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7 Gennaio 2023
7:30

Storia della “scoperta” europea dell’Australia, il “nuovissimo continente”

La secolare ricerca di un continente “incognito” nell’emisfero meridionale portò gli europei in Australia tra XVII e XVIII secolo. Vediamo la storia di chi realizzò la "scoperta" e di come e quando avvenne la colonizzazione.

A cura di Erminio Fonzo
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Storia della “scoperta” europea dell’Australia, il “nuovissimo continente”
Scoperta australia

L’Australia fu avvistata per la prima volta degli europei all’inizio del Seicento e fu colonizzata a partire dalla fine del Settecento. A differenza di quanto avvenuto con l’America, la “scoperta”non fu casuale: gli europei andarono intenzionalmente alla ricerca di un continente nell’emisfero australe. Tuttavia trovarono qualcosa di diverso da quello che immaginavano. Vediamo più nel dettaglio la storia della "scoperta".

Scoperta o invasione?

Quando gli europei giunsero nel territorio dell’Australia, esso era già abitato da popolazioni indigene: gli aborigeni. Il termine “scoperta”, come nel caso dell’America, è contestato e in anni recenti ha dato vita a un aspro dibattito, che ha coinvolto università, giornali ed esponenti politici australiani, inglesi e di altri Paesi. Alcuni studiosi hanno proposto di usare parole come “invasione” o “occupazione”, ma il dibattito è aperto e la parola “scoperta” continua a essere di uso comune.

Accampamento aborigeno (dipinto del 1854)
Accampamento aborigeno in Australia (dipinto del 1854)

La Terra australis incognita

A differenza dell’America, che fu “scoperta” casualmente da Colombo in un viaggio diretto in Estremo Oriente, gli europei giunsero in Australia cercando proprio un continente “australe”, cioè situato nell’emisfero meridionale (la parola australe deriva da austro, il vento che spira da sud).

L’esistenza di questo continente era stata postulata sin dall’antichità. Nel IV secolo a. C. il filosofo greco Aristotele aveva ipotizzato che nell’emisfero australe esistesse un grande continente che “bilanciava” le terre emerse dell’emisfero boreale. L’idea fu ripresa nel II secolo d. C. da un altro autore greco, il geografo Claudio Tolomeo, e nei secoli successivi trovò ampia accettazione. Il continente era chiamato Terra australis incognita (cioè terra meridionale sconosciuta) o, più semplicemente, gli Antipodi.

Il mondo di Tolomeo (ricostruzione del XV secolo)
Il mondo secondo Claudio Tolomeo (ricostruzione del XV secolo)

Alla ricerca del continente meridionale. Drake e gli spagnoli

Nei secoli XV-XVI, come sappiamo, gli europei condussero esplorazioni di importanza fondamentale, inclusa la circumnavigazione del globo, e cominciarono ad avere un’idea più concreta della geografia del Pianeta. L’idea che esistesse una Terra australis incognita non fu abbandonata e per molti secoli i cartografi, quando disegnavano una mappa della Terra, raffiguravano sempre un vasto continente nella parte più meridionale del Pianeta.

Mappa di Abraham Ortellus del 1570
Planisfero di Abraham Ortellus del 1570

Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo alcuni governi pensarono che fosse giunto il momento di cercare la Terra australis e promossero apposite spedizioni. La ricerca del continente meridionale era probabilmente una delle motivazioni del circumnavigazione del globo effettuata da Francis Drake, il celebre navigatore e corsaro inglese, negli anni 1577-1580.

Il navigatore non scoprì terre meridionali, ma avvistò per la prima volta il passaggio tra Atlantico e Pacifico situato sotto l’America meridionale, oggi noto come canale di Drake. Gli spagnoli, invece, esplorarono una vasta area del Pacifico a sud-est dell’Asia, organizzando due spedizioni nel 1606. Le due missioni avvistarono lo stretto di Torres, situato tra Australia e Nuova Guinea, e l’isola di Espiritu Santo (all’epoca battezzata Australia de Espiritu Santo), oggi facente parte dello Stato di Vanuatu.

I viaggi degli olandesi nel ‘600 e lo sbarco in Australia

Il primo approdo in quella che oggi è chiamata Australia avvenne nello stesso anno. Un navigatore al servizio della Compagnia olandese delle Indie orientali, Willem Janszoon, avvistò il territorio australiano e sbarcò nella Penisola di Capo York, in Australia. Era la prima volta che degli europei mettevano piede nel continente, ma Janszoon non si rese conto di aver “scoperto” un nuovo territorio, ritenendo che il territorio facesse parte dell’isola della Nuova Guinea.

