0 risultati
video suggerito
video suggerito
12 Aprile 2023
16:30

Il disastro di Aberfan, la frana che causò una delle più grandi tragedie nel Regno Unito

il 21 ottobre 1966 una frana colpì un paese di minatori in Galles, Aberfan. Perché avvenne l'incidente e perché ci furono tante vittime? Ecco la spiegazione scientifica.

635 condivisioni
Il disastro di Aberfan, la frana che causò una delle più grandi tragedie nel Regno Unito
Immagine

21 Ottobre 1966. La storia che vi raccontiamo oggi ci porta a migliaia di chilometri dall'Italia, in un remoto villaggio del Galles per raccontarvi del più grande disastro naturale nella storia del Regno Unito: Aberfan. La frana che si innescò quel giorno è costata la vita a 144 persone – tra le quali molti bambini. In questo articolo vedremo dove si trova Aberfan, quali furono le cause che portarono alla tragedia e il risultato delle successive indagini.

La miniera di carbone di Aberfan

Aberfan sorge lungo il fiume Taff, sul versante orientale della collina Mynydd Merthyr a circa 20km a nord di Cardiff. Il villaggio è rimasto un luogo di passaggio – se non di frontiera per secoli – fino a quando, verso la fine del XIX secolo, un nuovo giacimento di carbone viene scoperto nell'area, cambiandone la storia.

Immagine

Prima la scoperta, nel 1869, e poi lo sfruttamento di questa risorsa dal 1875 tramite la Merthyr Vale Colliery, portarono la popolazione a quasi 5.000 abitanti nel giro di pochi anni, un trend simile a tanti altri villaggi nel sud del Galles durante quel periodo data la continua richiesta di manodopera richiesta per estrarre il carbone.

Lo scarto dell'estrazione di carbone

L'estrazione avveniva principalmente in superficie su entrambi i versanti del fiume Taff. Fino al 1916, il materiale di scarto veniva accumulato lungo la valle del Taff ma, una volta finito lo spazio, si iniziò a disporlo in cima al versante occidentale del corso d'acqua. Nel giro di 50 anni, la quantità di carbone estratto fu tale che che il materiale di scarto accumulato raggiunse un volume di oltre 2 milioni di m3: parliamo di vere e proprie colline che non venivano né fissate né compattate. Ognuna di loro aveva un'altezza fra i 20 e 30 m e una vita molto breve.

Infatti l'inclinazione delle collinette era tale che dopo non più di 10 anni iniziavano a manifestare cedimenti prontamente segnalati dagli abitanti del luogo, per cui si preferiva muovere la discarica verso una nuova area, accanto alla precedente. Nel 1966, erano state già abbandonate 6 collinette. La settima sarà anche l'ultima.

Immagine
Distribuzione delle collinette in Aberfan prima del disastro: vista da aereo (sinistra) e da terra (destra). | Credit: HM Stationery Office 1966

Il materiale che si andava accumulando nel tempo lungo questi versanti artificiali assorbiva una grande quantità di acqua essendo molto poroso. A quel punto si gonfiava, diventando più pesante, mentre il loro equilibrio diventava sempre più precario. E, in una zona piovosa come il Galles, l'acqua di certo non manca. A completare il quadro, in questo periodo storico non esistevano leggi e regolamenti che disciplinassero i rifiuti di miniere da parte del National Coal Board, la società statale che regolamentava l'industria del carbone, quest'ultima nazionalizzata dal secondo dopoguerra.

La dinamica del disastro di Aberfan del 21 ottobre 1966

Siamo a ottobre del 1966. Nelle prime tre settimane del mese era caduta una quantità di pioggia equivalente a quasi 170 mm, un valore del tutto normale per questa zona del Regno Unito. Tuttavia in termini assoluti è un valore abbastanza alto, troppo alto per la collina #7. Purtroppo la piovosità di quel periodo ce la ricordiamo bene in Italia: a poche settimane di distanza infatti Firenze verrà allagata in seguito all'esondazione dell'Arno.

Ore 7:30 – Lo stop alle operazioni di accumulo

Iniziata nel 1958, la collina #7  conteneva più di 100,000 m3 di materiale di scarto alla mattina di venerdì 21 Ottobre. Uno dei cumuli di carbone depositato in cima alla collina #7 sprofondò di circa 3 metri durante la notte precedente, e le rotaie utilizzate per trasportare le macerie alla punta vennero distrutte. Il personale mattutino addetto ai cumuli ha notò il movimento alle 7:30. Fu così deciso che per quel giorno si sarebbero interrotte le operazioni di accumulo, ma qualsiasi decisione sul da farsi fu rimandata alla settimana successiva. Purtroppo, non avrebbero aspettato quei sette giorni, bensì soli 103 minuti prima di scoprire che quello fu un errore fatale. Un errore che costò ad Aberfan un'intera generazione.

