
Due trecce e un impermeabile giallo: non potete sbagliarvi, è Greta Thunberg. Parliamo della più famosa attivista per l'ambiente al mondo, passata in pochi mesi da studentessa liceale a voce e ispirazione di una generazione.
Greta – all'anagrafe Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg – è una giovane attivista svedese, coinvolta nelle tematiche dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici. Nata il 3 gennaio 2003 e vissuta a Stoccolma, figlia d'arte, sceglie la strada dell'attivismo, facendosi rappresentante nella lotta al cambiamento climatico.
Persona estremamente sensibile, Greta ha scoperto in giovane età di avere la sindrome di Asperger, un forma particolare di autismo caratterizzata da difficoltà comunicative e di interazione sociale. Molti suoi detrattori hanno cercato di screditarla per via di questa neurodivergenza, ma Greta ha sempre risposto che il suo Asperger non comporta alcun tipo di disabilità intellettive.
Di cosa si occupa Greta?
Greta Thunberg è un'attivista per il clima, colei che è diventata leader delle attività sociali e non violente di rivolta contro la negligenza politica sul tema dei cambiamenti globali. La sua giovane età e il suo focus sulla scuola l'hanno resa una figura di spicco tra i movimenti studenteschi di tutto il mondo.

Il primo sciopero e la nascita del Fridays for Future
Chi la conosce bene sa che tutto è cominciato qualche anno fa, quando, all'età di quindici anni, Greta prese la decisione di non andare a scuola per poter protestare contro gli eventi eccezionali avvenuti durante l'estate 2018, che videro coinvolti incendi boschivi e ondate di calore senza precedenti. Si presenta così davanti al Parlamento svedese, dove sosta per tutta la durata della giornata scolastica in segno di sciopero. Chiede al governo svedese di rispettare gli Accordi di Parigi del 2015 riducendo le proprie emissioni di CO2, diventando il simbolo della lotta al Climate Change. Il suo slogan
(ovvero sciopero scolastico per il clima) diventa virale, raggiungendo non solo la comunità scolastica, ma coinvolgendo la comunità ambientalista di tutto il mondo. Gli scioperi si protraggono per la durata di 20 giorni, da fine agosto 2018 fino alle elezioni legislative svedesi dello stesso anno. Una volta terminate le elezioni non demorde e continua a protestare tutti i venerdì, lanciando quello che è diventato il movimento studentesco internazionale Fridays for Future condiviso da migliaia di ragazzi in tutto il mondo.

Le proteste continuano
Finite le elezioni nel suo Paese, decide di portare la protesta a Bruxelles con la manifestazione Rise for Climate e successivamente a Londra con Extinction Rebellion. Seguono numerosi scioperi organizzati in Italia, Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Finlandia e Australia, motivati dal coraggio di Greta.
Se all’inizio le sue proteste erano limitate al miglioramento degli obiettivi climatici del governo svedese – chiedendo agli studenti di fare lo stesso in ogni Paese – crescendo ha cominciato a dialogare in prima persona con i governi di tutto il mondo.
L'intervento alla COP24 e il discorso all'ONU
A dicembre 2018 partecipa alla COP24 di Katowice, in Polonia, in cui ha la possibilità di far sentire la voce dei giovani anche alle Nazioni Unite. Ad aprile 2019 presenzia al Parlamento Europeo di Strasburgo, invitando i politici a contrastare il riscaldamento globale secondo quanto dichiarato da fisici, climatologi e scienziati di tutto il globo.
Ha avuto inoltre il piacere di incontrare Papa Francesco a Roma, che le ha donato sostegno alla causa. Uno degli eventi più significativi del suo percorso come attivista è stato quello di partecipare al Climate Action Summit delle Nazioni Unite a New York in cui parla con schiettezza ai leader mondiali:
"Ci avete mentito, ci avete dato false speranze, ci avete detto che il futuro era qualcosa verso cui tendere (…) ma non è cambiato niente (…), le emissioni continuano ancora". "Interi ecosistemi sono al collasso e tutto quello di cui sapete parlare sono denaro e favole sull'eterna crescita economica. Come osate?"
L'effetto Greta
Nel settembre 2019 più di sette milioni di persone hanno scioperato per il clima, ed è stato lo sciopero per il clima più grande della storia. Anche per questo nel 2019 è stata nominata Persona dell'anno dal Time Magazine.
Negli anni Greta ha ricevuto il sostegno di attivisti per il clima e non (come la premio Nobel per la pace Malala Yousafzai), ma anche scienziati e leader mondiali che le hanno chiesto di "continuare" il suo lavoro. Il famoso naturalista David Attenborough le ha riconosciuto di essere riuscita laddove molti hanno fallito, dicendole che ha emozionato il mondo ed esprimendole la propria gratitudine.
Le sue azioni, però, non vengono condivise da tutti: viene aspramente criticata da giornalisti e politici perché vista come colei che istiga all'allarmismo climatico. Si è guadagnata le ire di diversi capi di stato – Donald Trump e Vladimir Putin in primis – ed è stata addirittura minacciata di morte da numerosi utenti del web per il suo essere "radicale"; ma il suo senso del dovere nei confronti della società e del pianeta non la ferma e anzi, la sprona nella sua battaglia.
Ad oggi, nel 2021, i movimenti non si sono fermati: centinaia di migliaia di persone continuano a supportarla per garantire un futuro agli adulti che verranno.