Il viaggio di Janszoon (credit Lencer)
Il viaggio di Janszoon (credit Lencer)

Negli anni successivi gli olandesi compirono altre spedizioni nella zona. Le più importanti furono le due guidate da Abel Tasman: la prima, effettuata nel 1642-43, avvistò la Nuova Zelanda (alla quale diede questo nome in omaggio alla provincia olandese della Zelanda), le isole Figi e la Tasmania (l'isola situata a sudovest dell'Australia, da lui battezzata Terra di Van Diemen e poi chiamata Tasmania in suo onore);  la seconda, compiuta nel 1644, servì a esplorare la costa settentrionale dell’Australia.

I viaggi di Tasman
I viaggi di Tasman

Era stata trovata la Terra australis?

Gli olandesi battezzarono Nuova Olanda il territorio oggi noto come Australia ma, pur essendovi approdati in più occasioni, non ne presero possesso, ritenendo che fosse troppo arido per essere colonizzato.

Ma la Nuova Olanda era la Terra australis della quale si discuteva da secoli? In origine alcuni esploratori ritenevano di sì, pur senza avere idea della sua estensione, tanto che l’aggettivo “australe” era talvolta utilizzato per indicare le nuove terre. Le spedizioni, però, misero in luce che il continente era relativamente piccolo, non equivalente alla massa continentale euroasiatica, e non era situato nell’estremità meridionale del pianeta, come ci si aspettava. Non era, perciò, la Terra australis, o al massimo poteva rappresentarne una piccola porzione. La ricerca, quindi, continuò.

James Cook e la colonizzazione inglese

Nel ‘700 l’esplorazione del Pacifico fu condotta soprattutto da francesi e inglesi. I primi “scoprirono” diverse isole della Polinesia e della Melanesia e sbarcarono anche sulle coste australiane. Nel Regno Unito, invece, si sviluppo un più specifico interesse per la Terra australis, anche grazie alle ricerche di un geografo scozzese, Alexander Dalrymple.

Nel 1768 il governo incaricò il navigatore James Cook di cercare il fantomatico continente meridionale. Cook arrivò in Nuova Zelanda nel 1770 ed esplorò un ampio tratto della costa nordorientale dell’Australia, scendendo a terra e rivendicandone il possesso del territorio per il Regno Unito. Negli anni successivi fece altri due viaggi e fu il primo uomo a spingersi a sud del circolo polare antartico, ma non trovò nessun continente meridionale.

I tre viaggi di Cook (rosso il primo, verde il secondo, blu il terzo) credi Jon Platek
I tre viaggi di Cook: in rosso il primo, in verde il secondo, in blu il terzo. (credit John Platek)

Pochi anni dopo gli inglesi, che avevano perso una parte delle loro colonie americane a causa dell’indipendenza degli Stati Uniti, decisero di appropriarsi della Nuova Olanda. Nel 1788 fondarono il primo insediamento nei pressi dell’attuale Sydney e negli anni successivi intrapresero la colonizzazione del territorio. Come in America, l’arrivo degli europei provocò lo sterminio della popolazione indigena, che a causa delle malattie, della perdita del territorio e di stragi deliberate si ridusse drasticamente tra XIX e XX secolo.

Cook in Australia (copertina)
L’arrivo di Cook in Australia

La fine della ricerca della Terra australis

Alla fine del Settecento l’idea che potesse esistere un continente meridionale era ancora in piedi, ma, poiché la conoscenza del Pianeta continuava a progredire, gradualmente perse credibilità. Nel 1814 l’esploratore inglese che aveva compiuto la prima circumnavigazione dell’Australia, Matthew Flinders, pubblicò un libro nel quale sostenne che la Terra australis immaginata da Aristotele e Tolomeo non poteva esistere. Propose, pertanto, di chiamare Australia il territorio che i britannici stavano colonizzando, essendo quello il continente più meridionale del Pianeta. L’idea era motivata anche da ragioni politiche, perché serviva a sostituire il nome Nuova Olanda, ed ebbe successo, entrando presto nell’uso comune.

Matthew Flinders
Matthew Flinders

Flinders non poteva sapere che un grande continente meridionale, più esteso dell’Europa, effettivamente esiste. Esso, però, fu scoperto alcuni anni dopo, nel 1820, quando due spedizioni, una russa e una inglese, avvistarono le coste dell’Antartide. La parola Australia, che sarebbe stata perfetta per indicare la terra più meridionale del Pianeta, era ormai “occupata” e perciò il continente fu chiamato Antartide, sebbene il nome diventerà di uso comune solo verso la fine dell’Ottocento.

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