Ore 9:13 – Il collasso della collina

Alle ore 9:13 la collina #7 collasso su sé stessa creando una frana. Il materiale di scarto viaggiò per quasi 2km lungo il versante artificiale distruggendo due fattorie, uccidendone i residenti, e terminò il suo tragitto travolgendo il primo edificio che gli sbarrava la strada: la scuola primaria Pantglas. Qui gli studenti erano arrivati ​​da pochi minuti per l’ultimo giorno prima delle vacanze di metà semestre.

Ore 11:00 – Viene estratto l'ultimo sopravvissuto

I soccorsi si attivarono subito e la BBC alle 10:30 riportò l'accaduto. Migliaia di volontari si radunarono ad Aberfan per prestare assistenza –  talvolta ostacolando il lavoro di minatori professionisti o squadre di soccorso qualificate. Alle 11:00 l’ultimo dei 145 sopravvissuti fu estratto vivo. Tuttavia mancavano all'appello ancora 144 persone. I corpi senza vita furono recuperati nei 4 giorni successivi. Dei deceduti, 116 erano bambini di età compresa fra i 7 ed i 10 anni. Dei 28 adulti morti, 5 erano i loro insegnanti. Se la frana fosse successa poco prima della campanella d'ingresso, la scuola elementare sarebbe stata vuota, se invece fosse successa poco dopo i bambini sarebbero stati in vacanza.

I bambini sopravvissuti alla tragedia manifestarono negli anni seguenti numerosi problemi psicologici e aumentò il tasso di alcolismo nel villaggio. Nel 2003 quasi la metà dei sopravvissuti, ormai adulti, affermarono di soffrire ancora di incubi, insomnia e altri problemi.

A questo punto tutti iniziarono a chiedersi: chi è il responsabile?

Il processo dopo il disastro

Dopo appena 5 giorni e sotto la pressione del parlamento britannico, fu allestita una commissione di inchiesta con il compito di:

  • stabilire cosa fosse successo ad Aberfan e perché;
  • capire se questo disastro si poteva evitare.

Dovettero aspettare 76 giorni prima di conoscere le risposte. In questo intervallo di tempo la commissione ascoltò 136 testimoni e analizzò oltre 300 documenti fra cui alcune lettere che esprimevano chiaramente i dubbi delle autorità locali sulla stabilità di quelle collinette negli ultimi 3 anni. Le cause del disastro furono l'inadeguata ubicazione della collina #7 (sopra una sorgente d'acqua che contribuì all'instabilità del versante) unita ad un monitoraggio inefficace (due episodi simili erano gia avvenuti nel 1944 e 1963), il tutto esacerbato dalla pioggia.

Il verdetto fu chiarissimo e non lascia spazio ad interpretazioni:

Il disastro di Aberfan è una storia terrificante di un pasticcio da parte di molti uomini incaricati di compiti per i quali erano totalmente inadatti, una storia di incapacità di prestare attenzione a chiari avvertimenti e di totale mancanza di direzione dall'alto. Non malvagi, ma uomini onesti, sviati dalla stupidità, dall'ignoranza o da entrambe, sono responsabili di ciò che accadde ad Aberfan.

Le persone facevano tutti riferimento alla National Coal Board, la quale fu condannata a risarcire per le perdite umane e materiali. L'offerta iniziale fu di 500 sterline per ogni famiglia colpita a cui si aggiunsero i quasi 2 milioni di sterline raccolte tramite il Disaster Fund, la somma più elevata mai raccolta fino a quel momento per un disastro.

Immagine
Il cimitero delle vittime di Aberfan del 1966

La condanna dei responsabili fu così netta perché, nonostante non esistesse una legge su come gestire i materiali di scarto come in tanti altri paesi occidentali, non avevano compreso il pericolo nonostante i ripetuti segnali ed avvertimenti che ebbero a disposizione.

L'eredità della tragedia di Aberfan

L'evento di Aberfan mostrò come fosse necessario comprendere e regolamentare la gestione dei materiali di scarto delle miniere. La National Coal Board insieme alla Welsh Development Agency (l'equivalente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy) investirono oltre 50 milioni di sterline per studi sulle condizioni di stabilità di tutte le discariche sotto il loro controllo.

Pochi anni dopo, nel 1969, seguí il Mines and Quarries (Tips) Act e gli effetti si sono visti: da allora non vi è stata più alcuna vittima dovuta al collasso di collinette artificiali. Il miglioramento fu anche dovuto all'introduzione di un ispettore che fosse una figura indipendente dallo staff della miniera stessa ed ai maggiori poteri conferiti alle autorità locali per il controllo delle discariche attive ed abbandonate. La miniera che aveva creato l’ammasso di rifiuti fu chiusa solo nel 1989.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views