;)
Il filtro anti-spoofing introdotto dall'AGCOM lo scorso 19 agosto sta iniziando a produrre i primi risultati tangibili. Le informazioni fornite dagli operatori, raccolte dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, hanno permesso di determinare una diminuzione delle chiamate perpetrate con la tecnica dello spoofing. Secondo i dati in questione, sarebbero nella fattispecie poco meno di 43 milioni di chiamate spam bloccate in meno di un mese, pari a circa 1,3 milioni al giorno, che rappresentano il 5,74% del traffico totale registrato. In alcuni momenti, soprattutto nelle fasi iniziali, la quota di chiamate “spoofate” ha toccato perfino il 60%. Nonostante la portata dei dati, gli stessi report sottolineano come si tratti di rilevazioni parziali e ancora limitate nel tempo, influenzate anche dal periodo estivo e dal calo fisiologico di traffico durante le settimane di ferie. Quello che possiamo affermare, tuttavia, è che il filtro ha già prodotto un taglio consistente del fenomeno, anche se non lo ha certo eliminato.
Il termine spoofing indica la manipolazione del CLI (Calling Line Identification), ovvero l'informazione che consente di visualizzare il numero di chi chiama. Alterando il CLI, un call center che adotta pratiche di telemarketing molto aggressive o, peggio ancora, un truffatore che vuole celarsi dietro una falsa identità, può far comparire sul display un numero che sembra italiano, spesso con prefisso fisso, inducendo così maggiore fiducia nel destinatario. AGCOM, con la delibera 106/25/CONS, ha stabilito che dal 19 agosto le chiamate provenienti dall'estero con CLI di rete fissa italiano alterato vengano intercettate e bloccate prima di entrare nelle nostre reti. Se arriva una telefonata dall'estero, questa dovrà riportare il prefisso reale del Paese di provenienza, come +49 dalla Germania o +44 per il Regno Unito, e così via. Una seconda fase, che estenderà i filtri anche ai CLI mobili, è prevista entro il 19 novembre. Per ora, dunque, siamo davanti a un primo passo importante, che lascia intravedere scenari futuri in cui i truffatori potrebbero spostarsi su altre numerazioni, ad esempio cellulari italiani o CLI internazionali non ancora interessati dal blocco.
L'analisi dei dati forniti da AGCOM
Facendo un'analisi dei dati raccolti da AGCOM si evince come le misure anti-spoofing hanno intercettato circa 43 milioni di chiamate indesiderate in meno di un mese. Questo significa che ogni giorno, dal 19 agosto in avanti, sono state filtrate oltre 1,3 milioni di telefonate con numeri alterati. La percentuale complessiva di chiamate bloccate rispetto al totale del traffico si attesta al 5,74%, ma in alcune giornate il valore è salito in maniera sensibile, arrivando a picchi che superano la metà delle chiamate in ingresso. Un risultato che testimonia non solo la diffusione massiccia del fenomeno, ma anche la capacità dei filtri di individuare e fermare una porzione significativa di traffico anomalo.
Un aspetto interessante è la riduzione progressiva dei tentativi dopo l'entrata in vigore del blocco: i dati segnalano che gli operatori hanno registrato una contrazione del traffico falsificato già nelle prime settimane, segno che i sistemi di filtraggio stanno disincentivando in parte i flussi di chiamate fraudolente. Allo stesso tempo, si osserva una forte variabilità: durante i fine settimana e nei giorni centrali di agosto le chiamate totali, e di conseguenza anche quelle bloccate, sono calate sensibilmente. Questo andamento riflette il legame tra spoofing e attività commerciali o di telemarketing, che tendono a ridursi nei periodi non lavorativi.
Il prospetto trasmesso dagli operatori mostra differenze notevoli tra le varie reti, pur a fronte di una misura tecnica identica per tutti. Questo suggerisce che il volume di chiamate bloccate dipenda soprattutto dalla composizione del traffico in ingresso. Per esempio, l'operatore 6 ha registrato un tasso di blocco altissimo, pari al 97,5%, ma su un volume piuttosto ridotto (724 mila chiamate in totale). Al contrario, l'operatore 5 ha gestito un traffico enorme, oltre 228 milioni di chiamate, ma con un tasso di blocco più contenuto, poco sopra il 3%. Il caso dell'operatore 2, invece, evidenzia un tasso di blocco superiore al 53% su circa 133 mila chiamate, a conferma della variabilità del fenomeno. Ma il dato più impressionante riguarda l'operatore 9, che da solo ha gestito quasi 476 milioni di chiamate: di queste, 33 milioni sono state filtrate, con un'incidenza del 7%. Anche qui, la percentuale non è tra le più alte, ma il volume assoluto lo rende il contributo principale al totale dei blocchi.

Il commento di ADOC
Le associazioni per la difesa dei diritti dei consumatori hanno commentato con una certa positività i dati raccolti da AGCOM. L'ADOC (Associazione per la Difesa e l'Orientamento dei Consumatori), ad esempio, sostiene che «le prime misure anti-spoofing messe in atto dall’AGCOM per contrastare le telefonate indesiderate si stanno dimostrando efficaci» aggiungendo però che tutto ciò «non basta». Per quale motivo? Sempre l'ADOC afferma:
Nonostante gli sforzi normativi, le chiamate indesiderate e le truffe telefoniche sono ancora all'ordine del giorno, con un giro d'affari di milioni di euro. Dalle nostre stime, ogni persona riceve in media 2 chiamate al giorno da numeri sconosciuti. Non si tratta solo di offerte commerciali, ma anche di finti sondaggi, messaggi preregistrati e tentativi di raggiro.
Insomma, la strada per la mitigazione del problema sembra essere ancora lunga, ma un primo importante passo in avanti è stato già fatto.