gli incursori della Shayetet-13 rappresentano il corpo d’élite della Marina militare israeliana, generalmente impiegato in quelle che vengono definite missioni di “antiterrorismo”. Sono considerati una delle tre unità speciali più importanti dell’esercito: in passato, gli uomini di questa unità hanno svolto un'ampia gamma di missioni speciali e sono addestrati per compiere missioni navali, compiti di assalto alla costa e anche operazioni via terra. In particolare, si tratta dell'unica unità delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) progettata per operare ovunque, in qualsiasi circostanza e con qualsiasi preavviso.
In passato, gli incursori della Shayetet-13 sono intervenuti più volte contro imbarcazioni della Flotilla, tra cui la nave Madleen dello scorso giugno e la Handala lo scorso agosto. Secondo quanto riportato da fonti israeliane, agli specialisti sarebbe stata data istruzione di non usare la forza letale.