Il Servizio per il Cambiamento Climatico del programma di monitoraggio terrestre Copernicus (Copernicus Climate Change Service o C3S), implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Center for Medium Weather Forecast – ECMWF), per conto della Commissione Europea e con il finanziamento dell’UE, pubblica bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti registrati a livello globale nella temperatura superficiale dell'aria, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche.
Il bollettino di settembre 2023 contiene anche informazioni sull'estate boreale 2023 e sulla temperatura superficiale marina. Il risultato delle analisi (generate al computer utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo) non lascia purtroppo molto spazio all'interpretazione.
Le temperature dell'aria e degli oceani
Il periodo preso in considerazione è il trimestre giugno-luglio-agosto. Da un punto di vista strettamente meteorologico, infatti, le stagioni non coincidono temporalmente con quelle astronomiche. Per una questione puramente di analisi statistica, il loro inizio e la loro fine vengono fissate rispettivamente al primo e all'ultimo giorno dei mesi di riferimento. Così, l'estate meteorologica comincia il 1° giugno e si chiude il 31 di agosto.
Secondo l'analisi del C3S, la stagione estiva 2023 è stata di gran lunga la più calda mai registrata a livello globale, con una temperatura media superficiale dell'aria di 16,77 °C, ovvero ben 0,66 °C sopra la media. La differenza rispetto all'estate “seconda in classifica”, quella del 2019, è di ben 0,29 °C. Il grafico qui sotto ci mostra un dato altrettanto emblematico e di grande rilevanza, in rapporto alla crisi climatica globale. Delle 30 estati boreali più calde di sempre a livello globale, ben 23 sono successive al 2000. Stiamo parlando di una percentuale pari a circa il 75%.
In Europa la temperatura media del trimestre è stata di 19,63 °C, che con 0,83 °C oltre la media ha fatto registrare la quinta estate più calda di sempre nel continente. Numerosi anche i record di temperatura: in Marocco, per esempio, la temperatura ha superato, per la prima volta, i 50,4 °C.
L'estate 2023 ha registrato anomalie da record anche per la temperatura superficiale degli oceani globalmente e nell'Atlantico settentrionale. Si è assistito a ondate di calore marino in diverse zone d'Europa, tra cui l'Irlanda e il Regno Unito a giugno e il Mediterraneo a luglio e agosto.
Un agosto da record
A contribuire pesantemente sul risultato finale da record è stato senza dubbio il mese di agosto, in quanto il più caldo a livello globale e mese più caldo da quando esistono le registrazioni dopo luglio 2023. Per citare solo un paio di dati: la temperatura media globale superficiale dell'aria di 16,82 °C è stata di 0,71 °C più calda della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per il mese di agosto e di 0,31 °C più calda del precedente agosto più caldo, quello del 2016.
Agosto 2023 è stato un mese record anche per gli oceani. Come potete vedere qui sotto, infatti, il mese scorso ha registrato la temperatura media superficiale degli oceani più alta da quando esistono le registrazioni.
Precipitazioni e siccità
L'estate 2023 ha presentato precipitazioni superiori alla media nell’America settentrionale, occidentale e nord-orientale, in alcune parti dell'Asia, del Cile e del Brasile, nell'Australia nord-occidentale e in gran parte dell'Europa occidentale e della Turchia, con record locali di precipitazioni che in alcuni casi hanno provocato inondazioni. Al contrario, l'Islanda, l'arco alpino, la Scandinavia settentrionale, l'Europa centrale, gran parte dell'Asia, il Canada, il Nord America meridionale e la maggior parte del Sud America hanno registrato condizioni più secche della media. In alcune regioni, queste condizioni di siccità hanno persino portato a significativi incendi boschivi: basti pensare alla Spagna e alla Grecia (attualmente alle prese con nubifragi, piogge torrenziali e disastrose inondazioni).
Purtroppo questi record sono destinati a essere infranti nel futuro prossimo e non solamente limitandosi al periodo estivo. Basti pensare che, secondo un recente report dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), si stima il 98% di probabilità che uno dei prossimi 5 anni si riveli essere il più caldo mai registrato.