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19 Febbraio 2024
14:02

Il fondale dell’Oceano Pacifico si sta fratturando nelle zone interne: il nuovo studio

Un nuovo studio ha individuato profonde faglie sul fondo dell'Oceano Pacifico, in un'area lontana dalle fosse oceaniche, dove in base alla tettonica delle placche questo tipo di deformazioni non dovrebbe essere presente.

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Il fondale dell’Oceano Pacifico si sta fratturando nelle zone interne: il nuovo studio
fondale fratturato

Un recente studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters aggiunge un nuovo tassello alla teoria della tettonica delle placche, che descrive i movimenti dei grandi blocchi rocciosi in cui è suddiviso lo strato più superficiale della Terra: sono state individuate lunghissime e profonde faglie sul fondale dell’oceano Pacifico, in zone lontane anche migliaia di chilometri dalle fosse, in corrispondenza di alcuni altopiani sottomarini. Questo risultato è interessante perché finora si pensava che gli spostamenti reciproci delle placche non causassero deformazioni significative sul fondale oceanico nelle aree lontane dalle fosse, cioè dove una placca si inabissa sotto l’altra.

Le deformazioni nella litosfera avvengono anche lontano dalle placche?

In base alla teoria della tettonica delle placche, le placche in cui è suddivisa la litosfera, lo strato roccioso più superficiale del nostro pianeta, sono rigide. Esse però si deformano in corrispondenza dei margini lungo i quali due placche convergono, per esempio dove una sprofonda al di sotto di un’altra. Esistono anche casi in cui le deformazioni si manifestano lontano da un margine, all’interno di una placca costituita da litosfera continentale. Questo accade, per esempio, in aree che nel passato costituivano un margine, dove si trovano antiche faglie e che quindi sono più deboli: in questi casi le spinte che le placche subiscono lungo i bordi si trasmettono fino alle zone più interne situate a migliaia di chilometri di distanza. Ecco perché anche in queste aree apparentemente stabili possono verificarsi terremoti, definiti intraplacca.

Rispetto alle placche costituite da litosfera continentale, quelle composte da litosfera oceanica finora sembravano molto meno soggette a deformazioni in aree lontane dai margini. Di recente, però, i geologi dell’Università di Toronto, studiando la placca del Pacifico, che comprende buona parte del fondale dell’Oceano Pacifico, hanno individuato indizi che portano ad affermare il contrario.

Immagine
Le placche tettoniche si deformano lungo i margini tra una e l’altra. Credits: USGS.

Il nuovo studio sulla placca del Pacifico

Lo studio si è concentrato su quattro grandi altopiani che si innalzano al di sopra del fondale della placca del Pacifico, che a ovest sprofonda sotto la placca adiacente formando fosse oceaniche come quella del Giappone, che corre parallela all’arcipelago giapponese. Si tratta degli altopiani Ontong Java Plateau, a nord delle isole Salomone, Shatsky Rise e Hess Rise, situati tra il Giappone e le Hawaii, e Manihiki Plateau, vicino a Tonga.

placche aggiornamento

La scelta dell’area da analizzare è stata dettata anche dalla disponibilità di dati, che in molti casi invece mancano a causa della difficoltà di mappare l’accidentato fondale oceanico e che sono stati elaborati grazie a un supercomputer. Questi altopiani, costituiti da rocce basaltiche che si sono formate dalla fuoriuscita di magma proveniente dal mantello, si trovano da centinaia a migliaia di chilometri di distanza dalla fossa oceanica più vicina. Eppure in queste aree i ricercatori hanno individuato faglie profonde migliaia di metri e lunghe centinaia di chilometri.

In pratica, la placca del Pacifico viene trascinata verso ovest fino a sprofondare nella fossa oceanica in modo simile a una tovaglia che viene tirata via da un tavolo. Quando la tovaglia viene tirata, le parti più deboli del tessuto tendono a strapparsi: queste aree sono gli altopiani e gli strappi sono le faglie. Questo tipo di deformazioni è in grado di determinare un’attività sismica e vulcanica. Questi risultati dimostrano che la teoria della tettonica delle placche, formulata alla fine degli anni Sessanta, è in continuo aggiornamento.

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