
Durante un’indagine mirata tra gli ammassi di massi di Dauan Island – un’isola granitica di appena 275 metri di altitudine nelle isole del Torres Strait, fra l’Australia e la Papua Nuova Guinea – i ricercatori della James Cook University hanno scoperto non una, ma ben tre nuove specie di vertebrati: un geco e due rane. Nactus simakal, è un geco dal corpo allungato e dalle squame a rilievo mentre Callulops gobakula e Choerophryne koeypad, due rane dal gracidio inconfondibile della famiglia Microhylidae. Tutte le specie vivono nascoste fra le fenditure dei massi, in un ambiente così particolare da averli isolati per millenni dal resto del mondo. Dauan Island si trova a soli 11 km dalla costa della Nuova Guinea, ma appartiene politicamente all’Australia. È una piccola isola-montagna, ultimo lembo emerso del basamento continentale australiano. Durante l’ultima glaciazione, quando il mare si abbassò di più di 100 metri, le terre del Torres Strait formavano un ponte tra i due continenti. Con la risalita delle acque, le specie rimaste intrappolate sulle isole si sono evolute in isolamento, come in minuscoli laboratori naturali.
Cos'è il nuovo geco delle rocce: il Nactus simakal
Il nuovo geco, battezzato Nactus simakal, è stato raccolto nel gennaio 2021 a 50 metri sul livello del mare. È slanciato e sottile, lungo fra i 44,4 mm e i 53,6 mm dal muso alla cloaca, con una coda ancora più lunga: fino a 63 mm, cioè il 139% della lunghezza del corpo. La pelle del geco è coperta da piccole squame. Quelle del ventre hanno una leggera cresta centrale – come una minuscola “spina” – mentre quelle sotto la coda ne hanno una più evidente, come piccole lamelle in rilievo. Questo dettaglio, che può sembrare minimo, è in realtà ciò che lo distingue da altri gechi simili.

I maschi adulti hanno anche nove minuscoli pori disposti a forma di “V” davanti all’apertura cloacale (la parte del corpo da cui passano le funzioni digestive e riproduttive): sono ghiandole che producono sostanze odorose, utili per marcare il territorio o attirare le femmine.
Sulla schiena il geco presenta 12–14 file di minuscole escrescenze, chiamate tubercoli, e altre 30–35 lungo una linea centrale del corpo. La testa è stretta e leggermente schiacciata, con occhi grandi (occupano circa il 6% della lunghezza totale) e un musetto che si incurva leggermente verso l’alto, dandogli un aspetto curioso e un po’ “a becco”.
Analizzando il DNA mitocondriale – una parte del patrimonio genetico che si trasmette di madre in figlio – i ricercatori hanno scoperto che questa specie è diversa per oltre il 20% rispetto ai gechi più simili, come Nactus eboracensis e Nactus alotau. Una differenza così ampia significa che non si tratta di una semplice variante, ma di una linea evolutiva completamente distinta, separata da molto tempo dalle altre.
Questa specie vive esclusivamente fra le rocce granitiche del Monte Cornwallis, chiamato localmente Simikal Pad, da cui prende il nome scientifico. Le analisi suggeriscono che la sua popolazione occupi un’area piccolissima, da proteggere con urgenza.
Le due rane che gracidano alle pietre
Pochi metri più in basso, nello stesso labirinto di rocce dove vive il nuovo geco, i ricercatori hanno scoperto anche due minuscole rane tropicali mai viste prima, entrambe esclusive di Dauan Island. La prima, Callulops gobakula, è grande circa 5 centimetri, ha il corpo tozzo e una pelle marrone uniforme; la seconda, Choerophryne koeypad, è grande appena 2 centimetri e possiede minuscoli dischi adesivi sulle dita che le permettono di arrampicarsi fra le pietre umide.

Per riconoscerle come specie nuove, gli scienziati hanno misurato con estrema precisione 22 caratteristiche del corpo, utilizzando un calibro elettronico con un margine d’errore di un decimo di millimetro. Nei maschi di Callulops gobakula la lunghezza della tibia è pari al 40% del corpo, in Choerophryne koeypad poco meno, e anche il loro DNA mitocondriale ha mostrato differenze nette: 2,5% di scarto rispetto alla più conosciuta Callulops omnistriatus e 3% rispetto a Choerophryne exclamitans – valori che, in rane di questa famiglia, bastano a definire una specie distinta.

Ma la vera conferma è arrivata dalla voce. Ogni rana, infatti, ha un richiamo unico come un’impronta digitale: Callulops gobakula produce 9–12 suoni rauchi simili a piccoli “rark”, emessi a un ritmo di circa 4 note al secondo, durano 2,5 secondi e sono seguiti da lunghe pause di silenzio, anche di 30–40 secondi. La minuscola Choerophryne koeypad, invece, canta più acuto e veloce: 10–19 note in pochi secondi, con toni che raggiungono i 3.000 Hz e un ritmo di oltre 6 note al secondo. Due voci diversissime, nate per risuonare fra le pietre, che raccontano la vita nascosta e sorprendente di un’isola minuscola al confine fra due mondi.
Entrambe le specie vivono nei boulder-fields, profondi ammassi di rocce che mantengono un’umidità costante anche durante i periodi secchi. Il nome gobakula ("massi") e koeypad ("montagna rocciosa") si riferiscono proprio a questi ambienti nel linguaggio locale (Kalaw Kawaw Ya). Si ritiene che proprio questi microclimi abbiano permesso la sopravvivenza di linee genetiche un tempo diffuse fra l’Australia settentrionale e la Nuova Guinea, poi ritiratesi per la crescente aridità.
Oggi, Callulops gobakula e Choerophryne koeypad sono le prime microilidi – famiglia di anfibi diffusi nell’emisfero australe – mai registrate nel Torres Strait e rappresentano un’eccezione biogeografica: i loro parenti più vicini vivono a oltre 200–280 km di distanza, nelle montagne della Papua Nuova Guinea.
