
Il 16 agosto 2013 resterà negli annali di Internet come il giorno in cui Google, per cinque minuti, scomparve quasi completamente dalla Rete. Intorno alle 4:52 del pomeriggio, ora del Pacifico, tutti i servizi principali del colosso di Mountain View, da Google Search a Gmail, da YouTube a Google Drive, diventarono temporaneamente irraggiungibili. Non si trattò di un semplice rallentamento: secondo i dati raccolti dalla società di analisi GoSquared, in quel brevissimo intervallo di tempo il traffico Internet globale crollò di circa il 40%. Per avere un'idea dell'impatto economico, alcuni osservatori stimarono che Google avrebbe perso fino a mezzo milione di dollari in entrate pubblicitarie solo durante quei pochi minuti di down. Questo blackout, pur durando pochi istanti, offrì una fotografia chiara della dipendenza dell'intera economia digitale dal gigante di Mountain View e ricordò quanto siano vulnerabili i sistemi centralizzati, in cui un singolo nodo centrale, se guasto, può influenzare milioni di utenti contemporaneamente. In Italia, l'interruzione si verificò poco dopo la mezzanotte (alle 00:52 per la precisione) e non causò poi così tanti disagi.
Il down di Google provocò un calo del 40% del traffico Web
Chi ha provato ad accedere a un qualunque servizio Google il 16 agosto 2013 intorno alle 04:52 del pomeriggio (ora del Pacifico), si è imbattuto in pagine di errore o a comportamenti anomali dei servizi del colosso di Mountain View. La Dashboard di Google, il tool che mostra lo stato dei servizi di Google in tempo reale, segnalava che tra il 50% e il 70% delle richieste ai server aveva generato errori, ma la situazione fu in gran parte risolta in appena 1 minuto e completamente ripristinata dopo 4. Nonostante la brevità del down (le cui cause non vennero chiarite dal colosso di Mountain View), l'evento fu sorprendente per la simultaneità con cui tutti i servizi del gruppo risultavano inaccessibili. Simon Tabor, all'epoca sviluppatore presso GoSquared, commentò come quel calo del 40% del traffico Web fosse «enorme», sottolineando la portata della nostra dipendenza quotidiana da pochi grandi attori del mondo online.

Il blackout evidenziò anche l'aspetto economico della faccenda: secondo calcoli di analisti e blogger, la perdita teorica per Google si aggirò intorno a 432.000 dollari, tenendo conto che l'azienda generava circa 108.000 dollari teorici al minuto.
L'incidente dimostrò, inoltre, come la Rete abbia comunque strumenti di resilienza: servizi alternativi e concorrenti, come Twitter (oggi conosciuto come X), registrarono un aumento di traffico mentre Google era offline, confermando che sebbene un blackout globale di Google non fosse un evento trascurabile, la digital economy possedeva già buone capacità di riprendersi rapidamente.
Altri down importanti della storia di Google
Il down registrato ad agosto 2013 non fu un caso isolato. Google aveva già vissuto un blackout prolungato nel 2009 e, in mesi precedenti al 2013, aveva registrato brevi malfunzionamenti di Gmail e Google Drive. Tuttavia, il calo del 40% del traffico Internet globale e la simultaneità del blocco di tutti i servizi rese l'episodio del 16 agosto particolarmente memorabile.