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14 Gennaio 2024
7:00

I leoni mangiatori di uomini dello Tsavo: lo studio spiega perché sbranavano gli umani

I leoni mangiatori dello Tsavo è il soprannome dato a due leoni che attaccarono e sbranarono decine di operai nel 1898 in Kenya. Ma perché lo facevano? La domanda ha stimolato per molti anni l’interesse dei ricercatori, che in tempi recenti hanno finalmente trovato una spiegazione attendibile.

A cura di Erminio Fonzo
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I leoni mangiatori di uomini dello Tsavo: lo studio spiega perché sbranavano gli umani
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Nel 1898 le autorità britanniche che amministravano il Kenya dovettero affrontare un pericolo inatteso: due leoni attaccarono ripetutamente gli accampamenti degli operai che lavoravano alla costruzione di un ponte ferroviario e sbranarono decine di persone. Solo dopo molti tentativi, il direttore dei lavori, John H. Patterson, riuscì a uccidere i due predatori. La vicenda è conosciuta soprattutto grazie al racconto, piuttosto romanzato, fatto dallo stesso Patterson. Gli studiosi, pur confermando che la storia è vera, si sono interrogati su alcune questioni, in particolare sul numero delle vittime e sulle ragioni per le quali i leoni, che in genere preferiscono altre prede, attaccavano gli esseri umani.

La ferrovia sul fiume Tsavo e l'inizio dell'incubo

Nel 1898 la Imperial British East Africa Company, un ente britannico che amministrava i territori dell’Africa orientale, diede avvio ai lavori per la costruzione di una ferrovia tra il porto di Mombasa (Kenya) e il territorio dell’Uganda. In marzo, quando la linea ferrata raggiunse il fiume Tsavo, presero avvio i lavori per la costruzione di un ponte. Nel cantiere lavoravano migliaia di operai, in larga maggioranza indiani, che alloggiavano in accampamenti di tende sparsi in un’area di circa tredici chilometri. Poco dopo l’arrivo negli accampamenti, per i lavoratori ebbe iniziò un vero e proprio incubo.

La ferrovia presso Mombasa, 1899
La ferrovia presso Mombasa, 1899.

Fantasma e Tenebra: due leoni mangiatori di uomini

Nel marzo del 1898 due leoni attaccarono per la prima volta l’accampamento e sbranarono un operaio. Gli attacchi si susseguirono per vari mesi, seguendo sempre lo stesso schema: un leone entrava di notte in una tenda, uccideva la vittima mentre dormiva e poi trascinava il corpo all’esterno per divorarlo insieme al compagno. Il colonnello John H. Patterson, che dirigeva il cantiere, fece installare recinti e trappole per fermare gli attacchi, ma tutte le contromisure si rivelarono inutili. Gli operai battezzarono i due leoni Fantasma e Tenebra e molti di loro fuggirono. L’amministrazione coloniale britannica fu costretta a intervenire e inviò una ventina di sepoys (soldati di origine indiana) per dare la caccia ai due predatori. Alla guida dei cacciatori si pose lo stesso Patterson. Dopo molti tentativi, la caccia ebbe successo. Il colonello, stando a quanto egli stesso racconta, uccise il primo leone il 9 dicembre, sparando da un albero sul quale si era appostato,  e il secondo circa venti giorni più tardi. Secondo Patterson, i due leoni avevano sbranato ben 135 operai.

Patterson con il primo leone ucciso
Patterson con il primo leone ucciso.

La popolarità dei leoni antropofagi

La storia dei leoni divenne famosa nel 1908 grazie alla pubblicazione di un libro scritto da Patterson, The Man-eaters of Tsavo. Nel 1924, inoltre, il colonnello vendette la pelle dei leoni al Museo di storia naturale di Chicago, che provvide a imbalsamare ed esporre al pubblico i due animali. Ancora oggi Fantasma e Tenebra sono una delle attrazioni del museo.

I leoni dello Tsavo esposti al museo di Chigao (credit Superx308)
I leoni dello Tsavo esposti al museo di Chigao. Credits: Superx308.

Nel corso degli anni la vicenda ha suscitato molta curiosità ed è stata più volte oggetto di narrazioni letterarie e cinematografiche, tra i quali il film del 1996 Spiriti nelle tenebre.

I leoni e la carne umana

La peculiarità della vicenda risiede nel fatto che i leoni abitualmente non mangiano uomini. La loro alimentazione varia in base all’area geografica nella quale vivono, ma, in linea di massima, si basa su  mammiferi di grandi dimensioni: gnu, zebre, bufali, ai quali spesso si aggiungono animali di taglia più piccola, come gazzelle, lepri, ecc.

Un leone e un cucciolo mangiano la carcassa di un bufalo (credit Luca Galluzzi)
Un leone e un cucciolo mangiano la carcassa di un bufalo. Credits: Luca Galluzzi.

La carne umana non è il loro cibo preferito, se non in circostanze particolari: penuria di altre prede, condizioni fisiche che impediscono la caccia di animali più grandi, ecc. L’antropofagia, inoltre, è un “comportamento acquisito”: se un leone mangia uomini, trasmette ai propri cuccioli l’abitudine di farlo. Allora, perché Fantasma e Tenebra attaccavano gli uomini?

Le ricerche moderne

Nel corso degli anni diversi studiosi hanno esaminato il racconto di Paterson e, pur confermando che la storia dei leoni antropofagi è vera, hanno messo in dubbio molti dettagli. Una ricerca del 2001 ha ridimensionato il numero delle vittime, stimando che fossero tra 28 e 31, e ha dimostrato che la vicenda non si esaurì nel 1898: nella zona i leoni avevano attaccato gli uomini già negli anni precedenti e continuarono a farlo, per comportamento acquisito, anche in quelli successivi.

Il comportamento acquisito, però, non è sufficiente a spiegare perché Fantasma e Tenebra attaccavano gli esseri umani con tanta frequenza. Per dare una spiegazione al fenomeno i ricercatori hanno avanzato varie ipotesi, per esempio che un’epidemia avesse decimato il bestiame, obbligando i leoni a cercare prede diverse, o che i due predatori si fossero abituati al sapore della carna umana mangiando i cadaveri abbandonati degli schiavi. La spiegazione più realistica è stata proposta da uno studio nel 2017: i due leoni avevano bisogno… del dentista.

I crani dei due leoni al Fiel Museum (credit Superx308)
I crani dei due leoni al Fiel Museum. Credits: Superx308.

L’ipotesi era stata già avanzata in precedenza, ma la ricerca del 2017 ne ha fornito una prova scientifica. Due studiosi hanno rilevato che uno dei leoni aveva infezioni ai canini e fratture alla mascella, che gli impedivano di cacciare le prede abituali e di cibarsi della loro carne, più dura di quella umana. Il secondo leone aveva problemi odontoiatrici meno gravi e, secondo i ricercatori, si associò al compagno per norme di comportamento sociale.

In sostanza, se gli studi più recenti sono fondati, il comportamento acquisito ha favorito gli attacchi agli esseri umani e la difficoltà di cacciare altre prede li ha resi tanto numerosi.

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