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10 Giugno 2025
17:43

La scienza del caso Yara: come lo screening genetico più vasto d’Italia ha portato al DNA di Bossetti

L'omicidio di Yara Gambirasio è stato risolto con la scienza: la condanna di Massimo Bossetti all'ergastolo avvenne dopo il più vasto screening genetico italiano (circa 20.000 test del DNA) nella provincia di Bergamo. Gli inquirenti identificarono il colpevole confrontando il DNA trovato sugli slip della vittima con quello della popolazione locale.

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La scienza del caso Yara: come lo screening genetico più vasto d’Italia ha portato al DNA di Bossetti
yara bossetti

Il caso di Yara Gambirasio, uccisa a 13 anni la sera del 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra (Bergamo), è stato uno dei grandi delitti nella storia recente italiana, ma non tutti sanno che è stato risolto grazie a un impiego su larga scala della scienza. Infatti, la condanna all'ergastolo di Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara è arrivata dopo un indagine a tappeto che ha visto eseguire circa 20.000 test del DNA nella provincia di Bergamo: è stato il più esteso screening genetico mai realizzato in Italia. L'esito delle indagini è stato il risultato di un numero enorme di confronti tra il DNA rinvenuto sugli slip della vittima e i profili genetici della popolazione locale.

Le indagini sul DNA ritrovato sul corpo di Yara: come si è svolto lo screening genetico

"Ignoto 1" è l'appellativo dato al profilo genetico maschile (ricavato in maniera completa) estrapolato dal campione 31, prelevato dagli slip di Yara Gambirasio, la cui scoperta è stata comunicata dal RIS nel maggio 2011 e ritenuta utile per futuri confronti. Da subito gli investigatori hanno ritenuto che il DNA di Ignoto 1 dovesse essere quello dell'assassino di Yara Gambirasio: altrimenti non si sarebbe potuta spiegare la sua presenza sugli slip della ragazzina.

Per provare a identificare l'identità di Ignoto 1 sono stati quindi creati diversi elenchi di soggetti, basati su determinati criteri al fine di prelevare campioni di DNA da confrontare con il profilo sconosciuto, tra cui gli utilizzatori di cellulari che si sono agganciati alle celle della zona del ritrovamento e della palestra dove Yara era stata vista per l'ultima volta, i frequentatori della palestra stessa e i 31.000 soci della discoteca "Le Sabbie Mobili" di Chignolo d'Isola, non distante dal luogo del ritrovamento del cadavere.

Dopo circa 2000 confronti negativi a luglio 2011 arrivò una svolta: furono trovate delle correlazioni tra il DNA di Ignoto 1 e quello prelevato dal tampone salivare di Damiano Guerinoni, residente a Brembate Sopra e tesserato della discoteca "Le Sabbie Mobili", il quale però, al momento della scomparsa di Yara, si trovava in Perù.

La Polizia Scientifica si concentrò dunque sull'analisi dell'aplotipo del cromosoma Y, un marcatore comunemente utilizzato per i test di paternità che viene tramandato in maniera alternata di generazione in generazione. Data la trasmissione inalterata di questo tratto di DNA da padre in figlio, gli inquirenti provarono a ricostruire l'albero genealogico di Damiano Guerinoni, prelevando campioni salivari da tutti i discendenti maschi viventi.

Come si arrivò a Massimo Bossetti nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio

Questa indagine condusse al profilo di Pierpaolo Guerinoni, figlio di Giuseppe Benedetto Guerinoni (deceduto nel 1999) il cui DNA nucleare era quasi identico a quello di Ignoto 1, differendo solo per un marcatore (TH01), una piccola regione di DNA presente sul cromosoma Y. Il DNA di Pierpaolo non coincideva con quello di Ignoto 1, ma quello di Giuseppe suggeriva che quest'ultimo fosse il padre di Ignoto 1. Da qui si fece strada l'ipotesi che Ignoto 1 fosse un figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni.

Per averne la certezza, il cadavere di Giuseppe Benedetto Guerinoni venne riesumato, e il confronto del suo DNA con quello di Ignoto 1 risultò in una percentuale di paternità stimata al 99,99999987%. Insomma, Giuseppe Guerinoni era il padre dell'assassino: ora non restava che trovare la madre.

Gli inquirenti ricostruirono la vita di Giuseppe Benedetto, dove viveva, dove lavorava e che luoghi frequentava. Vennero trovate 532 potenziali candidate, e attraverso indagini investigative si arrivò a Ester Arzuffi, che secondo indiscrezioni raccolte in paese avrebbe avuto negli anni '60 una relazione segreta con Guerinoni. Ester aveva vissuto per circa tre anni nel paese di Guerinoni, Parre, e nel maggio del 1969 si trasferì a Brembate di Sopra.

Una volta sequenziato il DNA nucleare completo di Ester, si è visto che era esattamente la metà mancante del DNA di Ignoto 1. Ester aveva due figli legittimi: Massimo Giuseppe e Fabio. Massimo è stato l'indiziato principale vista la sua data di nascita (28/10/1970) era più vicina al trasferimento della donna da Parre a Brembate.

Massimo Giuseppe Bossetti venne fermato nel 2014 con la scusa di effettuare un alcol test e venne prelevata la sua saliva dal boccaglio dell'etilometro. Le analisi seguenti rivelarono che il profilo genetico corrispondeva perfettamente a quello di Ignoto 1.

Le tecniche di analisi utilizzate per risolvere il caso Yara

L'identificazione di Massimo Bossetti nel caso Gambirasio è stata possibile grazie all'applicazione di tecniche di analisi genetica, in particolare attraverso l'analisi dei polimorfismi Short Tandem Repeats (STR) sul DNA nucleare, quello presente in tutte le cellule del nostro corpo che rende ogni individuo unico.

Gli STR sono brevi sequenze di DNA ripetute più volte in maniera consecutiva. La variazione nel numero di queste ripetizioni tra gli individui rende gli STR altamente polimorfici ovvero utili per distinguere una persona da un altra in modo univoco.

Nel caso di Ignoto 1, sono stati identificati 24 marcatori STR autosomici (cioè che risiedono nei cromosomi non sessuali), a cui si sono aggiunti 12 marcatori del cromosoma X e 16 marcatori del cromosoma Y, per un totale di 52 marcatori. Questo numero è considerato "gigantesco" in ambito forense: gli standard internazionali ne prevedono solitamente 13, mentre per la pratica forense se ne ritengono necessari 15-16. La vastità dei marcatori analizzati conferisce all'identificazione una probabilità di errore infinitesimale, pari a 1 su 20 miliardi.

Le tecniche di analisi più avanzate permettono di amplificare sequenze anche molto brevi di DNA (mini-STR) quando la quantità di campione è esigua, sotto i 100 picogrammi/microlitro. Per fare un esempio, il DNA presente nel campione che ha permesso l'isolamento del DNA completo di Ignoto 1 erano più di 2000 picogrammi/microlitro, una quantità ampiamente sufficiente per le analisi. Inoltre, la maggior parte delle analisi sul DNA di Ignoto 1 sono state ripetute con lo stesso kit o con kit diversi per aumentare il numero di marcatori e l'affidabilità dei test.

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