0 risultati
video suggerito
video suggerito
20 Novembre 2023
17:30

È possibile che il DNA dei dinosauri sopravviva nell’ambra? La scienza di Jurassic Park

In Jurassic Park, Michael Crichton immagina di riportare in vita i dinosauri attraverso il loro DNA preservato in insetti nell'ambra. Ma è plausibile? Scopriamo cosa dice la scienza a riguardo.

54 condivisioni
È possibile che il DNA dei dinosauri sopravviva nell’ambra? La scienza di Jurassic Park
Immagine
Credits: HarshLight from San Jose, CA, USA, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons.

Nel corso dei 33 anni trascorsi dalla sua iniziale pubblicazione, Jurassic Park di John Michael Crichton, capolavoro della narrativa di fantascienza, e la sua celebre trasposizione cinematografica del 1993 diretta da Steven Spielberg, hanno affascinato il mondo intero, portando in vita, ai giorni nostri, creature estinte da decine di milioni di anni: i dinosauri. Nel romanzo, l'elemento chiave per la clonazione di animali estinti è il loro DNA recuperato da insetti conservati in ambre fossili. Ma è realmente fattibile isolare filamenti completi di DNA da organismi fossilizzati, intrappolati per milioni di anni nelle ambre? Secondo le attuali conoscenze scientifiche, la risposta è “no”. Vediamo perché.

Vita dall'ambra: l'idea alla base di Jurassic Park

Nel romanzo di Michael Crichton, i dinosauri ritornano a popolare la Terra a più di 65 milioni di anni dalla loro estinzione. In questa storia, gli scienziati di InGen, una compagnia specializzata in bioingegneria, riescono a clonare i dinosauri utilizzando filamenti di DNA estratti dalle cellule di sangue trovate in insetti ematofagi, come le zanzare, che sono stati conservati nell'ambra per milioni di anni.

A questo punto, è utile aprire una breve parentesi sull'ambra. Si tratta di un materiale solido, lucido e, a tratti, semitrasparente, che presenta tonalità variabili dal giallo al marrone e all'arancione. L’ambra è il risultato della solidificazione e fossilizzazione della resina vegetale prodotta dagli alberi, per questo è anche chiamata “resina fossile”. Oggi, l'ambra viene estratta dalle rocce sedimentarie e non è insolito trovarvi all'interno insetti o piccoli vertebrati. Si tratta, infatti, di uno dei meccanismi di fossilizzazione più efficaci, capace di preservare gli organismi in condizioni quasi perfette, inclusi i loro tessuti molli.

Immagine
Credits: I, Brocken Inaglory, CC BY–SA 3.0, da Wikimedia Commons.

La resina vegetale è una sostanza estremamente vischiosa che agisce come una vera e propria trappola per piccoli organismi che, al contatto, vi rimangono intrappolati. In breve  tempo, la resina avvolge completamente l’animale, isolandolo da fattori esterni che altrimenti ne causerebbero la decomposizione. Con il processo di indurimento e fossilizzazione, la resina si trasforma in ambra, conservando all'interno i resti degli organismi intrappolati.

Nel contesto di Jurassic Park, si immagina che zanzare e altri insetti siano rimasti invischiati nella resina vegetale dopo aver succhiato il sangue dei dinosauri. Il sangue sarebbe stato così preservato all'interno dell'ambra per oltre 60 milioni di anni, fino al momento in cui viene utilizzato dal team di InGen per ottenerne il DNA. Ma, è realmente possibile che il DNA dei dinosauri sopravviva nell'ambra? Dove si trova il limite tra scienza e finzione?

La ricerca all'alba degli anni '90

Nei primi anni '90, diversi gruppi di ricerca si dedicarono all'ambizioso obiettivo di ottenere DNA da organismi fossilizzati. Tra il 1990 e il 1993, team della California Polytechnic State University e dell'American Museum of Natural History riuscirono presumibilmente a ottenere frammenti di DNA di termiti e api, appartenenti rispettivamente alle specie Mastotermes electrodominicus e Proplebeia dominicana, vissute durante l'Oligocene, tra i 25 e i 40 milioni di anni fa. Ancora più eccezionale è lo studio che riporta la presunta estrazione di frammenti di DNA da coleotteri intrappolati all’interno di ambra libanese, datata al Cretaceo Inferiore, un'epoca in cui i dinosauri dominavano la Terra, tra 120 e 135 milioni di anni fa. Si ritiene che proprio questi studi abbiano fornito risorse e ispirazione a Michael Crichton per la creazione del suo celebre romanzo. Tuttavia, nei decenni successivi, numerosi altri studi hanno messo in discussione la veridicità e validità di tali ricerche.

Esemplare di zecca preservata all’interno di ambra risalente al Cretaceo Inferiore. Credits: Wikimedia Commons.
Esemplare di zecca preservata all'interno di ambra risalente al Cretaceo Inferiore. Credits: Wikimedia Commons.

Cosa dice la scienza oggi?

La maggior parte degli esperti oggi concorda sul fatto che non è possibile recuperare il DNA di organismi intrappolati nella resina fossile da numerosi milioni di anni. Allo stesso modo, è considerato improbabile che le informazioni genetiche dei dinosauri possano essere preservate fino a oggi nell’intestino di insetti ematofagi.

A oggi numerosi gruppi di ricerca hanno ripetuto gli esperimenti di estrazione del DNA su coleotteri conservati nelle stesse ambre dell’Oligocene e Cretaceo. Tuttavia, nessuno di questi tentativi ha prodotto risultati positivi, sollevando dubbi sulla possibile preservazione di genomi nelle resine fossili, nonché sulla validità dei primi esperimenti condotti, dato che questi risultati non sembrano essere riproducibili. La riproducibilità di un risultato è, infatti, uno dei pilastri del metodo scientifico ed è un criterio fondamentale per stabilirne l'affidabilità. Ma quindi, da dove derivano i frammenti di DNA estratti dalle ambre dell’Oligocene e del Cretaceo agli inizi degli anni '90? Secondo gli esperti, si tratterebbe di un problema di contaminazione con DNA esterno introdotto durante la fase di preparazione dei campioni. La contaminazione è un fattore di rischio comune nella pratica scientifica.

Il DNA è una molecola estremamente fragile e tende a degradarsi rapidamente dopo la morte dell’organismo. Sebbene l'isolamento degli organismi all'interno dell'ambra sembri rallentarne il processo di degradazione, non lo arresta completamente. Le dinamiche con cui questo continua non sono ancora chiare. Studi recenti hanno dimostrato che il materiale genetico di insetti e coleotteri può essere preservato nelle resine vegetali e nelle resine sub-fossili (o copale) a 60 anni di distanza dall’intrappolamento. Tuttavia, altri studi suggeriscono che già a 10.000 anni di distanza dall'intrappolamento dell'organismo all'interno della resina, non sembrano essere presenti tracce di DNA. Questo fornisce un'ulteriore prova a sostegno della teoria che le informazioni genetiche di organismi estinti milioni di anni fa non resistano all'interno dell'ambra fino ai giorni nostri.

Copale del Madagascar contenete ragni, termiti, formiche, Elateridae, Imenotteri, Scarafaggi e un fiore. Credits: Wikimedia Commons.
Copale del Madagascar contenete ragni, termiti, formiche, Elateridae, Imenotteri, Scarafaggi e un fiore. Credits: Wikimedia Commons.
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views