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21 Ottobre 2022
14:20

Il cambiamento climatico aumenterà le disuguaglianze di reddito, lo dimostra un studio italiano

Lo studio condotto da un team di ricercatori italiani conferma: nei Paesi più dipendenti dall’agricoltura aumenteranno le disuguaglianze di reddito fino al 78% a causa del climate change.

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Il cambiamento climatico aumenterà le disuguaglianze di reddito, lo dimostra un studio italiano
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Esiste un collegamento tra i livelli di precipitazioni anomali riscontrati negli ultimi anni per via del cambiamento climatico e la disuguaglianza di reddito all'interno dei Paesi? La risposta è ed è stata studiata in un recente studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti dal titolo “Cambiamento climatico e impatto non lineare delle anomalie di precipitazione sulla disuguaglianza di reddito”. In questa ricerca statistica, realizzata da un team italiano dell’Istituto Economics and Management in the era of Data Science della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, vengono presi in considerazione i dati raccolti in 101 Paesi per gli ultimi 40 anni.
La ricerca dimostra che le anomalie climatiche hanno effetti negativi sull’economia e sulla società, non solo dal punto di vista globale aumentando il divario tra Nazioni diverse – cosa già ampiamente discussa da numerosi studiosi negli ultimi decenni – , ma anche ingrandendo la disuguaglianza tra le classi di reddito in uno stesso Paese. Non è un caso che – ancora una volta – sia stato messo in luce lo stretto rapporto tra la cura da dedicare agli ecosistemi e le condizioni di vita dell'uomo, vista la particolare attenzione riservata ai temi della sostenibilità, rinnovabilità e dell'economia green.
In questo articolo vediamo come è stata portata avanti la ricerca e quali sono le conclusioni tratte dagli studiosi.

Come si è svolta la ricerca 

Dal momento che sono già noti i risultati sulle differenze socio-economiche prodotte dai cambiamenti climatici a livello globale, i ricercatori della Sant'Anna di Pisa hanno dichiarato di voler studiare e misurare l'impatto del climate change sulle diverse classi di sociali interne a uno stesso Paese.
Per raggiungere questo scopo hanno utilizzato in primis il World Inequality Database (WID) che mette a disposizione dati globali sugli indicatori di disuguaglianza tra cui:

  • le quote medie di reddito nazionale ante imposte in tutto il mondo (calcolate su tutti gli anni disponibili nel periodo 1980-2010);
  • le quote medie di occupazione agricola (nel periodo 1991-2010);
  • la distribuzione delle quote medie di occupazione.
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Da questi dati il team di ricerca ha evidenziato che alcuni dei Paesi con i salari più bassi, riscontrati all'interno della parte più povera della popolazione, si trovano in Africa e che molti di questi Paesi corrispondono alle economie più dipendenti dal settore agricolo tra tutte quelle studiate.
Dopodiché hanno associato a questi dati anche quelli sulle precipitazioni totali annue medie in ogni zona (nel periodo 1980-2010) ponderate in base alla popolazione presente.

Le conclusioni dello studio

Lo studio ha fatto emergere una serie di connessioni importanti – sia dal punto di vista nazionale che globale – e ha fornito una valutazione dello stato attuale e una previsione su scenari futuri. Analizziamoli separatamente.

Com'è la situazione oggi

In primis questa ricerca ha mostrato che nei Paesi in cui gran parte della popolazione lavora nel settore agricolo le anomalie climatiche hanno un impatto particolarmente negativo e di fatto abbassano le entrate dei singoli. Soprattutto, questa riduzione dei redditi avviene per la fascia già più svantaggiata della popolazione e quindi si genera una maggiore disuguaglianza interna al Paese stesso.

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In particolare dai dati si evidenzia che un cambiamento nei valori delle precipitazioni rispetto ai valori medi ha un impatto fino a 35 volte più forte sulle rendite dei cittadini più poveri di Paesi con un'elevata occupazione nel settore agricolo, rispetto ai redditi dei cittadini di Paesi con bassa occupazione nel settore agricolo.
Come dichiarato dalla ricercatrice Elisa Palagi all’ANSA, nelle zone più colpite sono proprio le persone più povere a lavorare nel settore primario (agricoltura e allevamento) e la loro sopravvivenza dipende proprio dal clima. Fondamentalmente quindi non solo aumenta il divario interno allo stesso Paese tra cittadini poveri e cittadini abbienti, ma sono gli stessi Stati che partono dalle situazioni economiche più difficili a diventare sempre più poveri.

Previsioni a lungo termine

In secondo luogo i ricercatori hanno realizzato delle proiezioni (per il 2080-2099) con dei modelli di future precipitazioni e temperature. Il risultato in questo caso è stato particolarmente eterogeneo mostrando che alcune zone specifiche (specialmente l’Africa Sub-Sahariana) saranno particolarmente colpite a livello economico subendo un drastico aumento delle disuguaglianze tra le classi sociali; altre invece non subiranno altrettanti danni, ma potrebbero addirittura essere avvantaggiate e in questo modo aumenterebbero le disuguaglianze dal punto di vista regionale.

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Il grado di dipendenza dall'agricoltura è uno dei fattori cruciali. Nello specifico l’86% dei Paesi del mondo diventerà più povero e la disparità di reddito aumenterà notevolmente in ognuno di questi.
Nelle proiezioni peggiori le variazioni sulle sole precipitazioni faranno sì che le Nazioni più dipendenti dall’agricoltura verificheranno un aumento del 45% della disparità di reddito, ma considerando anche le variazioni di temperatura si potrebbe arrivare fino a un aumento delle disuguaglianze del 78%.

Bibliografia:
Palagi, Elisa, et al. "Climate change and the nonlinear impact of precipitation anomalies on income inequality." Proceedings of the National Academy of Sciences 119.43 (2022): e2203595119.
Dataset Repository GitHub: https://github.com/CoMoS-SA/climate_inequality

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Camilla Ferrario
Redattrice
L’universo è un posto strano e il modo che abbiamo di abitarlo cattura continuamente la mia attenzione. “Sii curiosa” è il mio imperativo: amo provare a ricostruire indizio per indizio il grande enigma in cui ci troviamo. Sono laureata in Filosofia, ho fatto la speaker in una web radio e adoro il true crime. Di cosa non posso fare a meno? Del dialogo aperto con gli altri e della pasta alle vongole.
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