
Dopo l’ultima dichiarazione del Presidente Donald Trump sul suo desiderio di riaprire il carcere federale di Alcatraz — al largo di San Francisco — per ospitare i detenuti più pericolosi del Paese, la condizione del sistema carcerario negli Stati Uniti è tornata al centro del dibattito pubblico. Un tema molto più controverso e complesso della riapertura di Alcatraz, che probabilmente non avverrà mai, dato che gli ultimi prigionieri furono trasferiti verso altre strutture il 21 marzo 1963 e da decenni è una delle mete turistiche più visitate della Baia di San Francisco. Ma parlando di fatti concreti, esaminiamo come funziona il sistema carcerario statunitense, suddiviso in due livelli: federale e statale.
Un record mondiale
Partiamo da un dato: gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di incarcerazione a livello globale (almeno per quanto riguarda i Paesi democratici), con 580 persone detenute ogni 100.000 residenti. In totale, si tratta di oltre 2 milioni di persone che in questo momento sono private della loro libertà per reati di varia natura. Secondo il rapporto Mass Incarceration: The Whole Pie 2025 del think tank statunitense Prison Policy Initiative, il costo annuo per mantenere questo sistema si aggira intorno ai 182 miliardi di dollari, anche se gli stessi ricercatori ipotizzano che potrebbe essere ancora più alto.
I numeri del sistema carcerario: le prigioni federali e le altre tipologie
Entrando più nel dettaglio, negli Stati Uniti ci sono 1566 prigioni amministrate dai singoli Stati, 98 prigioni federali (ossia quelle gestite direttamente dal governo degli Stati Uniti e in cui sono detenute persone che hanno commesso reati federali), 3116 prigioni locali (local jails), 1277 strutture di detenzione minorile, 133 centri di detenzione per i migranti e 80 prigioni amministrate dalle comunità indiane (Indian country jails). A queste si sommano anche le prigioni militari, gli ospedali psichiatrici statali e i centri di detenzione su territori statunitensi al di fuori degli Stati Uniti, come il famigerato carcere di Guantanamo a Cuba.

La ripartizione delle persone detenute
Le prigioni gestite dai 50 Stati che formano gli Stati Uniti detengono più della metà del totale delle persone incarcerate (1.098.000), mentre le strutture federali 203.000. Sono gestite principalmente dal Bureau of Prisons (BOP) e dallo U.S. Marshals Service. Il BOP detiene 147.000 persone condannate, mentre lo U.S. Marshals Service 56.000, principalmente in attesa di giudizio o condanna per reati federali. Le persone sotto la responsabilità dello U.S. Marshals Service sono spesso ospitate in carceri locali o prigioni statali grazie ad appositi contratti. Nel strutture per minorenni si trovano circa 28.000 persone, mentre in quelli per migranti irregolari gestiti dall’ICE (Immigration and Customs Enforcement) si trovano circa 48.000 persone, ma questo numero è in costante crescita a causa della stretta decisa dall’amministrazione Trump. A questi si aggiungono anche migliaia di bambini non accompagnati detenuti dall'Office of Refugee Resettlement (ORR) in strutture che in pratica sono dei carceri. Per concludere, le autorità delle terre indiane detengono 2000 persone, quelle militari 1000, mentre strutture sul modello Guantanamo in giro per il mondo circa 7000.
Il sistema delle "local jails"
Meno conosciuti, ma fondamentali per il sistema carcerario statunitense sono i carceri locali, i local jails che si occupano di detenere le persone per periodi di tempo che non superano la giornata. In media in queste strutture si trovano 665.000 persone, sotto la responsabilità delle autorità cittadine o delle contee. Il rapportoThe Whole Pie 2025 le definisce come «la porta di ingresso per l’incarcerazione» e le principali responsabili del fenomeno dell’incarcerazione di massa in crescita costante negli Stati Uniti. Secondo i dati raccolti dal Prison Policy Initiative, la maggior parte delle persone nelle carceri locali non è stata condannata, ma è detenuta in attesa di giudizio. Su 665.000 persone nelle carceri locali, 457.000 non sono state condannate, mentre 105.000 stanno scontando pene per reati minori. Oltre l'80% di coloro che sono detenuti per ordine delle autorità locali sono ancora in attesa di giudizio. La crescita della popolazione carceraria negli ultimi 25 anni parrebbe quindi una diretta conseguenza dell'aumento delle detenzioni cautelari. Molti detenuti nelle carceri locali in attesa di giudizio si trovano in questa situazione perché non possono permettersi il pagamento della cauzione fissata per il loro rilascio. L'importo medio della cauzione per i reati gravi è infatti di 10.000 dollari, che rappresenta 8 mesi di reddito per il detenuto tipo, che non può permettersi la cauzione.

Il peso relativo delle carceri private
Un altro punto interessante su cui fare chiarezza è la questione dell’impatto dei privati sul sistema carcerario statunitense. Purtroppo, dati alla mano, la percentuale di persone detenute in strutture gestite da privati negli Stati Uniti si aggira intorno all’8% del totale, e sono praticamente quasi tutte lì per reati minori (come ad esempio quelli legati alle droghe, poiché permettono ai governi di risparmiare sui costi di costruzione e gestione) o perché sono migranti.
Secondo la Ong Sentencing Project, nel 2022 quasi 91.000 detenuti si trovavano in prigioni private. A differenza del predecessore Joe Biden, Trump è molto più vicino agli interessi delle compagnie che si occupano di carceri private, ma è poco probabile che nei prossimi anni si registri un aumento significativo delle detenzioni in queste strutture, visto che oltre ad essere costose da mantenere e gestire, i costi associati possono diventare un ostacolo per i governi statali e federali. Senza contare le crescenti controversie legali e sociali legate al loro funzionamento, che potrebbero rallentare la loro espansione nei prossimi anni.