Hanno fatto il giro del mondo del nuovo Santiago Bernabeu, lo storico stadio del Real Madrid, che ha condiviso un video (diventato virale) sui suoi profili social. Un impianto quasi completamente rinnovato: dalle coperture esterne al campo di gioco fino al tetto. I lavori di ammodernamento di questo storico stadio sono iniziati nel 2019 e a causa di alcuni ritardi (causati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina) i costi sono lievitati fino a quasi 1 miliardo di euro. Lavori che sono quasi ultimati – l'inaugurazione dovrebbe avvenire a dicembre 2023 – e che renderanno il Santiago Bernabeu più di un semplice stadio da calcio. Grazie al suo campo che "scompare" sotto terra, infatti, il Bernabeu potrà ospitare altri eventi, dai concerti alle fiere fino alle partite di tennis e basket, anche in contemporanea. Quando il Real Madrid non gioca, infatti, il terreno di gioco viene "diviso" in 6 porzioni, che finiscono in un'enorme area sotterranea che si trova sotto la tribuna ovest dello stadio. Una procedura tanto complessa quanto innovativa e che può durare anche diverse ore per essere completata. Proprio il terreno di gioco che "scompare" sotto terra e il tetto mobile sono le principali novità di uno stadio che si appresta a diventare uno dei più moderni e tecnologici al mondo.
Come funziona il campo retrattile del Bernabeu
Non è il primo campo retrattile al mondo – esistono già altri stadi dotati di un campo che “scompare” -, ma il sistema che hanno adottato gli spagnoli è davvero particolare. Ricostruire un terreno di gioco così all’avanguardia è stata la vera sfida dell’opera di ristrutturazione di questo stadio: i lavori sono iniziati nel 2019 e – tra ritardi causati dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi – sono costati quasi 1 miliardo di euro. Il campo è stato diviso in 6 sezioni verticali, lunghe circa 105 metri. Sotto la tribuna ovest si trova l’ipogeo, un'enorme area sotterranea in cui sono conservate le 6 “parti” del campo, a una profondità di 35 metri.
L’ipogeo è suddiviso in 6 livelli, ciascuno dei quali contiene i vassoi su cui sono posizionate le zolle del campo. I vassoi distano tra loro circa 2 metri e 20: questo “vuoto” tra un vassoio e l’altro ha permesso di installare su ciascun livello dell’ipogeo vari sistemi di manutenzione come: aria condizionata, illuminazione a LED e luce ultravioletta. Il campo viene poi regolarmente irrigato e tagliato con il tosaerba, così che sia sempre in perfette condizioni quando il Real Madrid deve giocare. Quando non ci sono partite, infatti, il campo viene conservato proprio nell'ipogeo, per poi essere "tirato fuori" quando serve. I vassoi poggiano su dei pannelli pieghevoli dotati di supporti in neoprene (un tipo di gomma sintetica), e che hanno appunto il compito di sostenere queste zolle, dal peso di 1.500 tonnellate l’una. Attraverso un sistema di ascensori idraulici, i vassoi vengono portati uno alla volta in superficie: qui si attiva un reticolo retrattile che si trova proprio sotto agli spalti della tribuna ovest. Il reticolo si “aggancia” agli ancoraggi presenti in superficie e dei carrellini trasportano i vassoi, viaggiando su dei binari. Attraverso questo sistema viene quindi ricreato il terreno di gioco: un procedimento che dura all'incirca 6 ore.
Il tetto mobile del nuovo Bernabeu
Non solo il campo, anche il tetto del Bernabeu ”scompare”. L’altra grande sfida ingegneristica è stata quella di installare una copertura mobile che potesse chiudere completamente lo stadio. L’intera struttura superiore è composta da una parte di copertura fissa (che occupa un’area di circa 28mila metri quadri), e una copertura mobile, che si trova proprio al centro dell’impianto. Il tetto è composto da 12 mega capriate distribuite 6 a nord e 6 a sud. Tutto il processo di apertura del tetto si può dividere sostanzialmente in cinque fasi.
Nella prima fase le capriate si trovano poco sotto la struttura fissa dello stadio, in una zona che in gergo viene chiamata “struttura di parcheggio”. Quindi inizia il movimento vero e proprio, cioè le 6 capriate a nord si spostano verso il centro, e così quelle a sud. Nella terza fase, detta “fase di schieramento e stabilizzazione”, le capriate si allargano le une dalle altre così da coprire per intero l’area del campo di gioco. Una volta posizionate le capriate, inizia la fase del gonfiaggi dei "cojines", letteralmente “cuscini”: ovvero i tessuti che intercorrono tra i vari tralicci e che compongono la copertura vera e propria del tetto. Vengono gonfiati da dei ventilatori, finché non raggiungono il livello della trave superiore di ogni capriata. Infine, l’ultima fase del movimento, il sollevamento: alle due estremità delle capriate si attiva un meccanismo che le solleva di circa due metri e mezzo, così da raggiungere lo stesso livello della copertura fissa dello stadio. L’intero meccanismo di apertura e chiusura del tetto dura all’incirca 15/20 minuti.